"EUROPE DIRECT" --- NASCE IL NUOVO PIANO D'AZIONE PER LA COMUNICAZIONE
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Il 20 luglio 2005 la Commissione Europea ha approvato il suo nuovo Piano d’azione per la Comunicazione, basato su un rinnovato approccio al dialogo con i cittadini europei improntato alle cosiddette “tre D”: dialogo, dibattito, democrazia.
Per avvicinare i cittadini alle istituzioni comunitarie, la politica di comunicazione dell’Ue deve essere in grado di ascoltare, spiegare, ancorare le politiche europee al livello locale. Per questo motivo, la nuova impostazione della comunicazione caldeggiata dalla Commissione è basata su tre principi: ascoltare, comunicare, agire a livello locale.
La prima parola d’ordine della strategia è, dunque, “ascoltare”: l’obiettivo del coinvolgimento dei cittadini europei non è raggiunto finché ci si limita ad informarli, bisogna anche ascoltarli e tenere conto dei loro punti di vista. Il secondo impegno è quello di “comunicare” come le politiche dell’Ue influenzino la vita quotidiana dei cittadini, e qual è il loro valore aggiunto. Infine, si intende “collegarsi agendo a livello locale”, vale a dire adattando i messaggi a seconda del pubblico di ogni Stato membro e trasmettendoli attraverso i canali preferiti da tale pubblico nella lingua che capisce. Per poter spiegare ai cittadini europei la natura, gli obiettivi e le politiche dell’Unione europea è opportuno raccogliere la voce della società civile e tenerne conto. La nuova strategia della Commissione europea nasce, infatti, dall’evoluzione di un approccio sviluppato a partire dalla metà degli anni novanta, diretto ad elaborare la comunicazione istituzionale sull’Unione europea in partenariato con gli Stati Membri e in maniera sempre più decentrata (1).
Il vicepresidente della Commissione Europea, Margot Wallström, responsabile per le relazioni istituzionali e la strategia di comunicazione, nonché promotrice dell’iniziativa, ha spiegato che il metodo di lavoro introdotto condurrà ad un’impostazione moderna della comunicazione in tutti i dipartimenti, elemento essenziale per incrementare il dialogo, la consultazione e il dibattito sul ruolo dell’Unione. La signora Wallström, inoltre, commentando la decisione della Commissione, ha dichiarato: “Il piano di azione rispecchia in modo molto concreto e pragmatico la priorità politica di avviare il dialogo con i cittadini in tutta l’Unione europea”.
Per meglio “Comunicare l’Europa”, il nuovo Piano prevede una serie di azioni e di raccomandazioni volte alla riorganizzazione interna dei servizi, delle risorse e degli strumenti di informazione e comunicazione della Commissione. Si tratta di cinquanta azioni, volte a migliorare la capacità e le competenze della Commissione Europea in materia di comunicazione.
Margot Wallström ha precisato, inoltre, che “questo è un compito che va al di là della missione della Commissione e che il suo successo dipende essenzialmente dal partenariato con tutti gli altri attori fondamentali della politica europea all’interno della UE”.
Il nuovo approccio si sviluppa in due fasi. Il Piano di azione espone la visione politica e le iniziative da intraprendere a medio e lungo termine, in cooperazione con le altre istituzioni e gli altri partecipanti. Il Libro Bianco, che seguirà entro l’anno il Piano d’Azione, indicherà le iniziative concrete da intraprendere e coinvolgerà tutte le parti in causa, sia nelle istituzioni che a livello nazionale.
Il metodo di lavoro stabilito dal Piano d’azione intende, così, migliorare il funzionamento della comunicazione sull’Europa facendo un uso più mirato e più efficiente delle risorse.
Si prevede in particolare di:
- Coordinare le attività di comunicazione in tutta la Commissione, al fine di ottimizzare gli sforzi e di usare meglio i nostri strumenti di comunicazione.
- Utilizzare meglio gli strumenti di comunicazione preferiti dalle persone, nella lingua che capiscono, in particolar modo fruttare il potenziale di internet e dei servizi audiovisivi.
- Acquisire maggiore professionalità nella comunicazione impartendo formazioni specifiche ai funzionari e assumendo specialisti in comunicazione.
- Utilizzare una sintesi non specializzata e comprensibile da tutti, che descriva i vantaggi concreti delle politiche del-la UE per i cittadini.
- Rafforzare le rappresentanze della Commissione negli Stati membri, al fine di raggiungere i cittadini su quelle politiche e quelle iniziative che destano il loro interesse o la loro preoccupazione e nella lingua che capiscono.
L’obiettivo principale della strategia d’informazione e di comunicazione destinata al grande pubblico consiste nel “migliorare la percezione dell’Unione europea e delle sue istituzioni nonché della loro legittimità facendone conoscere e comprendere a fondo i compiti, la struttura e le realizzazioni” (2). Questo obiettivo può essere raggiunto soprattutto attraverso una migliore qualità del dibattito pubblico, il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale ed un ascolto più attento del cittadino e delle sue preoccupazioni.
Sia che si tratti di informazione sull’esistenza e sul ruolo dell’Unione, sia che si tratti di comunicazione sui grandi progetti e le grandi sfide dell’UE, una adeguata politica di informazione e comunicazione deve rendere tutti i cittadini democraticamente partecipi dei grandi obiettivi dell’Unione europea (3).
E attraverso il filtro della condivisione degli obiettivi politici passa anche la ricettività ai valori fondamentali dell’UE, vale a dire la pace, la libertà, la sicurezza, la democrazia, la solidarietà e la coesione, la parità di opportunità, nonché il rispetto delle diversità culturali e dei valori fondamentali. Informare di più e meglio è la condizione per sviluppare il senso di appartenenza all’Europa ed è essenziale ai fini di una vera cittadinanza europea. L’informazione diffusa dall’Unione deve mostrare al cittadino quali sono i vantaggi di cui egli può beneficiare concretamente nella vita quotidiana in virtù dell’appartenenza all’Unione (4).
Come già evidenziato nel Libro Bianco sulla Governance (5), considerando il cittadino europeo destinatario delle politiche e soggetto attivo del sistema democratico, l’accesso ai documenti comunitari (6) ma anche l’informazione e la comunicazione sulle questioni europee può garantire l’efficienza e la trasparenza del sistema di governo europeo.
Da una parte, quindi, la qualità e l’efficacia delle politiche dell’Unione si misura anche e soprattutto dalla più ampia partecipazione dei cittadini al processo di integrazione e dalla condivisione dei grandi obiettivi dell’UE, dall’altra il processo di democratizzazione dipende dalla possibilità di tutti di partecipare al dibattito pubblico ed essere in grado di seguire il processo politico nelle sue varie fasi.
Fino al dicembre 2004, la Commissione si basava, per la realizzazione delle sue attività d’informazione e comunicazione al cittadino, su una rete di oltre 1.000 centri d’informazione, costituita principalmente dagli Info-Point Europa, dai Centri d’informazione e di animazione rurali, dai Centri di documentazione europea (CDE) e da altri centri di riferimento universitari (in totale circa 780). Partendo dal presupposto che la coerenza di tale strategia non può prescindere da un migliore coordinamento degli strumenti propri della Commissione, sia per quanto riguarda i suoi mezzi di comunicazione che la sua cultura interna della comunicazione, per modernizzare e razionalizzare la gestione di questi centri di informazione, oltre che per valorizzarne l’importanza ed il valore aggiunto, la Commissione ha adottato nel 2005 una denominazione ed un logo identico per tutte le reti di informazione (7).
Europe Direct è il nome del nuovo network informativo, costituito da oltre 390 antenne sparse in tutti i 25 Stati membri dell’UE, che copre tutti i servizi offerti dall’Unione per diffondere l’informazione e rispondere alle domande dei cittadini. La capillarità della diffusione di queste antenne garantisce una politica di comunicazione di prossimità al cittadino.
Il 2005 sarà il primo anno in cui la strategia d’informazione e di comunicazione della Commissione sarà applicata in tutti e 25 gli Stati membri.
(1) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni: Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell’informazione e della comunicazione nell’unione europea COM(2001) 354 def. del 27.6.2001.
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla Strategia di informazione e comunicazione per l’Unione europea COM(2002) 350 def. del 02.07.2002.
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla attuazione della strategia d’informazione e di comunicazione dell’Unione europea, COM(2004) 196 def. del 20.04.2004.
(2) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni: Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell’informazione e della comunicazione nell’unione europea COM(2001) 354 def. del 27.6.2001.
(3) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla attuazione della strategia d’informazione e di comunicazione dell’Unione europea, COM(2004) 196 def. del 20.04.2004.
(4) Risoluzione del Parlamento europeo su una strategia di informazione e comunicazione per l’Unione europea del 10.04.2003.
(5) Commissione europea, La Governance europea. Libro Bianco, Bruxelles 2001.
(6) Il diritto di accesso del pubblico ai documenti delle istituzioni comunitarie è normato dal Regolamento 1049/2001 del 31.05.01.
(7) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla attuazione della strategia d’informazione e di comunicazione dell’Unione europea, COM(2004) 196 def. del 20.04.2004.
Per avvicinare i cittadini alle istituzioni comunitarie, la politica di comunicazione dell’Ue deve essere in grado di ascoltare, spiegare, ancorare le politiche europee al livello locale. Per questo motivo, la nuova impostazione della comunicazione caldeggiata dalla Commissione è basata su tre principi: ascoltare, comunicare, agire a livello locale.
La prima parola d’ordine della strategia è, dunque, “ascoltare”: l’obiettivo del coinvolgimento dei cittadini europei non è raggiunto finché ci si limita ad informarli, bisogna anche ascoltarli e tenere conto dei loro punti di vista. Il secondo impegno è quello di “comunicare” come le politiche dell’Ue influenzino la vita quotidiana dei cittadini, e qual è il loro valore aggiunto. Infine, si intende “collegarsi agendo a livello locale”, vale a dire adattando i messaggi a seconda del pubblico di ogni Stato membro e trasmettendoli attraverso i canali preferiti da tale pubblico nella lingua che capisce. Per poter spiegare ai cittadini europei la natura, gli obiettivi e le politiche dell’Unione europea è opportuno raccogliere la voce della società civile e tenerne conto. La nuova strategia della Commissione europea nasce, infatti, dall’evoluzione di un approccio sviluppato a partire dalla metà degli anni novanta, diretto ad elaborare la comunicazione istituzionale sull’Unione europea in partenariato con gli Stati Membri e in maniera sempre più decentrata (1).
Il vicepresidente della Commissione Europea, Margot Wallström, responsabile per le relazioni istituzionali e la strategia di comunicazione, nonché promotrice dell’iniziativa, ha spiegato che il metodo di lavoro introdotto condurrà ad un’impostazione moderna della comunicazione in tutti i dipartimenti, elemento essenziale per incrementare il dialogo, la consultazione e il dibattito sul ruolo dell’Unione. La signora Wallström, inoltre, commentando la decisione della Commissione, ha dichiarato: “Il piano di azione rispecchia in modo molto concreto e pragmatico la priorità politica di avviare il dialogo con i cittadini in tutta l’Unione europea”.
Per meglio “Comunicare l’Europa”, il nuovo Piano prevede una serie di azioni e di raccomandazioni volte alla riorganizzazione interna dei servizi, delle risorse e degli strumenti di informazione e comunicazione della Commissione. Si tratta di cinquanta azioni, volte a migliorare la capacità e le competenze della Commissione Europea in materia di comunicazione.
Margot Wallström ha precisato, inoltre, che “questo è un compito che va al di là della missione della Commissione e che il suo successo dipende essenzialmente dal partenariato con tutti gli altri attori fondamentali della politica europea all’interno della UE”.
Il nuovo approccio si sviluppa in due fasi. Il Piano di azione espone la visione politica e le iniziative da intraprendere a medio e lungo termine, in cooperazione con le altre istituzioni e gli altri partecipanti. Il Libro Bianco, che seguirà entro l’anno il Piano d’Azione, indicherà le iniziative concrete da intraprendere e coinvolgerà tutte le parti in causa, sia nelle istituzioni che a livello nazionale.
Il metodo di lavoro stabilito dal Piano d’azione intende, così, migliorare il funzionamento della comunicazione sull’Europa facendo un uso più mirato e più efficiente delle risorse.
Si prevede in particolare di:
- Coordinare le attività di comunicazione in tutta la Commissione, al fine di ottimizzare gli sforzi e di usare meglio i nostri strumenti di comunicazione.
- Utilizzare meglio gli strumenti di comunicazione preferiti dalle persone, nella lingua che capiscono, in particolar modo fruttare il potenziale di internet e dei servizi audiovisivi.
- Acquisire maggiore professionalità nella comunicazione impartendo formazioni specifiche ai funzionari e assumendo specialisti in comunicazione.
- Utilizzare una sintesi non specializzata e comprensibile da tutti, che descriva i vantaggi concreti delle politiche del-la UE per i cittadini.
- Rafforzare le rappresentanze della Commissione negli Stati membri, al fine di raggiungere i cittadini su quelle politiche e quelle iniziative che destano il loro interesse o la loro preoccupazione e nella lingua che capiscono.
L’obiettivo principale della strategia d’informazione e di comunicazione destinata al grande pubblico consiste nel “migliorare la percezione dell’Unione europea e delle sue istituzioni nonché della loro legittimità facendone conoscere e comprendere a fondo i compiti, la struttura e le realizzazioni” (2). Questo obiettivo può essere raggiunto soprattutto attraverso una migliore qualità del dibattito pubblico, il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale ed un ascolto più attento del cittadino e delle sue preoccupazioni.
Sia che si tratti di informazione sull’esistenza e sul ruolo dell’Unione, sia che si tratti di comunicazione sui grandi progetti e le grandi sfide dell’UE, una adeguata politica di informazione e comunicazione deve rendere tutti i cittadini democraticamente partecipi dei grandi obiettivi dell’Unione europea (3).
E attraverso il filtro della condivisione degli obiettivi politici passa anche la ricettività ai valori fondamentali dell’UE, vale a dire la pace, la libertà, la sicurezza, la democrazia, la solidarietà e la coesione, la parità di opportunità, nonché il rispetto delle diversità culturali e dei valori fondamentali. Informare di più e meglio è la condizione per sviluppare il senso di appartenenza all’Europa ed è essenziale ai fini di una vera cittadinanza europea. L’informazione diffusa dall’Unione deve mostrare al cittadino quali sono i vantaggi di cui egli può beneficiare concretamente nella vita quotidiana in virtù dell’appartenenza all’Unione (4).
Come già evidenziato nel Libro Bianco sulla Governance (5), considerando il cittadino europeo destinatario delle politiche e soggetto attivo del sistema democratico, l’accesso ai documenti comunitari (6) ma anche l’informazione e la comunicazione sulle questioni europee può garantire l’efficienza e la trasparenza del sistema di governo europeo.
Da una parte, quindi, la qualità e l’efficacia delle politiche dell’Unione si misura anche e soprattutto dalla più ampia partecipazione dei cittadini al processo di integrazione e dalla condivisione dei grandi obiettivi dell’UE, dall’altra il processo di democratizzazione dipende dalla possibilità di tutti di partecipare al dibattito pubblico ed essere in grado di seguire il processo politico nelle sue varie fasi.
Fino al dicembre 2004, la Commissione si basava, per la realizzazione delle sue attività d’informazione e comunicazione al cittadino, su una rete di oltre 1.000 centri d’informazione, costituita principalmente dagli Info-Point Europa, dai Centri d’informazione e di animazione rurali, dai Centri di documentazione europea (CDE) e da altri centri di riferimento universitari (in totale circa 780). Partendo dal presupposto che la coerenza di tale strategia non può prescindere da un migliore coordinamento degli strumenti propri della Commissione, sia per quanto riguarda i suoi mezzi di comunicazione che la sua cultura interna della comunicazione, per modernizzare e razionalizzare la gestione di questi centri di informazione, oltre che per valorizzarne l’importanza ed il valore aggiunto, la Commissione ha adottato nel 2005 una denominazione ed un logo identico per tutte le reti di informazione (7).
Europe Direct è il nome del nuovo network informativo, costituito da oltre 390 antenne sparse in tutti i 25 Stati membri dell’UE, che copre tutti i servizi offerti dall’Unione per diffondere l’informazione e rispondere alle domande dei cittadini. La capillarità della diffusione di queste antenne garantisce una politica di comunicazione di prossimità al cittadino.
Il 2005 sarà il primo anno in cui la strategia d’informazione e di comunicazione della Commissione sarà applicata in tutti e 25 gli Stati membri.
(1) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni: Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell’informazione e della comunicazione nell’unione europea COM(2001) 354 def. del 27.6.2001.
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla Strategia di informazione e comunicazione per l’Unione europea COM(2002) 350 def. del 02.07.2002.
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla attuazione della strategia d’informazione e di comunicazione dell’Unione europea, COM(2004) 196 def. del 20.04.2004.
(2) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni: Un nuovo quadro di cooperazione per le attività di politica dell’informazione e della comunicazione nell’unione europea COM(2001) 354 def. del 27.6.2001.
(3) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla attuazione della strategia d’informazione e di comunicazione dell’Unione europea, COM(2004) 196 def. del 20.04.2004.
(4) Risoluzione del Parlamento europeo su una strategia di informazione e comunicazione per l’Unione europea del 10.04.2003.
(5) Commissione europea, La Governance europea. Libro Bianco, Bruxelles 2001.
(6) Il diritto di accesso del pubblico ai documenti delle istituzioni comunitarie è normato dal Regolamento 1049/2001 del 31.05.01.
(7) Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla attuazione della strategia d’informazione e di comunicazione dell’Unione europea, COM(2004) 196 def. del 20.04.2004.