IL PROGRAMMA EUROPEO DI MONITORAGGIO DELLA TERRA - Sud in Europa

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IL PROGRAMMA EUROPEO DI MONITORAGGIO DELLA TERRA

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di Teresa Maria MOSCHETTA 
Il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno recentemente impresso un fondamentale impulso all’attuazione del Pro­gramma europeo di monitoraggio della terra, adottando, in data 22 settembre 2010, il regolamento UE n. 911/2010 che definisce gli aspetti funzionali ed organizzativi della fase iniziale di operatività del Global Monitoring for Envi­ronment and Security (GMES) per il triennio 2011/2013. Il GMES è una iniziativa, guidata dall’Unione europea e realizzata in collaborazione con gli Stati membri e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che si inserisce nel più ampio ventaglio di attività promosse nell’ambito della Stra­tegia europea per lo sviluppo sostenibile e del­la Politica spaziale europea. Sco­po principale di questa iniziativa è fornire servizi che consentano ad uten­ti pub­bli­ci e privati l’acces­so a dati ed informazioni aggiornate e precise in materia am­bien­tale e di sicurezza.
Una profonda conoscenza delle trasformazioni clima­tiche ed am­bientali del no­stro pianeta svolge, infatti, oggi più che mai, un ruolo fondamentale nell’elaborazione di politiche pubbliche mirate ad orientare lo sviluppo economico ed a preservare il benessere delle ge­ne­razioni fu­ture mediante lo sfruttamento del potenziale industriale delle politiche d’in­no­vazione, di ricerca e di sviluppo tecnologico. Il GMES dovrebbe, pertanto, fornire efficaci strumenti co­noscitivi a sostegno della bio­di­versità, del­la gestione degli ecosistemi e della mitigazione dei cambiamenti climatici e svolgere un importante ruolo di supporto per interventi tempestivi e mirati in caso di catastrofi naturali.
Il GMES fungerà da collettore ed elaboratore di dati di osservazione con riguardo a sei aree tematiche comprendenti mare, terra, atmosfera, emergenze, sicurezza e cambiamento climatico. In particolare il servizio di monitoraggio terrestre, il servizio di monitoraggio marittimo ed il servizio di monitoraggio atmosferico contribuiranno a fornire informazioni sul cambiamento climatico. Gli altri due servizi saranno invece dedicati al­la gestione di emergenze quali inondazioni, incendi ed aiuti u­manitari ovvero a curare aspetti relativi alla sicurezza come la sorveglianza marittima ed il controllo delle frontiere.
I servizi nel settore dell’ambiente marino forniranno un so­stegno alla capacità europea in materia di previsioni e di monitoraggio degli oceani e della messa a disposizione di variabili climatiche essenziali. Essi costituiranno un importante strumento per il monitoraggio dei cambiamenti climatici e dell’ambiente marino oltre che un sostegno fondamentale alla politica europea dei trasporti.
I servizi di monitoraggio del territorio svolgeranno un ruolo es­senziale nella preservazione della biodiversità e degli ecosistemi, agevolando sia l’adozione di misure volte a mitigare i cambiamenti climatici ed a favorire l’adattamento delle popolazioni ad essi sia la gestione di un’ampia varietà di risorse e di politiche inerenti in particolare al suolo, alle acque, all’agricoltura, alle foreste, all’energia ed ai servizi pubblici, alle aree edificate, alle strutture ricreative, alle infrastrutture ed ai trasporti. Servizi operativi di monitoraggio del territorio saranno creati a livello eu­ropeo e mon­diale me­diante la collaborazione con Stati membri, paesi ter­zi europei, partner ­extraeuropei e Nazioni U­nite.
I servizi di monitoraggio atmosferico si occuperanno di mo­nitorare la qualità dell’aria, la chimica e la composizione dell’atmosfera, costituendo un importante elemento per il monitoraggio dei cambiamenti climatici e della messa a disposizione di variabili climatiche essenziali, unitamente ai servizi di monitoraggio sui cambiamenti climatici.
La gestione delle emergenze e la risposta umanitaria richiederà, invece, la realizzazione di servizi volti a coordinare la ca­pacità attuale dell’Unione europea e dei suoi Stati membri per essere meglio preparati a reagire ed a riprendersi in caso di calamità di origine naturale ed antropica mentre i servizi di sicurezza aiuteranno l’Europa ad affrontare le sfide nel settore della sicurezza in particolare per quel che concerne il controllo delle frontiere, la sorveglianza marittima e l’appoggio alle relazioni esterne dell’Unione.
La raccolta dati avverrà attraverso componenti infrastrutturali site su satelliti, aerei, navi e stazioni terrestri. Attualmente servizi di osservazione e monitoraggio sono già presenti sul territorio europeo ma mancano di un coordinamento efficace che consenta la rapida diffusione di informazioni aggiornate ed affidabili. L’avvio della fase iniziale di operatività del GMES a li­vello europeo dovrebbe, pertanto, rappresentare un fondamentale passo in avanti nell’elaborazione di politiche ed attività orientate al benessere collettivo ed alla preservazione dell’ambiente.
Il regolamento UE n. 911/2010, riprendendo gli orientamenti espressi dal Consiglio spazio nella riunione del 28 novembre 2005, prevede la graduale realizzazione del GMES individuando quali priorità di intervento per il prossimo triennio le questioni inerenti alla risposta alle emergenze, al monitoraggio del territorio ed ai servizi marini.
La Commissione europea svolgerà un ruolo centrale nella ge­­stione del programma, garantendo il coordinamento del GMES con le attività svolte a livello nazionale ed internazionale e la sua complementarietà e coerenza con le altre politiche dell’Unione europea in materia di ambiente, sicurezza, competitività ed innovazione. Il coordinamento tecnico e la realizzazione della componente spaziale del GMES saranno invece de­legati all’ESA che potrà ricorrere, se del caso, al­l’Or­ganiz­za­zione europea per l’esercizio dei satelliti meteorologici.
La Commissione avrà inoltre importanti competenze normative che si realizzeranno mediante l’adozione di atti delegati, ai sensi dell’articolo 290 TFUE, aventi ad oggetto le condizioni di registrazione e di concessione di licenze per gli utenti GMES ed i criteri applicabili alle limitazioni dell’accesso ai dati ed alle informazioni, pur nel rispetto delle prerogative statali con riferimento a norme e procedure applicabili alle infrastrutture spaziali e in situ sotto controllo nazionale. La Commissione eserciterà anche competenze di esecuzione per adottare, sulla base delle condizioni e dei criteri stabiliti dagli atti delegati, misure specifiche applicabili alla limitazione dell’accesso alle informazioni prodotte dai servizi GMES, comprese misure ad hoc che tengano conto della sensibilità delle informazioni e dei dati in questione.
Il partenariato posto a fondamento del GMES richiederà un coordinamento delle attività attraverso un dialogo costante tra le parti coinvolte. A questo riguardo, il regolamento ha istituito un Comitato che dovrebbe aiutare la Commissione a garantire il coordinamento dei contributi dell’Unione, degli Stati membri e delle agenzie intergovernative al fine di sfruttare al meglio le capacità esistenti ed a individuare le lacune da colmare a livello dell’Unione. Il Comitato dovrebbe inoltre assistere la Commissione nel monitorare la coerente esecuzione del GMES.
L’uso continuativo da parte del settore privato delle fonti di diffusione dei dati offerte dal sistema GMES risulta particolarmente funzionale all’innovazione ed offre un valore aggiunto ai fornitori di servizi, in particolare alle PMI. L’accesso alle informazioni del GMES dovrebbe pertanto essere pieno ed aperto, nel rispetto delle limitazioni adottate dagli Stati membri e dalle organizzazioni che collaborano con il GMES e giustificate da motivi di sicurezza o da politiche nazionali in materia di gestione di dati sensibili. La Commissione creerà un meccanismo trasparente che, oltre ad assicurare la consultazione costante degli utenti, assicuri il coordinamento sotto questo profilo degli Stati membri, dei paesi terzi e delle organizzazioni internazionali co­involte nel programma. A questo fine, il regolamento istituisce un forum, composto da utenti del settore pubblico nominati da­gli Stati membri, che coadiuverà la Commissione nell’esercizio delle sue competenze decisionali.
La fase iniziale di operatività del GMES disporrà di una do­tazione finanziaria di 107 milioni di euro che potrebbe essere integrata attingendo risorse dal Settimo programma quadro per le azioni di ricerca per un ammontare pari a 209 milioni di euro. Ai sensi del regolamento, inoltre, anche gli Stati membri e le organizzazioni internazionali potranno fornire contributi al programma sulla base di opportuni accordi di finanziamento. La dotazione finanziaria del programma servirà a coprire le spese relative alle attività di preparazione, monitoraggio, controllo, revisione contabile e valutazione direttamente necessarie per la gestione del programma e per la realizzazione dei suoi obiettivi. Le risorse a disposizione dovranno essere gestite in modo co­ordinato, garantendo il continuo avanzamento nell’esecuzione del GMES in un’ottica di cooperazione tra soggetti coinvolti e di proficua integrazione tra politiche intraprese nei rilevanti settori di competenza europea. Gli stanziamenti saranno decisi annualmente dall’autorità di bilancio sulla base del quadro fi­nanziario pluriennale.
Il finanziamento dell’Unione sarà accordato attraverso la conclusioni di accordi di delega, sovvenzioni e contratti di ap­palto pubblico e dovrà attenersi a criteri di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento. A questo riguardo, la Com­mis­sio­ne dovrà riferire in merito all’assegnazione dei fondi a ciascuna delle attività programmate nonché alla procedura di valutazione ed ai risultati delle gare d’appalto e dei contratti conclusi. La trasparenza e l’adeguatezza degli strumenti previsti dal Re­go­lamento per l’attuazione delle attività operative del GMES sa­ranno, inoltre, oggetto di una relazione di valutazione intermedia e di una relazione di valutazione ex post che la Com­mis­sione presenterà al Parlamento europeo, al Consiglio economico e sociale ed al Comitato delle regioni rispettivamente entro il 31 dicembre 2012 ed il 31 dicembre 2015.
L’avvio della fase iniziale di operatività del Global Monitoring for Environment and Security (GMES) costituisce una applicazione fondamentale della Politica spaziale europea ed apre per l’Unione europea un’interessante prospettiva di crescita quale attore del panorama politico mondiale, in considerazione dell’impatto potenziale che una effettiva indipendenza nella rilevazione e nella gestione di dati potrebbe avere sulla conduzione di politiche in settori strategici come lo sviluppo so­stenibile ed il cambiamento climatico a livello globale.
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