LA CENTRALITA' DEGLI STUDI EUROPEI - Sud in Europa

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LA CENTRALITA' DEGLI STUDI EUROPEI

Archivio > Anno 2007 > Giugno 2007
di Giovanni CELLAMARE (Direttore del Dipartimento di Diritto Internazionale e dell’Unione Europea dell’Università degli Studi di Bari)    
Autorità, Magnifico Rettore, illustri relatori, cari colleghi, studentesse e studenti, sono particolarmente lieto di potermi rivolgere brevemente a tutti voi in quest’aula, in occasione del secondo degli appuntamenti della Facoltà di Scienze politiche dedicati, con l’approccio interdisciplinare proprio di detta Facoltà, alla celebrazione dei cinquant’anni dei Trattati comunitari.
Tali Trattati, vale pena di ricordare, sono funzionali anzitutto alla pace, anche all’esterno dell’Unione. Sulla falsa riga di quanto recentemente osservato dal Presidente Giorgio Napolitano, in proposito va considerato che la dimensione attuale dei problemi di sicurezza internazionale richiede un impegno complessivo dell’Unione europea: in tal senso sono degni di nota alcuni sviluppi dell’azione della stessa Unione in aree di crisi africana, tali da porre quest’ultima come diretto interlocutore del Consiglio di sicurezza dell’ONU, senza il “filtro” della NATO.
Porto il saluto mio e del Dipartimento di diritto internazionale e dell’Unione europea a tutti i partecipanti al Convegno. Esprimo compiacimento e apprezzamento per l’iniziativa odierna che vede il Dipartimento accanto alla Facoltà di Scienze politiche ed a Europe Direct Puglia nell’organizzazione di un convegno, con l’importante sostegno dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Puglia che ringrazio in modo particolare: il Convegno odierno consolida la collaborazione tra il Dipartimento e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale per iniziative, a molti dei presenti ben note, aventi ad oggetto tematiche dell’Unione europea.
Nella qualità in cui intervengo, non posso fare a meno di rilevare che l’incontro di studio di oggi è concreta manifestazione del consolidato interesse scientifico del Dipartimento, e ancor prima dell’Istituto suo predecessore, anche per dette tematiche: ricordo che in questa stessa aula in anni passati abbiamo avuto la fortuna di ascoltare illuminanti relazioni di diritto comunitario di comuni Maestri di più generazioni di ricercatori: la memoria, come tutti immaginate, va a Francesco Capotorti e a Vincenzo Starace.
Non ho il compito di soffermarmi sul contenuto del Convegno presentato dal Preside Triggiani. Mi limito a rilevarne l’ampiezza: la qual cosa si ricava agevolmente dalla scaletta degli interventi programmati.
Di seguito saranno affrontati profili del diritto dell’Unione europea che possono definirsi classici, la cui permanente centralità nel dibattito politico e negli studi giuridici è a tutti nota. Ciò trova inequivocabile riscontro nell’opera di continuo aggiornamento dei celebri manuali di cui sono Autori alcuni illustri giuristi di chiara fama internazionale presenti tra i relatori ed il pubblico.
Gli studenti direttamente coinvolti nell’evento odierno avranno la possibilità di conoscere e ascoltare questi celebri Autori e gli altri illustri Studiosi qui presenti. Per alcuni si tratta di un gradito ritorno.
D’altro canto, affrontare i temi che figurano nella brochure significa esaminare la congruenza dell’attuale struttura istituzionale con l’Unione a 27 membri, posto il rilevato collegamento – che a me non pare del tutto evidente – tra il più recente ampliamento e il rallentamento del processo di produzione normativa dell’Unione. Non può nascondersi, al di là delle celebrazioni, una netta percezione di disorientamento nel presente, in contrapposizione agli indubbi successi del passato; invero, la rendita finora maturata non appare idonea a colmare l’assenza di prospettiva. Né questa può ridursi, come invece indicato da un approccio minimalista, all’integrazione economica, ancorché si tratti di un aspetto molto importante.
In effetti, se per un verso un siffatto approccio può servire a concentrare l’attenzione sulla soluzione di problemi centrali, quali i rapporti con le potenze economiche asiatiche e la riforma del welfare state, per altro verso lo stesso non è idoneo a incidere sulla soluzione di problemi strutturali di governance dell’Unione. Sono sicuro che dalle relazioni pertinenti verranno utili indicazioni in materia.
Non sottraggo altro tempo, di nuovo grazie a tutti per aver accolto l’invito a partecipare all’appuntamento odierno e buon lavoro.
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