AL VIA IL PIANO D PER LA DEMOCRAZIA, IL DIALOGO E IL DIBATTITO
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Di
fronte alla battuta di arresto del processo di costruzione europea con
il “no” dei referendum della Francia e dei Paesi Bassi al Trattato
Costituzionale ed alla stagnazione del processo di integrazione politico
in seguito all’allargamento dell’Ue a 10 nuovi Paesi, la Commissione
europea ha ripensato la propria strategia di comunicazione al fine di
rilanciare il dialogo con i cittadini e la società civile.
Dopo una prima ridefinizione della sua politica di informazione e di comunicazione, la Commissione - su iniziativa della sua vicepresidente Margot Wallström Commissario per le relazioni istituzionali e la comunicazione, - ha preparato il cosiddetto Piano D. D come dialogo, dibattito e democrazia: queste sono le parole-chiave su cui si basa il Piano, che ha lo scopo di gettare le basi per un dibattito più approfondito sul futuro dell’Europa, in attesa del Libro Bianco sulla Comunicazione che sarà adottato in dicembre.
Il 13 ottobre scorso il Piano è stato presentato alla stampa ed all'opinione pubblica durante una videoconferenza via Europe by Satellite. In quest’occasione la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea ha aperto le porte alla cittadinanza, alla stampa e ai media, d’intesa con il Centro Nazionale di Informazione e Documentazione Europea (CIDE) ed in contemporanea con le altre Rappresentanze della Commissione nei Paesi membri dell’UE.
Il Piano, adottato dalla Commissione nella riunione collegiale del 12 ottobre, ha l’obiettivo di intavolare un dibattito sul futuro dell’Europa, impegnando i capi di Stato e di governo dei 25 Stati membri a trovare un consenso sulle politiche dell’Unione e a farsi promotori del cambiamento di fronte alle sfide del XXI secolo.
I capi di Stato e di Governo hanno, infatti, chiesto un periodo di riflessione per portare avanti i dibattiti nazionali sui temi dell’Europa. Il “periodo di riflessione servirà a consentire in ciascuno dei nostri paesi un ampio dibattito, che coinvolga i cittadini, la società civile, le parti sociali, i parlamenti nazionali e i partiti politici”. A fianco dei governi, la Commissione avrà un ruolo di primo piano nell’agevolare tale dibattito, lavorando in sinergia con il Parlamento europeo e gli altri organismi europei.
Nel dare avvio al piano, Margot Wallström ha dichiarato: “Il piano D incoraggia il dibattito, il dialogo e l’ascolto. È un modo per avvalersi delle idee politiche per promuovere i cambiamenti. Di fronte alle sfide della globalizzazione, la gente pone domande pressanti sulla sicurezza del lavoro e le pensioni, l’immigrazione e gli standard di vita. L’ Europa deve rinnovarsi e il suo rinnovamento costituisce già, in parte, una risposta a tali sfide”.
La Wallström ha ben interpretato il suo ruolo di Commissario europeo per le relazioni istituzionali e la comunicazione aprendo un proprio blog attraverso il quale partecipare al dialogo con i cittadini. (http://weblog.jrc.cec.eu.int/page/walstrom).
Qualsiasi visione del futuro dell’Europa dovrebbe basarsi, infatti, su una chiara coscienza delle necessità e delle aspettative dei cittadini. Per venire incontro alle esigenze collettive, la Commissione propone iniziative specifiche a livello europeo attraverso la partecipazione e la creazione di gruppi di cittadini che contribuiscano al processo di elaborazione delle politiche.
Per raggiungere questo scopo, la Commissione prevede una serie di azioni che si ispirano a tre elementi essenziali: lo sviluppo di un ampio dibattito pubblico sull'avvenire dell'Europa; la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell'Unione; l'attivazione di strumenti nuovi e più efficaci per consentire un dialogo interattivo sulle politiche dell'Unione al livello più vicino ai cittadini.
Incoraggiare il dibattito pubblico
Tutti gli Stati membri si sono impegnati nel promuovere dibattiti nazionali sul futuro dell’Europa. Il ruolo della Commissione è di primo piano nell'agevolare l'andamento del dibattito nei 25 paesi coinvolti. Bruxelles, in particolare, contribuirà offrendo modelli e suggerendo alcuni temi chiave per organizzare un quadro comune per i dibattiti nazionali (per esempio il National Forum in Irlanda). Tali dibattiti, nei quali la Commissione si impegna ad assistere gli Stati membri, costituiscono il fulcro del piano D.
Iniziative chiave per rafforzare il dialogo
La Commissione propone 13 iniziative specifiche a livello europeo per incoraggiare e promuovere la partecipazione dei cittadini e dar vita a un autentico dialogo sulle politiche europee. Tali azioni comprenderanno un maggiore impegno da parte dei commissari Ue, con una serie di visite negli Stati membri e nei Parlamenti nazionali, la creazione di una rete di “Ambasciatori europei della buona volontà ” per elevare il livello del dibattito europeo e un rinnovato supporto a progetti volti a incrementare la partecipazione al voto.
Fra le azioni è prevista, inoltre, una maggiore trasparenza delle procedure legislative, un maggiore coinvolgimento del Comitato economico e sociale e del Comitato delle Regioni e l’impegno per una maggiore apertura ai lavori del Consiglio. Le azioni sfoceranno in una maxi-conferenza sul futuro dell'Europa che si svolgerà a Bruxelles il 9 maggio 2006, in cui sarà celebrata la “Giornata dell’Europa”.
Il processo di feedback
La Commissione strutturerà il processo di feedback. Un primo feedback dei dibattiti nazionali è previsto per il 9 maggio, data in cui sarà organizzata una conferenza sul futuro dell'Ue che metterà insieme le principali conclusioni dei dibattiti a livello nazionale. La Commissione, infatti, preparerà per tale occasione una relazione di sintesi dei dibattiti nazionali per il Consiglio europeo che si svolgerà, sotto la presidenza austriaca, nel giugno 2006. Questo processo dovrebbe portare a tracciare concretamente il cammino futuro dell’Europa.
Le tredici azioni dovranno, dunque, rilanciare il dibattito europeo e la partecipazione di cittadini sui grandi temi comunitari, dalla competitività all’allargamento, dalla politica di coesione alla sicurezza. Un dibattito transfrontaliero promosso da Bruxelles, ma le cui modalità di svolgimento saranno affidate interamente a ciascun Paese, che individuerà le azioni concrete e i temi su cui puntare a seconda degli umori e degli scetticismi nazionali. L’ambizione del Piano D è rispondere a questi interrogativi, definendo “una road map per il futuro dell'Europa”, ma in realtà non è altro che una generica cornice all'interno della quale orientare gli sforzi nazionali a favorire il dibattito e un calendario di appuntamenti istituzionali.
Bruxelles dà le linee guida, ma delegherà l’attuazione ai governi nazionali, che meglio conoscono e possono monitorare gli umori dei cittadini, leggere le ragioni dell’euroscetticismo alla luce della situazione nazionale, ancorare le politiche di Bruxelles all’opinione pubblica nazionale. Intanto si sta mettendo a punto un Libro bianco, che sarà pubblicato a fine anno, dedicato agli aspetti interistituzionali dell’Unione e a rilanciare il ruolo della comunicazione a livello politico.
La strategia italiana per attuare il Piano D sarà focalizzata su quattro temi di “emergenza”: gli obiettivi della Strategia di Lisbona, ossia crescita, occupazione e competitività, lo spazio di libertà, giustizia e sicurezza; gli obiettivi della Strategia di Goteborg, cioè sviluppo sostenibile e tutela ambientale; la solidarietà fra le generazioni.
E visto che i cittadini italiani utilizzano spesso il web per informarsi sull’Unione europea, partirà presto una newsletter quindicinale con articoli di analisi e con le prospettive della politica europea. Il sito sarà poi arricchito da una sezione dedicata alle euro-bufale, tutte quelle notizie circolanti sulla stampa (e totalmente inventate) che creano e diffondono “falsi miti” sulle attività e sulle direttive dell’Ue.
Per leggere il documento:
http://europa.eu.int/italia/documenti/pianoD.doc
Dopo una prima ridefinizione della sua politica di informazione e di comunicazione, la Commissione - su iniziativa della sua vicepresidente Margot Wallström Commissario per le relazioni istituzionali e la comunicazione, - ha preparato il cosiddetto Piano D. D come dialogo, dibattito e democrazia: queste sono le parole-chiave su cui si basa il Piano, che ha lo scopo di gettare le basi per un dibattito più approfondito sul futuro dell’Europa, in attesa del Libro Bianco sulla Comunicazione che sarà adottato in dicembre.
Il 13 ottobre scorso il Piano è stato presentato alla stampa ed all'opinione pubblica durante una videoconferenza via Europe by Satellite. In quest’occasione la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea ha aperto le porte alla cittadinanza, alla stampa e ai media, d’intesa con il Centro Nazionale di Informazione e Documentazione Europea (CIDE) ed in contemporanea con le altre Rappresentanze della Commissione nei Paesi membri dell’UE.
Il Piano, adottato dalla Commissione nella riunione collegiale del 12 ottobre, ha l’obiettivo di intavolare un dibattito sul futuro dell’Europa, impegnando i capi di Stato e di governo dei 25 Stati membri a trovare un consenso sulle politiche dell’Unione e a farsi promotori del cambiamento di fronte alle sfide del XXI secolo.
I capi di Stato e di Governo hanno, infatti, chiesto un periodo di riflessione per portare avanti i dibattiti nazionali sui temi dell’Europa. Il “periodo di riflessione servirà a consentire in ciascuno dei nostri paesi un ampio dibattito, che coinvolga i cittadini, la società civile, le parti sociali, i parlamenti nazionali e i partiti politici”. A fianco dei governi, la Commissione avrà un ruolo di primo piano nell’agevolare tale dibattito, lavorando in sinergia con il Parlamento europeo e gli altri organismi europei.
Nel dare avvio al piano, Margot Wallström ha dichiarato: “Il piano D incoraggia il dibattito, il dialogo e l’ascolto. È un modo per avvalersi delle idee politiche per promuovere i cambiamenti. Di fronte alle sfide della globalizzazione, la gente pone domande pressanti sulla sicurezza del lavoro e le pensioni, l’immigrazione e gli standard di vita. L’ Europa deve rinnovarsi e il suo rinnovamento costituisce già, in parte, una risposta a tali sfide”.
La Wallström ha ben interpretato il suo ruolo di Commissario europeo per le relazioni istituzionali e la comunicazione aprendo un proprio blog attraverso il quale partecipare al dialogo con i cittadini. (http://weblog.jrc.cec.eu.int/page/walstrom).
Qualsiasi visione del futuro dell’Europa dovrebbe basarsi, infatti, su una chiara coscienza delle necessità e delle aspettative dei cittadini. Per venire incontro alle esigenze collettive, la Commissione propone iniziative specifiche a livello europeo attraverso la partecipazione e la creazione di gruppi di cittadini che contribuiscano al processo di elaborazione delle politiche.
Per raggiungere questo scopo, la Commissione prevede una serie di azioni che si ispirano a tre elementi essenziali: lo sviluppo di un ampio dibattito pubblico sull'avvenire dell'Europa; la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell'Unione; l'attivazione di strumenti nuovi e più efficaci per consentire un dialogo interattivo sulle politiche dell'Unione al livello più vicino ai cittadini.
Incoraggiare il dibattito pubblico
Tutti gli Stati membri si sono impegnati nel promuovere dibattiti nazionali sul futuro dell’Europa. Il ruolo della Commissione è di primo piano nell'agevolare l'andamento del dibattito nei 25 paesi coinvolti. Bruxelles, in particolare, contribuirà offrendo modelli e suggerendo alcuni temi chiave per organizzare un quadro comune per i dibattiti nazionali (per esempio il National Forum in Irlanda). Tali dibattiti, nei quali la Commissione si impegna ad assistere gli Stati membri, costituiscono il fulcro del piano D.
Iniziative chiave per rafforzare il dialogo
La Commissione propone 13 iniziative specifiche a livello europeo per incoraggiare e promuovere la partecipazione dei cittadini e dar vita a un autentico dialogo sulle politiche europee. Tali azioni comprenderanno un maggiore impegno da parte dei commissari Ue, con una serie di visite negli Stati membri e nei Parlamenti nazionali, la creazione di una rete di “Ambasciatori europei della buona volontà ” per elevare il livello del dibattito europeo e un rinnovato supporto a progetti volti a incrementare la partecipazione al voto.
Fra le azioni è prevista, inoltre, una maggiore trasparenza delle procedure legislative, un maggiore coinvolgimento del Comitato economico e sociale e del Comitato delle Regioni e l’impegno per una maggiore apertura ai lavori del Consiglio. Le azioni sfoceranno in una maxi-conferenza sul futuro dell'Europa che si svolgerà a Bruxelles il 9 maggio 2006, in cui sarà celebrata la “Giornata dell’Europa”.
Il processo di feedback
La Commissione strutturerà il processo di feedback. Un primo feedback dei dibattiti nazionali è previsto per il 9 maggio, data in cui sarà organizzata una conferenza sul futuro dell'Ue che metterà insieme le principali conclusioni dei dibattiti a livello nazionale. La Commissione, infatti, preparerà per tale occasione una relazione di sintesi dei dibattiti nazionali per il Consiglio europeo che si svolgerà, sotto la presidenza austriaca, nel giugno 2006. Questo processo dovrebbe portare a tracciare concretamente il cammino futuro dell’Europa.
Le tredici azioni dovranno, dunque, rilanciare il dibattito europeo e la partecipazione di cittadini sui grandi temi comunitari, dalla competitività all’allargamento, dalla politica di coesione alla sicurezza. Un dibattito transfrontaliero promosso da Bruxelles, ma le cui modalità di svolgimento saranno affidate interamente a ciascun Paese, che individuerà le azioni concrete e i temi su cui puntare a seconda degli umori e degli scetticismi nazionali. L’ambizione del Piano D è rispondere a questi interrogativi, definendo “una road map per il futuro dell'Europa”, ma in realtà non è altro che una generica cornice all'interno della quale orientare gli sforzi nazionali a favorire il dibattito e un calendario di appuntamenti istituzionali.
Bruxelles dà le linee guida, ma delegherà l’attuazione ai governi nazionali, che meglio conoscono e possono monitorare gli umori dei cittadini, leggere le ragioni dell’euroscetticismo alla luce della situazione nazionale, ancorare le politiche di Bruxelles all’opinione pubblica nazionale. Intanto si sta mettendo a punto un Libro bianco, che sarà pubblicato a fine anno, dedicato agli aspetti interistituzionali dell’Unione e a rilanciare il ruolo della comunicazione a livello politico.
La strategia italiana per attuare il Piano D sarà focalizzata su quattro temi di “emergenza”: gli obiettivi della Strategia di Lisbona, ossia crescita, occupazione e competitività, lo spazio di libertà, giustizia e sicurezza; gli obiettivi della Strategia di Goteborg, cioè sviluppo sostenibile e tutela ambientale; la solidarietà fra le generazioni.
E visto che i cittadini italiani utilizzano spesso il web per informarsi sull’Unione europea, partirà presto una newsletter quindicinale con articoli di analisi e con le prospettive della politica europea. Il sito sarà poi arricchito da una sezione dedicata alle euro-bufale, tutte quelle notizie circolanti sulla stampa (e totalmente inventate) che creano e diffondono “falsi miti” sulle attività e sulle direttive dell’Ue.
Per leggere il documento:
http://europa.eu.int/italia/documenti/pianoD.doc