UN PATTO EUROPEO PER LA GIOVENTU' - Sud in Europa

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UN PATTO EUROPEO PER LA GIOVENTU'

Archivio > Anno 2005 > Settembre 2005

di Vittorio CALAPRICE    
Il Consiglio europeo riunitosi a Bruxelles il 22-23 marzo ha adottato, nell’ambito della Strategia di Lisbona per la crescita e lo sviluppo, un’importante iniziativa in materia di politiche a favore dei giovani, denominata Patto europeo per la Gioventù, un’articolata analisi dei programmi comunitari rivolti ai giovani cittadini d’Europa con l’obiettivo generale di individuare ulteriori azioni per migliorarne l’istruzione, le opportunità formative, la mobilità, l’inserimento professionale e l’inclusione sociale, nonché facilitarne la conciliazione della loro attività professionale con la vita familiare.
Questo patto europeo assume un particolare rilievo nell’ambito del dibattito sulle attuali politiche giovanili in Europa, sia in quanto rappresenterà il quadro politico e giuridico delle prossime iniziative dell’Unione sulle politiche per i suoi giovani cittadini sia perchè costituirà un nuovo punto di partenza per l’adozione dei futuri programmi giovanili da parte degli Stati membri. L’efficacia delle sua azione, si legge nella comunicazione della Commissione (doc. COM (2005) 206 def. ), dipenderà naturalmente anche dal coinvolgimento degli attori interessati (stakeholders), in primo luogo delle organizzazioni giovanili a livello nazionale, regionale, locale, così come del Forum europeo della gioventù, degli enti locali e delle parti sociali.
La comunicazione indica (richiamando le precedenti analisi del Libro Bianco sulla Gioventù) le numerose criticità con le quali i giovani europei devono confrontarsi nell’attuale periodo di globalizzazione, prime fra tutte un tasso di disoccupazione doppio rispetto a quello generale, un rischio di povertà particolarmente elevato, un complesso ricambio generazionale reso necessario dal progressivo invecchiamento della popolazione. Per questi motivi la strategia di Lisbona, e il Patto europeo per la gioventù in particolare, hanno definito azioni mirate a migliorare l’istruzione e la formazione ma anche l’inserimento professionale, l’inclusione sociale e la mobilità dei giovani dell’Unione europea. La Commissione lancerà infine una consultazione Internet sulle politiche Ue per la gioventù che prenderà il via questa estate e si concluderà a fine 2005 con gli Stati generali della gioventù – iniziativa intitolata “I giovani prendono la parola” – a cui parteciperanno i ragazzi europei, i membri della Commissione responsabili del settore, eurodeputati e altri responsabili politici.
Quali sono, in breve, le linee d’azione principali a cui l’Unione e gli Stati membri saranno invitati a costruire le proprie politiche in materia?
Sono riunite in tre grandi aree.
La prima interviene nel campo della occupazione, integrazione e promozione sociale, settori nei quali ci si impegnerà a:
- assicurare il proseguimento delle politiche a favore dell’integrazione sostenibile dei giovani nel mercato del lavoro, nel quadro del programma di apprendimento reciproco in materia di occupazione;
- mirare all’aumento dell’occupazione giovanile;
- dare la priorità, nel quadro della politica nazionale in materia di inclusione sociale, al miglioramento della situazione dei giovani piu’ vulnerabili, in particolare di quelli colpiti dalla povertà, nonché alle iniziative volte a contrastare gli abbandoni scolastici;
- invitare i datori di lavoro e le imprese a dare prova di responsabilità sociale nel settore dell’inserimento professionale dei giovani;
- incoraggiare i giovani a sviluppare uno spirito imprenditoriale e favorire l’emergere di giovani imprenditori.
Il secondo campo fa riferimento al settore dell’istruzione, della formazione e della mobilità, per i quali si richiede di:
- concentrare gli sforzi sul problema dell’abbandono precoce del sistema scolastico;
- ampliare le possibilità per gli studenti di effettuare un periodo di studi in un altro Stato membro;
- incoraggiare la mobilita dei giovani rimuovendo gli ostacoli per i tirocinanti, i volontari, i lavoratori, nonché le loro fa-miglie;
- per i ricercatori, rafforzare le iniziative in corso nel quadro del programma Marie Curie;
- sviluppare, tra Stati membri, una più stretta cooperazione in materia di trasparenza e di comparabilità delle qualifiche professionali e un riconoscimento dell’istruzione non formale.
Infine, verrà prestata particolare attenzione alla conciliazione della vita professionale del giovane con la sua vita personale e familiare, cercando di:
- estendere la rete di servizi di custodia dei bambini e lo sviluppo di forme innovative di organizzazione del lavoro;
- esaminare le politiche a favore dei bambini, alla luce dei dibattiti in merito al libro verde della Commissione sui cambiamenti demografici.
“L’avvenire dell’Europa dipenderà sempre più dalla sua attitudine a favorire l’emergere di società fatte su misura di bambini e giovani”, ha dichiarato Ján Figel’, Commissario responsabile per istruzione, cultura, formazione e multilinguismo, che ha aggiunto a commento di questo documento: “La comunicazione adottata mostra chiaramente che il partenariato di Lisbona per la crescita e l’occupazione ha un grande interesse per i giovani perché affronta delle questioni che li riguardano direttamente”. Insomma, i giovani al centro del processo di crescita e sviluppo dell’Unione e soggetti promotori di una cittadinanza europea attiva.
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