UN TENTATIVO DI DELINEARE LA POLITICA MARITTIMA EUROPEA IN CHIAVE INNOVATIVA: IL NUOVO LIBRO VERDE
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di Paola PAPA (Assegnista di ricerca nell’Università degli Studi di Bari)
Il
7 giugno scorso la Commissione europea ha pubblicato il Libro verde:
“Verso la futura politica marittima dell’Unione: oceani e mari nella
visione europea” con il quale si apre un’ampia consultazione sul
rapporto che i cittadini europei intendono avere con i mari e gli
oceani.Il Presidente Barroso ha dato incarico al Commissario Borg,
responsabile della pesca e degli affari marittimi, di guidare una vera e
propria task force sulla politica marittima, fondata sulla stretta
collaborazione fra i commissari delle imprese e dell’industria, dei
trasporti, dell’ambiente, delle politiche regionali, della ricerca, e
dell’energia. La novità consiste nell’invito aperto a tutti ad
intervenire nel dibattito sollecitando commenti e riflessioni su quale
sia la strategia migliore da seguire per impostare in futuro una
politica marittima integrata. Non solo gli Stati membri, ma anche le
regioni, le industrie, le ONG e l’opinione pubblica sono chiamati a dire
la loro. Una vasta partecipazione al processo decisionale è essenziale
dal momento che gli oceani e i mari costituiscono una risorsa capitale
per la vita sul pianeta non solo per il ruolo chiave che svolgono per la
vita economica, sociale e culturale della comunità, ma anche perché
rappresentano una fonte preziosa di ricchezza dalle enormi potenzialità.
Basti pensare che il 70% della superficie della terra è coperta da
oceani e mari e che essi svolgono funzioni vitali dal punto di vista
ecologico e ad essi sono collegate innumerevoli attività umane, di
natura economica, sociale, ricreativa e culturale. Il Libro nasce
prevalentemente dal desiderio di superare l’approccio settoriale e
frammentario che ha finora contraddistinto la gestione delle attività
legate al mare, organizzata generalmente a livello locale sulla base di
strutture, background culturali ed impostazioni manageriali proprie, che
hanno inevitabilmente portato a traiettorie di sviluppo isolate, ben
lontane da una possibile ottica sistemica. Attività come i trasporti, la
navigazione, le industrie portuali, la produzione di energia in mare,
la pesca, l’acquacoltura, la ricerca marina, il turismo, vengono spesso
gestite in compartimenti stagni entro i rigidi confini nazionali o
locali e senza un disegno politico di coordinamento che armonizzi i
meccanismi di competizione ed eviti la duplicazione degli sforzi. Ciò si
ripercuote, senza dubbio, sulla capacità dell’Europa di liberare
appieno il potenziale che la risorsa marina offre in termini di
crescita, occupazione e prosperità.In un mondo sempre più globalizzato e
soggetto a forti spinte tecnologiche, le attività marittime evolvono
continuamente e si diversificano sempre più, rendendo imprescindibile
un’azione di coordinamento e pianificazione finalizzata ad evitare
conflitti e ad ottimizzare i risultati. In particolare, con il nuovo
Libro verde, la Commissione intende evidenziare le relazioni di
interdipendenza fra i diversi settori mettendo in luce, allo stesso
tempo, eventuali conflittualità nell’esercizio delle attività marittime.
Ad esempio, si sottolinea l’esigenza di promuovere uno sviluppo delle
infrastrutture portuali compatibile con la protezione degli ecosistemi
locali, con la promozione dell’acquacoltura costiera e con l’espansione
turistica. Si affronta, inoltre, il problema di coordinare un numero
crescente di attività variegate (pesca, trasporto container, diporto,
compagnie petrolifere, centrali eoliche) in acque divenute sempre più
affollate. Tale linea di pensiero risulta coerente con gli Obiettivi
strategici della Commissione europea per il 2005-2009 che sottolineano,
infatti, “la particolare esigenza di una politica marittima globale tesa
a sviluppare in maniera ecologicamente sostenibile un’economia
marittima prospera, sfruttando appieno le potenzialità dell’industria
marittima. Tale politica deve poter contare sull’eccellenza nel settore
della ricerca scientifica marina, della tecnologia e dell’innovazione.”I
nodi portuali, come fulcri dell’industria marittima, meritano una
considerazione particolare. Secondo i dati dell’ESPO (European Sea Ports
Organisation, Una politica dei porti marittimi. Una guida pratica per i
decisori politici dell’Unione Eu-ropea, 2004), la Comunità Europea
attraverso i propri porti veicola quasi la totalità del proprio
commercio con l’estero e quasi la metà del proprio commercio interno (in
media 3,5 miliardi di tonnellate di merci l’anno). Senza dimenticare i
350 milioni di passeggeri annui che equivalgono a circa il 70% della
po-polazione europea. Pertanto, i porti europei costituiscono una delle
fondamenta della potenza economica della Comunità e del mercato unico
Europeo, e rappresentano una sfida unica per l’istituzione di un quadro
politico di riferimento.Alla questione della sostenibilità ambientale
viene prestata un’attenzione particolare affinché le varie forme di
sfruttamento attuale dei mari non pregiudichino la disponibilità di tali
risorse nel futuro e, parallelamente, si evidenzia come il problema
dell’inquinamento marino non possa essere preso in considerazione
indipendentemente dall’attività umana sulla terra, dato che circa l’80%
di esso risulta imputabile ad attività terrestri.Inoltre, si analizzano
le criticità che affliggono in misura maggiore le zone costiere come il
terrorismo, il traffico di droga, la tratta degli esseri umani, la
pirateria, l’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e i crimini
ambientali.Con il Libro verde la Commissione intende perseguire un
disegno politico di coordinamento frutto di una riflessione comune
sviluppatasi a livello internazionale. Infatti, già nel Preambolo della
Convenzione dell’ONU sul diritto del mare del 1982 (di cui fa parte la
Comunità europea) si rilevava come i problemi degli spazi oceanici
fossero strettamente collegati e, pertanto, necessitassero di essere
considerati nel loro insieme. Si è trattato, dunque, di una prima tappa
nel processo di programmazione finalizzato a colmare le lacune che
affliggono la gestione degli affari marittimi. Successivamente, il
Programma di attuazione del 2002 del vertice mondiale sullo sviluppo
sostenibile di Johannesburg aveva ribadito la necessità di coordinare le
azioni di policy nel settore marittimo, sulla base del principio che
gli oceani e i mari possono essere considerati fattori critici per la
sicurezza dell’approvvigionamento alimentare mondiale e per la
prosperità economica. Seguendo la scia di altri paesi come l’Australia,
il Canada e gli Stati Uniti che hanno già avviato politiche oceaniche
integrate, l’Europa si impegna con il Libro verde a dare un
significativo contributo alla definizione della politica marittima
futura. Il Libro è stato redatto in modo sinergico rispetto alla
“Strategia tematica per la protezione e la conservazione dell’ambiente
marino” al fine di rafforzare la coerenza delle politiche relative
all’ambiente marino a tutti i livelli di gestione e per tutti i
programmi e le attività che influiscono su di esso. Affinché il Libro
verde si inserisse al meglio nel quadro di sviluppo europeo, la Task
Force ha svolto un’analisi articolata di tutti gli aspetti che
direttamente o indirettamente possono essere ricondotti all’ambito
marittimo, siano essi di natura geografica, ecologica, economica,
sociale o legislativa, studiano le opportunità, i rischi, i punti di
forza e di debolezza del settore. Si è pensato, inoltre, di istituire un
sistema informativo integrato che registri tutti i dati rilevanti sullo
stato, sulle pressioni e sulle tendenze in atto a livello economico,
sociale ed ambientale nei mari e negli oceani che bagnano
l’Unione.L’obiettivo europeo di creare un’economia marittima vivace e
sostenibile per il XXI secolo ed oltre, secondo le indicazioni contenute
nel nuovo Libro verde, passa attraverso la promozione dello sviluppo
sostenibile dei mari e degli oceani, e di tutte le attività di varia
natura che ruotano attorno ad essi, mediante percorsi reali di
cooperazione e coordinamento, a vari livelli, fra tutte le autorità
competenti e le loro iniziative, verso una gestione integrata
multidisciplinare e multisettoriale del settore marittimo.