LA PUGLIA E L'ATTICA PER L'EUROPA FEDERALE
Archivio > Anno 2003 > Dicembre 2003
di Franco PUNZI
Nell’ambito
delle azioni di cooperazione che si vanno sviluppando tra la Puglia e
l’Attica, si è tenuto dal 13 al 15 novembre scorso un convegno sulla
“Nuova Europa allargata ed il ruolo del Mediterraneo” con sessioni
svolte presso il Palazzo Zoppio di Atene e il Centro Culturale del
Comune di Galatsi.
La delegazione italiana, capeggiata dal Direttivo dell’AICCRE – Puglia, con il Presidente Ennio Triggiani, ha visto la partecipazione del Rettore Giovanni Girone, di diciotto sindaci, rappresentanti della Regione e delle Province della Puglia. Presenti delegazioni di quindici Paesi del Mediterraneo e della nuova Europa, molto qualificate, appartenenti al mondo politico, amministrativo, culturale e delle varie Università.
Si è partiti dal nuovo Trattato Costituzionale e dall’allargamento ai dieci Paesi con le attività culturali collegate alla tutela ambientale, ai flussi migratori, al libero scambio, al lavoro per i giovani e alla pace, in riferimento anche ai Giochi Olimpici del 2004. I lavori si sono svolti in un’atmosfera di tristezza e di mestizia per gli avvenimenti di violenza e di sangue con le notizie giunte da Bagdad e dal Medio Oriente, mentre i temi venivano affrontati da relatori molto preparati e sviluppati con grande equilibrio da palestinesi, israeliani, egiziani, turchi, ciprioti, greci oltre che croati e ungheresi e dei Paesi di Malta, Marocco e Tunisia.
Il Mediterraneo, il mare che unisce, diventa facilmente il mare che divide ma si ha fiducia che l’allargamento porti ad una maggiore solidarietà che elimini tensioni e generi una diminuzione dei flussi migratori. Basta guardare al Portogallo e alla Spagna, che sono state terre di emigranti e che oggi sono diventate di accoglienza. A questo proposito importante sarà creare condizioni di vivibilità nei paesi più poveri con nuove legislazioni che annoverino il rispetto della persona e la tutela dei diritti umani. Va creato nell’area del Mediterraneo un equilibrio con utilizzo delle varie professionalità, con scambio di esperti nei vari settori, secondo le realtà dei singoli Paesi, agevolando condizioni di vita civile. Il discorso culturale è basilare, occorre creare reti tra le Università del Mediterraneo, attività di formazione professionale, corsi di laurea secondo le esigenze, il tutto collegato alle risorse e alle economie del territorio.
Vanno colmate le disparità esistenti, perché molte volte registriamo situazioni assurde dove ad alcuni è tutto permesso, mentre ad altri è negato tutto, con un divario che cresce giorno per giorno e con un danno notevole per le giovani generazioni che, non trovando spazio, si ribellano e creano violenza e arroganza. Pertanto, la necessità di posti di lavoro in una fase che certamente è di transizione, va affrontata tempestivamente e vanno mobilitate tutte le energie, incoraggiando il turismo culturale, valorizzando i beni e le realtà ambientali e di grande interesse.
I Giochi Olimpici devono essere anche l’occasione di una riflessione e rappresentare una mobilitazione perché non ci sia soltanto una sospensione dei conflitti, ma un dialogo per un confronto interculturale e interreligioso.
Si chiede infine, a proposito della Convenzione Europea, un rafforzamento del Comitato delle Regioni, quale organo istituzionale dell’amministrazione locale per realizzare l’Europa Federale che veda protagonisti i cittadini e i loro diretti rappresentanti.
Infatti i Sindaci e le Autonomie locali possono far maturare alla base una coscienza di comprensione e di solidarietà ed imporre ai Governi la politica della collaborazione per sconfiggere violenza e viltà. È questo il messaggio forte che è venuto da un convegno che senz’altro è stato fra i più qualificati, ricco di contenuti, ma soprattutto di proposte e di impegni.
La delegazione italiana, capeggiata dal Direttivo dell’AICCRE – Puglia, con il Presidente Ennio Triggiani, ha visto la partecipazione del Rettore Giovanni Girone, di diciotto sindaci, rappresentanti della Regione e delle Province della Puglia. Presenti delegazioni di quindici Paesi del Mediterraneo e della nuova Europa, molto qualificate, appartenenti al mondo politico, amministrativo, culturale e delle varie Università.
Si è partiti dal nuovo Trattato Costituzionale e dall’allargamento ai dieci Paesi con le attività culturali collegate alla tutela ambientale, ai flussi migratori, al libero scambio, al lavoro per i giovani e alla pace, in riferimento anche ai Giochi Olimpici del 2004. I lavori si sono svolti in un’atmosfera di tristezza e di mestizia per gli avvenimenti di violenza e di sangue con le notizie giunte da Bagdad e dal Medio Oriente, mentre i temi venivano affrontati da relatori molto preparati e sviluppati con grande equilibrio da palestinesi, israeliani, egiziani, turchi, ciprioti, greci oltre che croati e ungheresi e dei Paesi di Malta, Marocco e Tunisia.
Il Mediterraneo, il mare che unisce, diventa facilmente il mare che divide ma si ha fiducia che l’allargamento porti ad una maggiore solidarietà che elimini tensioni e generi una diminuzione dei flussi migratori. Basta guardare al Portogallo e alla Spagna, che sono state terre di emigranti e che oggi sono diventate di accoglienza. A questo proposito importante sarà creare condizioni di vivibilità nei paesi più poveri con nuove legislazioni che annoverino il rispetto della persona e la tutela dei diritti umani. Va creato nell’area del Mediterraneo un equilibrio con utilizzo delle varie professionalità, con scambio di esperti nei vari settori, secondo le realtà dei singoli Paesi, agevolando condizioni di vita civile. Il discorso culturale è basilare, occorre creare reti tra le Università del Mediterraneo, attività di formazione professionale, corsi di laurea secondo le esigenze, il tutto collegato alle risorse e alle economie del territorio.
Vanno colmate le disparità esistenti, perché molte volte registriamo situazioni assurde dove ad alcuni è tutto permesso, mentre ad altri è negato tutto, con un divario che cresce giorno per giorno e con un danno notevole per le giovani generazioni che, non trovando spazio, si ribellano e creano violenza e arroganza. Pertanto, la necessità di posti di lavoro in una fase che certamente è di transizione, va affrontata tempestivamente e vanno mobilitate tutte le energie, incoraggiando il turismo culturale, valorizzando i beni e le realtà ambientali e di grande interesse.
I Giochi Olimpici devono essere anche l’occasione di una riflessione e rappresentare una mobilitazione perché non ci sia soltanto una sospensione dei conflitti, ma un dialogo per un confronto interculturale e interreligioso.
Si chiede infine, a proposito della Convenzione Europea, un rafforzamento del Comitato delle Regioni, quale organo istituzionale dell’amministrazione locale per realizzare l’Europa Federale che veda protagonisti i cittadini e i loro diretti rappresentanti.
Infatti i Sindaci e le Autonomie locali possono far maturare alla base una coscienza di comprensione e di solidarietà ed imporre ai Governi la politica della collaborazione per sconfiggere violenza e viltà. È questo il messaggio forte che è venuto da un convegno che senz’altro è stato fra i più qualificati, ricco di contenuti, ma soprattutto di proposte e di impegni.