"EUROPE DIRECT" --- POLITICHE EUROPEE DEL TURISMO. UNA NUOVA STRATEGIA DELLA COMMISSIONE
Archivio > Anno 2006 > Maggio 2006
di Cinzia DE MARZO
L'Unione europea, in mancanza di basi giuridiche previste dai trattati istitutivi che possano giustificare interventi diretti della Commissione mediante l’adozione di specifici programmi di azione in favore del turismo, ha comunque sostenuto una politica attiva nel settore, considerando l’importanza che riveste il turismo nel mercato economico mondiale.
Attualmente l’Unione europea si è dotata di una serie di strumenti finanziari per sostenere il turismo e tra questi il più cospicuo è il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che prevede il finanziamento di progetti connessi al turismo sostenibile, volti a incoraggiare modelli di turismo più sostenibile per valorizzare il patrimonio culturale e naturale, sviluppare infrastrutture per l’accessibilità e la mobilità, i servizi a maggior valore aggiunto, le strategie comuni per il turismo transfrontaliero e lo scambio di esperienze a livello interregionale.
Non è da meno anche il Fondo Sociale Europeo (FSE) laddove lo sviluppo del turismo, dato il suo potenziale per la creazione di posti di lavoro, ne rappresenta un’importante area di intervento. Difatti il FSE cofinanzia programmi di istruzione e formazione volti ad accrescere la produttività e la qualità dell’occupazione e dei servizi nel settore turistico.
A seguire c’è anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), che può rappresentare un’opportunità importante per i nuovi Stati membri e per i Paesi candidati (Romania e Bulgaria), poiché il turismo rurale è diventato una notevole fonte di diversificazione dell’economia rurale, ben integrato con le attività agricole.
Negli ultimi anni l’attenzione della Commissione europea è volta in particolare al turismo sostenibile come testimonia il suggerimento della stessa per lo sviluppo e l’attuazione di un’Agenda 21 per il settore del turismo europeo, proposta e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei Ministri con le rispettive Risoluzioni del 14 e 21 maggio 2002.
Altresì nel novembre 2002 durante il I Forum europeo sul turismo svoltosi a Bruxelles, sono state presentate da parte del gruppo di lavoro istituito dalla Commissione e dagli Stati membri in seno al Comitato consultivo per il settore del turismo, le raccomandazioni in merito all’Agenda 21 per il turismo sostenibile, che dovrebbe essere adottata entro il 2007.
Gli obiettivi principali dell’Agenda 21 sono:
– Fornire linee guida per il turismo sostenibile, destinate in modo particolare alle destinazioni turistiche (La destinazione turistica è il target del turismo, il luogo ove si incontrano la domanda e l’offerta e risiedono le attività turistiche e, insieme ai trasporti, costituisce il prodotto del turismo) e alle imprese del settore, che riflettono l’importanza attribuita ai prodotti turistici sostenibili e all’attuazione locale attraverso strumenti quali, ad esempio, l’Agenda 21 a livello locale per il turismo (L’agenda 21 a livello locale può fungere da guida allo sviluppo sostenibile delle località turistiche. Aspetti quali la buona gestione del territorio e la tutela, il moderato utilizzo e la gestione sostenibile delle risorse naturali vulnerabili, della biodiversità e del patrimonio naturale e culturale, sono di fondamentale importanza);
– Raggiungere una crescita del turismo europeo che non sia in alcun modo legata al degrado ambientale e al consumo delle risorse, che eviti e minimizzi gli impatti negativi;
– Ottenere vantaggi socialmente ed economicamente.
Un ulteriore documento ufficiale a supporto di questa nuova tendenza è dato dalla Comunicazione della Commissione del 21.11.2003, recante Orientamenti di base per la sostenibilità del turismo europeo.
In occasione inoltre della Conferenza dei Ministri europei del turismo, intitolata “Il turismo: un fattore decisivo per la crescita e l’occupazione in Europa”, tenutosi a Vienna il 21 marzo 2006 (nell’ambito del semestre europeo di presidenza austriaca), i principali elementi della nuova politica emersi in quella sede sono:
– un maggiore coordinamento delle politiche, per far sì che le iniziative politiche che incidono sul turismo non compromettano la competitività del settore. Gli Stati membri e gli operatori del settore saranno regolarmente consultati, ad esempio per il prossimo Libro verde sugli affari marittimi che riguarderà anche il turismo costiero e marino;
– un migliore uso degli strumenti finanziari comunitari disponibili;
– un’Agenda 21 europea per il turismo;
– una migliore regolamentazione del turismo: la normativa in materia di turismo rientrerà nel processo per il miglioramento della qualità della legislazione comunitaria;
– una maggiore comprensione dell’importanza del turismo, grazie alla diffusione di dati di qualità a tutti i responsabili decisionali;
– una migliore promozione delle destinazioni: la globalizzazione offre l’opportunità di attrarre turisti provenienti dai nuovi mercati (ad esempio Cina, Russia e India), in grado di sostenere spese elevate per le vacanze;
– migliorare la visibilità del turismo: la Commissione continuerà a operare in stretta collaborazione con tutte le parti interessate per promuovere la visibilità di questo importante settore attraverso le manifestazioni organizzate dalla Presidenza.
In altri termini come risulta anche dalla Dichiarazione di Vienna sul futuro del turismo europeo, fermo restando l’intento di preservare e promuovere l’identità delle Regioni europee, la politica europea del turismo dovrebbe essere complementare alle politiche attuate negli Stati membri.
Sul piano giuridico infine, si auspica che con la ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, il turismo possa divenire a tutti gli effetti una materia di competenza comunitaria. Difatti ai sensi dell’art. 281 nella sezione 4 – Turismo – nell’ambito del capo V (Settori nei quali l’Unione può decidere di svolgere un’azione di sostegno, di coordinamento o di complemento), “l’Unione completa l’azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la competitività delle imprese dell’Unione in tale settore. A tal fine l’azione dell’Unione intende:
– incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore;
– favorire la cooperazione tra Stati membri, in particolare attraverso lo scambio delle buone pratiche.
La legge o legge quadro europea stabilisce le misure specifiche destinate a completare le azioni svolte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al presente articolo”.
Attualmente l’Unione europea si è dotata di una serie di strumenti finanziari per sostenere il turismo e tra questi il più cospicuo è il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che prevede il finanziamento di progetti connessi al turismo sostenibile, volti a incoraggiare modelli di turismo più sostenibile per valorizzare il patrimonio culturale e naturale, sviluppare infrastrutture per l’accessibilità e la mobilità, i servizi a maggior valore aggiunto, le strategie comuni per il turismo transfrontaliero e lo scambio di esperienze a livello interregionale.
Non è da meno anche il Fondo Sociale Europeo (FSE) laddove lo sviluppo del turismo, dato il suo potenziale per la creazione di posti di lavoro, ne rappresenta un’importante area di intervento. Difatti il FSE cofinanzia programmi di istruzione e formazione volti ad accrescere la produttività e la qualità dell’occupazione e dei servizi nel settore turistico.
A seguire c’è anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), che può rappresentare un’opportunità importante per i nuovi Stati membri e per i Paesi candidati (Romania e Bulgaria), poiché il turismo rurale è diventato una notevole fonte di diversificazione dell’economia rurale, ben integrato con le attività agricole.
Negli ultimi anni l’attenzione della Commissione europea è volta in particolare al turismo sostenibile come testimonia il suggerimento della stessa per lo sviluppo e l’attuazione di un’Agenda 21 per il settore del turismo europeo, proposta e approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei Ministri con le rispettive Risoluzioni del 14 e 21 maggio 2002.
Altresì nel novembre 2002 durante il I Forum europeo sul turismo svoltosi a Bruxelles, sono state presentate da parte del gruppo di lavoro istituito dalla Commissione e dagli Stati membri in seno al Comitato consultivo per il settore del turismo, le raccomandazioni in merito all’Agenda 21 per il turismo sostenibile, che dovrebbe essere adottata entro il 2007.
Gli obiettivi principali dell’Agenda 21 sono:
– Fornire linee guida per il turismo sostenibile, destinate in modo particolare alle destinazioni turistiche (La destinazione turistica è il target del turismo, il luogo ove si incontrano la domanda e l’offerta e risiedono le attività turistiche e, insieme ai trasporti, costituisce il prodotto del turismo) e alle imprese del settore, che riflettono l’importanza attribuita ai prodotti turistici sostenibili e all’attuazione locale attraverso strumenti quali, ad esempio, l’Agenda 21 a livello locale per il turismo (L’agenda 21 a livello locale può fungere da guida allo sviluppo sostenibile delle località turistiche. Aspetti quali la buona gestione del territorio e la tutela, il moderato utilizzo e la gestione sostenibile delle risorse naturali vulnerabili, della biodiversità e del patrimonio naturale e culturale, sono di fondamentale importanza);
– Raggiungere una crescita del turismo europeo che non sia in alcun modo legata al degrado ambientale e al consumo delle risorse, che eviti e minimizzi gli impatti negativi;
– Ottenere vantaggi socialmente ed economicamente.
Un ulteriore documento ufficiale a supporto di questa nuova tendenza è dato dalla Comunicazione della Commissione del 21.11.2003, recante Orientamenti di base per la sostenibilità del turismo europeo.
In occasione inoltre della Conferenza dei Ministri europei del turismo, intitolata “Il turismo: un fattore decisivo per la crescita e l’occupazione in Europa”, tenutosi a Vienna il 21 marzo 2006 (nell’ambito del semestre europeo di presidenza austriaca), i principali elementi della nuova politica emersi in quella sede sono:
– un maggiore coordinamento delle politiche, per far sì che le iniziative politiche che incidono sul turismo non compromettano la competitività del settore. Gli Stati membri e gli operatori del settore saranno regolarmente consultati, ad esempio per il prossimo Libro verde sugli affari marittimi che riguarderà anche il turismo costiero e marino;
– un migliore uso degli strumenti finanziari comunitari disponibili;
– un’Agenda 21 europea per il turismo;
– una migliore regolamentazione del turismo: la normativa in materia di turismo rientrerà nel processo per il miglioramento della qualità della legislazione comunitaria;
– una maggiore comprensione dell’importanza del turismo, grazie alla diffusione di dati di qualità a tutti i responsabili decisionali;
– una migliore promozione delle destinazioni: la globalizzazione offre l’opportunità di attrarre turisti provenienti dai nuovi mercati (ad esempio Cina, Russia e India), in grado di sostenere spese elevate per le vacanze;
– migliorare la visibilità del turismo: la Commissione continuerà a operare in stretta collaborazione con tutte le parti interessate per promuovere la visibilità di questo importante settore attraverso le manifestazioni organizzate dalla Presidenza.
In altri termini come risulta anche dalla Dichiarazione di Vienna sul futuro del turismo europeo, fermo restando l’intento di preservare e promuovere l’identità delle Regioni europee, la politica europea del turismo dovrebbe essere complementare alle politiche attuate negli Stati membri.
Sul piano giuridico infine, si auspica che con la ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, il turismo possa divenire a tutti gli effetti una materia di competenza comunitaria. Difatti ai sensi dell’art. 281 nella sezione 4 – Turismo – nell’ambito del capo V (Settori nei quali l’Unione può decidere di svolgere un’azione di sostegno, di coordinamento o di complemento), “l’Unione completa l’azione degli Stati membri nel settore del turismo, in particolare promuovendo la competitività delle imprese dell’Unione in tale settore. A tal fine l’azione dell’Unione intende:
– incoraggiare la creazione di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in detto settore;
– favorire la cooperazione tra Stati membri, in particolare attraverso lo scambio delle buone pratiche.
La legge o legge quadro europea stabilisce le misure specifiche destinate a completare le azioni svolte negli Stati membri al fine di realizzare gli obiettivi di cui al presente articolo”.