UNA PARTNERSHIP STRATEGICA PER ACCELERARE LO SVILUPPO DEL CONTINENTE AFRICANO
Archivio > Anno 2006 > Febbraio 2006
di Teresa Maria MOSCHETTA
L’approccio
dell’Unione europea ai problemi socio economici del continente africano
sta conoscendo una progressiva evoluzione mirata a superare la
frammentarietà degli interventi finora operati e la connotazione
tipicamente economica delle azioni intraprese.
Le relazioni tra il
continente europeo ed il continente africano non costituiscono una
novità dei nostri giorni dato che sin dagli anni settanta del secolo
scorso, in seguito al processo di decolonizzazione, la Comunità europea
ha proceduto ad inquadrare i rapporti economici con i paesi africani di
nuova indipendenza mediante la stipulazione con i Paesi dell’Africa, dei
Caraibi e del Pacifico delle Convenzioni di Lomè basate su una
concezione eminentemente asimmetrica dei diritti ed obblighi assunti
dalle parti contraenti. Questi strumenti convenzionali hanno costituito
per lunghi anni l’aspetto più peculiare della politica di cooperazione
allo sviluppo contemplata nei trattati comunitari, presentando la
caratteristica di condizionare l’erogazione di aiuti e la concessione di
trattamenti commerciali preferenziali al rispetto dei diritti umani
fondamentali da parte dei Paesi beneficiari. Le azioni intraprese a
sostegno dello sviluppo economico dei Paesi coinvolti, accompagnate
dalla politica di condizionalità a favore del loro sviluppo socio –
culturale, pur avendo contribuito in maniera sostanziale alla
proliferazione degli scambi commerciali tra le parti, non ha tuttavia
sortito gli effetti sperati in termini di riduzione della povertà,
soluzione dei conflitti interni ed instaurazione di una certa stabilità
politica. Questa consapevolezza ha indotto la Comunità europea a
concludere nel febbraio 2000 l’Accordo di Cotonou frutto di un
complessivo ripensamento della politica comunitaria di cooperazione allo
sviluppo, basato sul superamento della tradizionale asimmetria dei
rapporti e sul coinvolgimento su base paritaria di tutte le parti
contraenti nella risoluzione degli importanti problemi socio-economici
ancora esistenti.
L’obiettivo fondamentale dell’Accordo di Cotonou riguarda la lotta contro la povertà attraverso la previsione di cinque pilastri interdipendenti concernenti la necessità di rafforzare la dimensione politica della cooperazione, di accrescere la partecipazione delle parti coinvolte nelle scelte relative allo sviluppo, di formulare un approccio strategico alla cooperazione che si concentri sulla riduzione della povertà, di rinnovare la partnership economica e commerciale nonché di migliorare la cooperazione finanziaria. Il contenuto di questi pilastri è stato ulteriormente precisato nel corso del processo di revisione quinquennale di questo accordo conclusosi nel febbraio 2005, con il quale si è inteso rafforzare la partnership in termini di qualità ed efficienza. I punti salienti del processo di revisione hanno riguardato l’instaurazione di un dialogo politico strutturato in materia di diritti umani, principi democratici e stato di diritto nonché il perseguimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio, ossia l’eliminazione della povertà estrema, la diffusione della istruzione elementare obbligatoria, la lotta alle malattie trasmissibili, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. In questo contesto non vengono trascurate le questioni della pace e della sicurezza internazionale mediante il coinvolgimento dei paesi ACP nella cooperazione internazionale per ridurre la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la loro adesione allo Statuto del Tribunale penale internazionale e la loro partecipazione alla lotta contro il terrorismo.
La portata delle innovazioni introdotte in materia di cooperazione allo sviluppo dagli Accordi di Cotonou non esaurisce gli esiti della riflessione delle istituzioni comunitarie in merito ai problemi dello sviluppo del continente africano. La Commissione europea ed il Consiglio europeo sono recentemente intervenuti su questa delicata questione ponendo in rilievo la nuova dimensione giuridica ed economica entro cui dovranno essere inseriti i prossimi interventi comunitari nel continente africano. La Commissione europea ha adottato il 12 ottobre 2005 una Comunicazione su una strategia dell’Unione europea per l’Africa: verso un patto euro-africano per accelerare lo sviluppo dell’Africa nella quale vengono posti in luce gli importanti segnali di cambiamento che provengono dal continente africano. In particolare viene sottolineato come il processo di integrazione economica avviato dai Paesi africani a livello continentale con la creazione dell’Unione Africana e del NEPAD sia tesa a proiettare verso l’esterno una immagine unitaria del continente africano che richiede un approccio integrato alle problematiche dello sviluppo. Alla luce di questa evoluzione la Commissione europea ha auspicato la elaborazione di una strategia per lo sviluppo che riconosca il continente africano come interlocutore unitario in un quadro di relazioni che risulti globale, integrato ed a lungo termine. L’invito a pensare in nuovi termini al rapporto tra l’Unione europea e l’Africa è stato recepito dal Consiglio europeo del dicembre scorso mediante l’adozione di un documento intitolato L’Unione europea e l’Africa: verso una partnership strategica nel quale viene delineato il percorso che l’Unione si impegna a compiere al fine di favorire la costruzione di un futuro pacifico, democratico e prospero per le popolazioni africane. La strategia messa a punto dal Consiglio europeo tocca le diverse problematiche attinenti allo sviluppo ponendo particolare attenzione alle questioni riguardanti la preservazione della pace, il rispetto dei diritti umani, l’assistenza allo sviluppo, la crescita economica sostenibile e la valorizzazione delle popolazioni locali.
La preservazione della pace e della sicurezza nel continente africano costituisce la precondizione per uno sviluppo socio-economico durevole. La politica estera e di sicurezza comune e la politica di difesa comune contemplano tra i loro obiettivi proprio la promozione della pace e della sicurezza internazionale. L’Unione europea, nel quadro delle sue competenze in materia, si impegna a collaborare con l’Unione africana e le altre organizzazioni regionali al fine di prevenire i conflitti e facilitare la loro soluzione attraverso l’erogazione di fondi, la trasmissione di esperienze nel settore e l’invio di missioni per la gestione delle crisi militari e civili. La stabilizzazione del continente africano richiede altresì interventi mirati a favorire la ricostruzione post bellica cercando di bloccare il flusso illecito di armi. A questo fine, l’Unione europea si impegna a sostenere la nuova Commissione delle Nazioni unite per la costruzione della pace ed a favorire programmi di disarmo. In questo delicato settore l’Unione europea auspica l’adesione di paesi terzi agli standard minimi di condotta contenuti nel codice europeo sull’esportazione di armi in modo da scoraggiare i trasferimenti di armi che contribuiscono alla instabilità, sviluppare un sistema condiviso delle informazioni sui traffici illeciti e giungere alla conclusione di un trattato internazionale sul commercio delle armi. In materia di lotta al terrorismo si profila una collaborazione tra l’Unione europea e il Centro di assistenza antiterrorismo dell’Unione Africana avente la sua sede ad Algeri. Lo sviluppo del continente africano richiede anche la completa adesione ai principi democratici e dello stato di diritto nonché il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana. Ancora una volta l’impegno dell’Unione europea si sostanzia nella promozione del dialogo politico con i paesi interessati e nella collaborazione con le organizzazioni internazionali operanti nel settore. A questo proposito il Consiglio europeo sottolinea il ruolo fondamentale che verrà svolto dal Tribunale penale internazionale nel porre fine alle impunità dei crimini più efferati. La promozione dei diritti umani e dei principi della democrazia e dello stato di diritto vedrà il coinvolgimento anche dell’Unione africana e delle istituzioni africane a livello nazionale e regionale che potranno contare nel portare avanti i loro programmi di buon governo sui 35 milioni di euro stanziati nell’ambito dell’Africa Peace Facility e dei 50 milioni di euro stanziati dal Programma EDF 9. Il monitoraggio sui risultati raggiunti dai programmi a sostegno del rispetto dei diritti umani e dei principi democratici sarà assicurato mediante lo strumento della Nuova Partnership per lo sviluppo dell’Africa ed il Meccanismo di controllo africano. Rientrano tra gli obiettivi dell’Unione europea anche la lotta contro la corruzione, il traffico di esseri umani e delle droghe illegali al fine di garantire la trasparenza nella gestione della cosa pubblica nei paesi africani. In materia di lotta alla corruzione si profila la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione europea e dei partner africani della Convenzione delle Nazioni Unite sulla corruzione e l’adozione del Industries Trasparency Iniziative in undici paesi africani entro il 2006. La promozione della crescita sostenibile del continente africano e la sua integrazione a livello regionale richiede interventi specifici per favorire i trasporti e le comunicazioni. In questo senso si sta lavorando per la messa a punto di una Partnership sulle infrastrutture UE – Africa che agirà in maniera complementare al Nuovo Consorzio per le infrastrutture in Africa facilitando l’accesso delle persone alle risorse idriche, alla assistenza sanitaria, alle risorse energetiche ed alle tecnologie dell’informazione. La creazione di un forum euro - africano sugli affari entro il 2006 sarà funzionale alla creazione di un quadro giuridico stabile, efficiente ed armonizzato per condurre operazioni economiche nel continente africano. I rapporti commerciali tra la Comunità europea e il continente africano saranno regolati entro il 2008 da un Accordo di partenariato economico funzionale alla creazione entro il 2010 dell’area di libero scambio euro - mediterranea. Il problema dello sviluppo del continente africano non riguarda soltanto le relazioni con la Comunità europea ma assume una importanza fondamentale a livello dei rapporti commerciali multilaterali. Per questa ragione, l’Unione europea si impegna a sostenere la voce dei paesi africani nel corso dei negoziati multilaterali in seno alla Organizzazione Mondiale del Commercio al fine di ottenere il riconoscimento di trattamenti commerciali preferenziali. Le problematiche attinenti allo sviluppo economico dell’Africa devono essere affrontate in stretta connessione con le problematiche attinenti alla protezione dell’ambiente ed al cambiamento climatico. In questo settore, l’Unione europea si impegna ad aiutare l’Africa a contenere gli effetti del cambiamento climatico, a proteggere il suo ambiente naturale ed a combattere la desertificazione mediante il Piano d’azione per il cambiamento climatico e lo sviluppo che include un aiuto di 500 milioni di euro per la preservazione del patrimonio idrico e 220 milioni di euro per la preservazione delle risorse energetiche. L’erogazione di aiuti in denaro costituisce lo strumento tradizionale per dare attuazione a programmi di assistenza allo sviluppo. Anche su questo punto, l’Unione europea rinnova l’impegno a stanziare fondi per lo sviluppo economico del continente africano ed a sostenere la cancellazione del debito dei paesi pesantemente indebitati. I problemi che attanagliano il continente africano non attengono soltanto alla dimensione politica, economica e commerciale ma anche alla dimensione sociale e culturale. L’analfabetismo, la discriminazione sessuale e la diffusione delle malattie trasmissibili costituiscono elementi frenanti ogni tentativo di sviluppo. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di assicurare l’istruzione obbligatoria per tutti entro il 2015 attraverso l’attuazione del Programma istruzione per tutti in Africa e la creazione di reti euro – africane fra università e centri di eccellenza al fine di agevolare la mobilità degli studenti fra i due continenti. Il riconoscimento del ruolo della donna nelle dinamiche di sviluppo socio – economico costituisce uno dei cardini della Strategia europea per lo sviluppo dell’Africa unitamente alla lotta contro le malattie trasmissibili che vede l’Unione europea impegnata nel sostegno alla ricerca ed alla assistenza sanitaria generalizzata attraverso contributi al Fondo globale per AIDS e malaria e il Programma europeo di azione contro le malattie trasmissibili.
La Strategia europea per lo sviluppo dell’Africa si presenta come un piano onnicomprensivo caratterizzato dalla eccezionale estensione dei campi di intervento prospettati e dalla celerità dei tempi di attuazione indicati. Le riserve nutrite sulla possibilità che obiettivi tanto ambiziosi possano trovare concreta realizzazione in un panorama internazionale caratterizzato da una forte instabilità economica e politica inducono a porre in rilievo come l’elemento realmente innovativo della politica comunitaria di cooperazione allo sviluppo riguarda il riconoscimento del continente africano non quale mero destinatario di aiuti finanziari e di assistenza tecnica ma quale valido interlocutore protagonista del proprio percorso di sviluppo.
L’obiettivo fondamentale dell’Accordo di Cotonou riguarda la lotta contro la povertà attraverso la previsione di cinque pilastri interdipendenti concernenti la necessità di rafforzare la dimensione politica della cooperazione, di accrescere la partecipazione delle parti coinvolte nelle scelte relative allo sviluppo, di formulare un approccio strategico alla cooperazione che si concentri sulla riduzione della povertà, di rinnovare la partnership economica e commerciale nonché di migliorare la cooperazione finanziaria. Il contenuto di questi pilastri è stato ulteriormente precisato nel corso del processo di revisione quinquennale di questo accordo conclusosi nel febbraio 2005, con il quale si è inteso rafforzare la partnership in termini di qualità ed efficienza. I punti salienti del processo di revisione hanno riguardato l’instaurazione di un dialogo politico strutturato in materia di diritti umani, principi democratici e stato di diritto nonché il perseguimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio, ossia l’eliminazione della povertà estrema, la diffusione della istruzione elementare obbligatoria, la lotta alle malattie trasmissibili, la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile. In questo contesto non vengono trascurate le questioni della pace e della sicurezza internazionale mediante il coinvolgimento dei paesi ACP nella cooperazione internazionale per ridurre la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la loro adesione allo Statuto del Tribunale penale internazionale e la loro partecipazione alla lotta contro il terrorismo.
La portata delle innovazioni introdotte in materia di cooperazione allo sviluppo dagli Accordi di Cotonou non esaurisce gli esiti della riflessione delle istituzioni comunitarie in merito ai problemi dello sviluppo del continente africano. La Commissione europea ed il Consiglio europeo sono recentemente intervenuti su questa delicata questione ponendo in rilievo la nuova dimensione giuridica ed economica entro cui dovranno essere inseriti i prossimi interventi comunitari nel continente africano. La Commissione europea ha adottato il 12 ottobre 2005 una Comunicazione su una strategia dell’Unione europea per l’Africa: verso un patto euro-africano per accelerare lo sviluppo dell’Africa nella quale vengono posti in luce gli importanti segnali di cambiamento che provengono dal continente africano. In particolare viene sottolineato come il processo di integrazione economica avviato dai Paesi africani a livello continentale con la creazione dell’Unione Africana e del NEPAD sia tesa a proiettare verso l’esterno una immagine unitaria del continente africano che richiede un approccio integrato alle problematiche dello sviluppo. Alla luce di questa evoluzione la Commissione europea ha auspicato la elaborazione di una strategia per lo sviluppo che riconosca il continente africano come interlocutore unitario in un quadro di relazioni che risulti globale, integrato ed a lungo termine. L’invito a pensare in nuovi termini al rapporto tra l’Unione europea e l’Africa è stato recepito dal Consiglio europeo del dicembre scorso mediante l’adozione di un documento intitolato L’Unione europea e l’Africa: verso una partnership strategica nel quale viene delineato il percorso che l’Unione si impegna a compiere al fine di favorire la costruzione di un futuro pacifico, democratico e prospero per le popolazioni africane. La strategia messa a punto dal Consiglio europeo tocca le diverse problematiche attinenti allo sviluppo ponendo particolare attenzione alle questioni riguardanti la preservazione della pace, il rispetto dei diritti umani, l’assistenza allo sviluppo, la crescita economica sostenibile e la valorizzazione delle popolazioni locali.
La preservazione della pace e della sicurezza nel continente africano costituisce la precondizione per uno sviluppo socio-economico durevole. La politica estera e di sicurezza comune e la politica di difesa comune contemplano tra i loro obiettivi proprio la promozione della pace e della sicurezza internazionale. L’Unione europea, nel quadro delle sue competenze in materia, si impegna a collaborare con l’Unione africana e le altre organizzazioni regionali al fine di prevenire i conflitti e facilitare la loro soluzione attraverso l’erogazione di fondi, la trasmissione di esperienze nel settore e l’invio di missioni per la gestione delle crisi militari e civili. La stabilizzazione del continente africano richiede altresì interventi mirati a favorire la ricostruzione post bellica cercando di bloccare il flusso illecito di armi. A questo fine, l’Unione europea si impegna a sostenere la nuova Commissione delle Nazioni unite per la costruzione della pace ed a favorire programmi di disarmo. In questo delicato settore l’Unione europea auspica l’adesione di paesi terzi agli standard minimi di condotta contenuti nel codice europeo sull’esportazione di armi in modo da scoraggiare i trasferimenti di armi che contribuiscono alla instabilità, sviluppare un sistema condiviso delle informazioni sui traffici illeciti e giungere alla conclusione di un trattato internazionale sul commercio delle armi. In materia di lotta al terrorismo si profila una collaborazione tra l’Unione europea e il Centro di assistenza antiterrorismo dell’Unione Africana avente la sua sede ad Algeri. Lo sviluppo del continente africano richiede anche la completa adesione ai principi democratici e dello stato di diritto nonché il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana. Ancora una volta l’impegno dell’Unione europea si sostanzia nella promozione del dialogo politico con i paesi interessati e nella collaborazione con le organizzazioni internazionali operanti nel settore. A questo proposito il Consiglio europeo sottolinea il ruolo fondamentale che verrà svolto dal Tribunale penale internazionale nel porre fine alle impunità dei crimini più efferati. La promozione dei diritti umani e dei principi della democrazia e dello stato di diritto vedrà il coinvolgimento anche dell’Unione africana e delle istituzioni africane a livello nazionale e regionale che potranno contare nel portare avanti i loro programmi di buon governo sui 35 milioni di euro stanziati nell’ambito dell’Africa Peace Facility e dei 50 milioni di euro stanziati dal Programma EDF 9. Il monitoraggio sui risultati raggiunti dai programmi a sostegno del rispetto dei diritti umani e dei principi democratici sarà assicurato mediante lo strumento della Nuova Partnership per lo sviluppo dell’Africa ed il Meccanismo di controllo africano. Rientrano tra gli obiettivi dell’Unione europea anche la lotta contro la corruzione, il traffico di esseri umani e delle droghe illegali al fine di garantire la trasparenza nella gestione della cosa pubblica nei paesi africani. In materia di lotta alla corruzione si profila la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione europea e dei partner africani della Convenzione delle Nazioni Unite sulla corruzione e l’adozione del Industries Trasparency Iniziative in undici paesi africani entro il 2006. La promozione della crescita sostenibile del continente africano e la sua integrazione a livello regionale richiede interventi specifici per favorire i trasporti e le comunicazioni. In questo senso si sta lavorando per la messa a punto di una Partnership sulle infrastrutture UE – Africa che agirà in maniera complementare al Nuovo Consorzio per le infrastrutture in Africa facilitando l’accesso delle persone alle risorse idriche, alla assistenza sanitaria, alle risorse energetiche ed alle tecnologie dell’informazione. La creazione di un forum euro - africano sugli affari entro il 2006 sarà funzionale alla creazione di un quadro giuridico stabile, efficiente ed armonizzato per condurre operazioni economiche nel continente africano. I rapporti commerciali tra la Comunità europea e il continente africano saranno regolati entro il 2008 da un Accordo di partenariato economico funzionale alla creazione entro il 2010 dell’area di libero scambio euro - mediterranea. Il problema dello sviluppo del continente africano non riguarda soltanto le relazioni con la Comunità europea ma assume una importanza fondamentale a livello dei rapporti commerciali multilaterali. Per questa ragione, l’Unione europea si impegna a sostenere la voce dei paesi africani nel corso dei negoziati multilaterali in seno alla Organizzazione Mondiale del Commercio al fine di ottenere il riconoscimento di trattamenti commerciali preferenziali. Le problematiche attinenti allo sviluppo economico dell’Africa devono essere affrontate in stretta connessione con le problematiche attinenti alla protezione dell’ambiente ed al cambiamento climatico. In questo settore, l’Unione europea si impegna ad aiutare l’Africa a contenere gli effetti del cambiamento climatico, a proteggere il suo ambiente naturale ed a combattere la desertificazione mediante il Piano d’azione per il cambiamento climatico e lo sviluppo che include un aiuto di 500 milioni di euro per la preservazione del patrimonio idrico e 220 milioni di euro per la preservazione delle risorse energetiche. L’erogazione di aiuti in denaro costituisce lo strumento tradizionale per dare attuazione a programmi di assistenza allo sviluppo. Anche su questo punto, l’Unione europea rinnova l’impegno a stanziare fondi per lo sviluppo economico del continente africano ed a sostenere la cancellazione del debito dei paesi pesantemente indebitati. I problemi che attanagliano il continente africano non attengono soltanto alla dimensione politica, economica e commerciale ma anche alla dimensione sociale e culturale. L’analfabetismo, la discriminazione sessuale e la diffusione delle malattie trasmissibili costituiscono elementi frenanti ogni tentativo di sviluppo. Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza di assicurare l’istruzione obbligatoria per tutti entro il 2015 attraverso l’attuazione del Programma istruzione per tutti in Africa e la creazione di reti euro – africane fra università e centri di eccellenza al fine di agevolare la mobilità degli studenti fra i due continenti. Il riconoscimento del ruolo della donna nelle dinamiche di sviluppo socio – economico costituisce uno dei cardini della Strategia europea per lo sviluppo dell’Africa unitamente alla lotta contro le malattie trasmissibili che vede l’Unione europea impegnata nel sostegno alla ricerca ed alla assistenza sanitaria generalizzata attraverso contributi al Fondo globale per AIDS e malaria e il Programma europeo di azione contro le malattie trasmissibili.
La Strategia europea per lo sviluppo dell’Africa si presenta come un piano onnicomprensivo caratterizzato dalla eccezionale estensione dei campi di intervento prospettati e dalla celerità dei tempi di attuazione indicati. Le riserve nutrite sulla possibilità che obiettivi tanto ambiziosi possano trovare concreta realizzazione in un panorama internazionale caratterizzato da una forte instabilità economica e politica inducono a porre in rilievo come l’elemento realmente innovativo della politica comunitaria di cooperazione allo sviluppo riguarda il riconoscimento del continente africano non quale mero destinatario di aiuti finanziari e di assistenza tecnica ma quale valido interlocutore protagonista del proprio percorso di sviluppo.