L'AMPLIAMENTO, UNA CONQUISTA DI PACE, SOLIDARIETA' E STABILITA' - Sud in Europa

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L'AMPLIAMENTO, UNA CONQUISTA DI PACE, SOLIDARIETA' E STABILITA'

Archivio > Anno 2004 > Maggio 2004
di Pier Virgilio DASTOLI (Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea)    

Dal 1° maggio 2004, l’Unione europea comprende 25 Stati membri ed oltre quattrocentocinquantaquattro milioni di cittadine e di cittadini, con conseguenti forti cambiamenti in termini di popolazione, di economia, di cultura, di sistemi politici ed amministrativi.
L’ingresso di dieci nuovi Paesi membri comporterà variazioni sostanziali e progressivi cambiamenti in primo luogo per la composizione delle Istituzioni dell’Unione europea, a cominciare dal Parlamento europeo che – con le elezioni a suffragio universale e diretto del prossimo 13 giugno – sarà la più grande assemblea democratica del mondo se si sommano il numero dei deputati eletti (732), i partiti che presenteranno proprie liste in ciascuno dei 25 paesi membri (oltre 200), le lingue nelle quali si esprimeranno i deputati eletti (20) e le attività che coinvolgono il Parlamento europeo insieme alle realtà politiche nazionali.
Dal 1° maggio 2004, la Commissione presieduta dal professor Romano Prodi accoglie 10 nuovi commissari, ciascuno designato dal Governo di uno dei nuovi Paesi, che saranno membri a tutti gli effetti del Collegio e parteciperanno al processo decisionale su un piano di eguaglianza con i 20 Commissari degli attuali Stati membri (due per Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna ed uno per tutti gli altri 10 Stati membri).
Dal 1° novembre 2004 al 31 ottobre 2009 entrerà in funzione una nuova Commissione che si comporrà di 25 Commissari – uno per Paese membro – ai quali si aggiungeranno nel 2007 i Commissari provenienti da due nuovi Stati membri: la Bulgaria e la Romania.
Il processo di designazione e di nomina della nuova Commissione inizierà subito dopo le elezioni europee con la scelta del candidato alla Presidenza fatta dal Consiglio europeo del 17/18 giugno, scelta che terrà naturalmente conto dei risultati delle elezioni europee in modo tale da preparare la strada al voto di approvazione che sarà effettuato dal nuovo Parlamento europeo nella sessione plenaria che inizierà a Strasburgo il 20 luglio.
Con il voto di approvazione del Parlamento europeo, il nuovo Presidente della Commissione avrà la legittimità politica per contribuire – insieme ai governi dei Paesi membri riuniti all’interno del Con-siglio – alla scelta dei suoi 24 colleghi e all’attribuzione dei “portafogli” e cioè delle competenze a ciascuno di essi.
Come è avvenuto in occasione della nomina della Commissione presieduta dal professor Romano Prodi, i candidati-commissari si presenteranno in ottobre davanti alle commissioni del Parlamento europeo ratione materiae e cioè ciascuno davanti alla Commissione competente per la materia per la quale il Presidente della Commissione ha deciso di attribuirgli un “portafoglio”. In questo modo la scelta dei Commissari e la distribuzione delle loro competenze consente di garantire la loro professionalità e la loro reale indipendenza europea. È in questo modo che la Commissione ha rappresentato fino ad ora e potrà rappresentare in futuro l’interesse comune dell’Unione europea.
Con l’arrivo dei nuovi Paesi membri, cambiano naturalmente i rapporti di forza fra i Governi nazionali all’interno del Consiglio dei ministri: dal 1° novembre 2004 – e fino all’entrata in vigore di un nuovo sistema di voto ispirato alle proposte di semplificazione e di maggiore efficacia avanzate nel progetto di Costituzione per l’Europa – ogni voto nel Consiglio avverrà sulla base del complicato sistema previsto dal Trattato di Nizza laddove alla maggioranza di voti “ponderati” (ciascuno Stato ha un numero di voti legato al proprio peso demografico), si aggiunge la maggioranza degli Stati ed una percentuale (il 62%) della popolazione globale dell’Unione europea.
È interessante notare che fra i 15 “vecchi” Paesi membri dell’Unione europea la crescita naturale della popolazione è pari allo 0.8 per mille abitanti mentre nei nuovi dieci Paesi membri si è registrata fino ad ora una crescita negativa dell’1.2 per mille abitanti con una punta massima al ribasso della Lettonia (-5.2) ed una punta massima di crescita positiva a Cipro (3.3). Questi dati possono essere corretti se si tiene conto del rapporto immigrazione/migrazione per tener conto che fra i 15 il tasso di immigrazione è più forte dell’emigrazione (2.6 per mille) ed è molto più debole fra i nuovi paesi (0.4 per mille) con una maggiore emigrazione in Lituania (1.4 per mille) ed una più forte immigrazione a Cipro (14.1) nell’area controllata dal Governo.
Tutti questi dati non debbono nascondere un elemento fondamentale, che è stato sottolineato a più riprese dalla Commissione europea e ricordato dall’ultimo Consiglio europeo dell’Unione a 15: l’ampliamento dell’Unione consentirà di stimolare l’economia europea, di creare nuove opportunità per tutti e di promuovere la convergenza. L’am-pliamento a 25 Paesi non è solo una questione di quote-latte o di contributi a questo o quel settore dell’economia ma è innanzitutto legato alla pace, alla stabilità ed alla prosperità delle cittadine e dei cittadini dell’Unione europea.
Questi dati positivi sono del resto largamente sentiti dall’opinione pubblica europea ed in particolare dall’opinione pubblica italiana il cui sostegno all’allargamento dell’Unione è forte anche se gli ultimi sondaggi hanno messo in luce una lieve crescita delle opinioni negative. In effetti il 47% degli europei è a favore dell’allargamento (il 61% degli italiani) con il 36% di opinioni negative (il 22% degli italiani).
A chi giova? È la domanda ricorrente che molti cittadini ci rivolgono nei convegni sull’unificazione dell’Europa e a questa domanda se ne aggiunge un’altra nel Mezzogiorno d’Italia: con che diritto ci saranno sottratti i contributi che l’Unione europea ci ha dato finora?
Per quanto riguarda il diritto ai fondi strutturali a favore delle regioni in difficoltà, esso fonda le sue radici nel principio di solidarietà che è stato alla base della politica di coesione in tutti questi anni: solidarietà ora dovuta anche ai nuovi Paesi membri sapendo che un equo sviluppo sarà benefico per loro e per noi. Il principio di solidarietà è stato iscritto nella futura Costituzione europea insieme ai valori della pace, della democrazia, dell’eguaglianza, dei diritti fondamentali e del pluralismo.
Nell’interesse di tutte le cittadine e di tutti i cittadini della nuova Europa è importante che questi valori assumano al più presto un carattere vincolante attraverso l’adozione della Costituzione europea che gli elettori hanno diritto di esigere dai Governi dei loro Paesi e, se essi non saranno capaci di farlo, dal Parlamento europeo che sarà eletto nel giugno prossimo.
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