L'UNIONE EUROPEA FRA L'ALLARGAMENTO ED UNA NUOVA POLITICA DI PROSSIMITA'
Archivio > Anno 2004 > Luglio 2004
di Teresa Maria MOSCHETTA
Lo storico allargamento dell’Unione europea a venticinque Stati membri, celebrato lo scorso primo maggio, offre importanti prospettive di sviluppo nelle relazione esterne dell’Unione. L’ingresso di Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria ha spostato, infatti, i confini dell’Unione dando luogo a nuove esigenze di cooperazione con i paesi vicini. La promozione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia all’interno del continente europeo sarà fortemente influenzata dalle condizioni politiche ed economiche in cui versano le regioni limitrofe. Per tale ragione, l’allargamento dell’Unione richiede un costante impegno nella promozione della pace, della stabilità e del benessere di tali regioni.
È esplicita in tal senso la "Strategia europea di sicurezza", adottata dal Consiglio europeo nel dicembre 2003, che ha posto fra gli obiettivi fondamentali dell’Unione la promozione della stabilità, della sicurezza e del benessere dei paesi vicini con i quali sviluppare una intensa cooperazione.
In tale contesto, nel corso degli ultimi mesi la Commissione europea si è attivata al fine di elaborare una nuova "Politica europea di prossimità" avente lo scopo di porre i nuovi vicini dell’Unione nella condizione di poter condividere i benefici dell’allargamento godendo di maggiore stabilità, sicurezza e benessere.
Nel marzo 2003, infatti, la Commissione ha presentato una comunicazione intitolata "Europa ampliata - Prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" nella quale venivano indicate le linee guida di tale politica.
Nel luglio 2003 la Commissione ha presentato una nuova comunicazione intitolata "Aprire la strada per un nuovo strumento di prossimità" ed ha istituito una task force avente il compito di sviluppare la nuova politica europea di prossimità. In particolare, mediante tale strumento la Commissione ha condotto, in stretta collaborazione con l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune ed il Segretariato generale del Consiglio, consultazioni con i principali partner dell’Europa orientale e del Mediterraneo meridionale, quali Israele, Giordania, Moldavia, Marocco, Autorità palestinese, Tunisia e Ucraina al fine di elaborare proposte di attuazione della nuova politica ed eventuali piani d’azione.
In seguito a tali importanti colloqui esplorativi ed agli studi effettuati, la Commissione, il 12 maggio 2004, ha compiutamente delineato la portata della politica europea di prossimità, adottando un apposito "Documento di strategia" cui sono state allegate relazioni in merito alla situazione politica, economica e sociale dei paesi potenzialmente coinvolti nell’iniziativa ed ai loro attuali rapporti con l’Unione. Tali paesi sono i «vicini orientali» dell’Unione, vale a dire Ucraina, Bielorussia, Moldavia e Russia, e i «vicini del bacino del Mediterraneo» che attualmente partecipano al processo di Barcellona, vale a dire Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia e l’Autorità palestinese. In prospettiva, la Commissione ha anche auspicato l’inserimento dell’Armenia, dell’Azerbaijan e della Georgia. L’effettivo sviluppo di relazioni speciali con tali paesi dipenderà, tuttavia, in larga misura dalla loro disponibilità a condividere con l’Unione i fondamentali principi dello Stato di diritto, del buon governo, dell’economia di mercato, dello sviluppo sostenibile, nonché del rispetto e della promozione dei diritti umani, inclusi i diritti dei minori. A tal proposito è necessario sottolineare come vi siano casi di dubbia idoneità in tal senso. In Bielorussia, ad esempio, mancano strutture democratiche e dal 1996 non si svolgono libere elezioni. La sua partecipazione alla politica europea di prossimità risulta, pertanto, esplicitamente condizionata alla sua capacità di dar luogo negli anni a venire ad un sistema di governo realmente rappresentativo. Mentre, per quel che riguarda la Libia, l’Unione sta aspettando la sua piena adesione al Partenariato euromediterraneo per avviare normali relazioni nell’ambito della nuova politica di prossimità. In tale nuova iniziativa un ruolo fondamentale verrà svolto dalla Russia con la quale l’Unione ha già stabilito, nel summit di San Pietroburgo del maggio 2003, obiettivi a lungo termine per la promozione della loro partnership strategica attraverso la creazione di quattro spazi comuni nel settore economico, della libertà, sicurezza e giustizia, della cooperazione nel campo della sicurezza esterna, della ricerca e della istruzione.
Il Documento di strategia oltre a stabilire i principi e la portata geografica della politica europea di prossimità, indica anche i metodi di attuazione di tale politica prevedendo appositi strumenti finanziari.
Il metodo di cooperazione proposto dalla Commissione consiste nella definizione, mediante un lavoro congiunto con gli Stati partner, di una serie di priorità che dovranno in seguito essere inserite in piani di azione individuali, proposti dalla Commis-sione ed approvati da un consiglio di cooperazione appositamente costituito.
Tali piani d’azione verteranno su materie chiave nello sviluppo socio economico dei paesi coinvolti. Particolare rilevanza avranno gli interventi riguardanti il dialogo politico implicanti misure per la lotta contro il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa ed i conflitti regionali. In maniera funzionale alla promozione della stabilità di tali paesi saranno, altresì, previsti interventi in materia di giustizia ed affari interni che dovranno prevedere una stretta cooperazione nella gestione delle frontiere, nella lotta contro il terrorismo, la tratta degli esseri umani, il contrabbando di droga ed armi, il riciclaggio del denaro ed i reati finanziari. In materia economica, infine, la cooperazione fra l’Unione ed i suoi vicini mirerà a favorire l’inserimento di tali paesi nel mercato comunitario mediante il ravvicinamento legislativo e regolamentare, la loro partecipazione a numerosi programmi europei ed il miglioramento dei collegamenti fisici fra le aree interessate al fine di promuovere l’apertura dei mercati. La caratteristica fondamentale della politica europea di prossimità sarà la differenziazione dei piani d’azione. Ciascun piano d’azione, concordato fra l’Unione e i paesi vicini interessati, rifletterà lo stato di relazione con ciascun paese, i suoi bisogni e le sue capacità nonché gli interessi rispettivi delle parti, dando luogo ad un approccio diversificato a seconda delle particolari circostanze.
Per quel che riguarda i finanziamenti previsti a sostegno di tale politica, il Documento di strategia prevede l’introduzione nel 2007 di un nuovo strumento finanziario, denominato Strumento europeo di prossimità, che andrà ad aggiungersi ai programmi TACIS e MEDA attualmente operanti.
La politica europea di prossimità verrà pertanto a coesistere con altre forme di cooperazione già esistenti tra l’Unione ed i suoi vicini, in particolare gli Accordi di cooperazione con i Paesi dell’Est europeo ed il Partenariato euromediterraneo, al fine di massimizzarne gli esiti. In tale ottica, appare interessante sottolineare come il Documento di strategia per una politica europea di prossimità non preveda la creazione di nuovi organi o centri regolatori a livello internazionale ma piuttosto si proponga di avvalersi delle importanti iniziative di integrazione regionale e di cooperazione transfontaliera attualmente esistenti, incoraggiando il loro ulteriore sviluppo. Al riguardo, indicativo è il riferimento al Consiglio d’Europa, al Consiglio del Mar Baltico, alla Cooperazione economica del Mar Nero ed al patto di stabilità quali elementi chiave della realizzazione di tali politiche di cooperazione unitamente alle autorità locali e regionali.
L’efficacia di tale nuova modalità di cooperazione tra l’Unione ed i suoi vicini sarà monitorata per ciascun paese da organi istituiti negli accordi di cooperazione e di partenariato e dalla Commissione che periodicamente sarà tenuta a dar conto dei progressi compiuti nel perseguimento delle priorità stabilite in ciascun programma di azione. Alla luce delle relazioni presentate dalla Commissione, l’Unione potrà valutare, congiuntamente ai suoi partner, la congruità dei piani d’azione esistenti e decidere per loro eventuali modifiche.
Il Documento di strategia per la politica europea di prossimità conferma la volontà della Commissione di dare impulso a nuove forme di cooperazione in materie di interesse comune con il fine precipuo di sviluppare condizioni di pace e di stabilità anche oltre i confini dell’Unione. Il prossimo passo spetta ora al Consiglio chiamato ad approvare gli orientamenti contenuti nel documento strategico e a dar così seguito all’iniziativa intrapresa.
È esplicita in tal senso la "Strategia europea di sicurezza", adottata dal Consiglio europeo nel dicembre 2003, che ha posto fra gli obiettivi fondamentali dell’Unione la promozione della stabilità, della sicurezza e del benessere dei paesi vicini con i quali sviluppare una intensa cooperazione.
In tale contesto, nel corso degli ultimi mesi la Commissione europea si è attivata al fine di elaborare una nuova "Politica europea di prossimità" avente lo scopo di porre i nuovi vicini dell’Unione nella condizione di poter condividere i benefici dell’allargamento godendo di maggiore stabilità, sicurezza e benessere.
Nel marzo 2003, infatti, la Commissione ha presentato una comunicazione intitolata "Europa ampliata - Prossimità: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali" nella quale venivano indicate le linee guida di tale politica.
Nel luglio 2003 la Commissione ha presentato una nuova comunicazione intitolata "Aprire la strada per un nuovo strumento di prossimità" ed ha istituito una task force avente il compito di sviluppare la nuova politica europea di prossimità. In particolare, mediante tale strumento la Commissione ha condotto, in stretta collaborazione con l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune ed il Segretariato generale del Consiglio, consultazioni con i principali partner dell’Europa orientale e del Mediterraneo meridionale, quali Israele, Giordania, Moldavia, Marocco, Autorità palestinese, Tunisia e Ucraina al fine di elaborare proposte di attuazione della nuova politica ed eventuali piani d’azione.
In seguito a tali importanti colloqui esplorativi ed agli studi effettuati, la Commissione, il 12 maggio 2004, ha compiutamente delineato la portata della politica europea di prossimità, adottando un apposito "Documento di strategia" cui sono state allegate relazioni in merito alla situazione politica, economica e sociale dei paesi potenzialmente coinvolti nell’iniziativa ed ai loro attuali rapporti con l’Unione. Tali paesi sono i «vicini orientali» dell’Unione, vale a dire Ucraina, Bielorussia, Moldavia e Russia, e i «vicini del bacino del Mediterraneo» che attualmente partecipano al processo di Barcellona, vale a dire Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia e l’Autorità palestinese. In prospettiva, la Commissione ha anche auspicato l’inserimento dell’Armenia, dell’Azerbaijan e della Georgia. L’effettivo sviluppo di relazioni speciali con tali paesi dipenderà, tuttavia, in larga misura dalla loro disponibilità a condividere con l’Unione i fondamentali principi dello Stato di diritto, del buon governo, dell’economia di mercato, dello sviluppo sostenibile, nonché del rispetto e della promozione dei diritti umani, inclusi i diritti dei minori. A tal proposito è necessario sottolineare come vi siano casi di dubbia idoneità in tal senso. In Bielorussia, ad esempio, mancano strutture democratiche e dal 1996 non si svolgono libere elezioni. La sua partecipazione alla politica europea di prossimità risulta, pertanto, esplicitamente condizionata alla sua capacità di dar luogo negli anni a venire ad un sistema di governo realmente rappresentativo. Mentre, per quel che riguarda la Libia, l’Unione sta aspettando la sua piena adesione al Partenariato euromediterraneo per avviare normali relazioni nell’ambito della nuova politica di prossimità. In tale nuova iniziativa un ruolo fondamentale verrà svolto dalla Russia con la quale l’Unione ha già stabilito, nel summit di San Pietroburgo del maggio 2003, obiettivi a lungo termine per la promozione della loro partnership strategica attraverso la creazione di quattro spazi comuni nel settore economico, della libertà, sicurezza e giustizia, della cooperazione nel campo della sicurezza esterna, della ricerca e della istruzione.
Il Documento di strategia oltre a stabilire i principi e la portata geografica della politica europea di prossimità, indica anche i metodi di attuazione di tale politica prevedendo appositi strumenti finanziari.
Il metodo di cooperazione proposto dalla Commissione consiste nella definizione, mediante un lavoro congiunto con gli Stati partner, di una serie di priorità che dovranno in seguito essere inserite in piani di azione individuali, proposti dalla Commis-sione ed approvati da un consiglio di cooperazione appositamente costituito.
Tali piani d’azione verteranno su materie chiave nello sviluppo socio economico dei paesi coinvolti. Particolare rilevanza avranno gli interventi riguardanti il dialogo politico implicanti misure per la lotta contro il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa ed i conflitti regionali. In maniera funzionale alla promozione della stabilità di tali paesi saranno, altresì, previsti interventi in materia di giustizia ed affari interni che dovranno prevedere una stretta cooperazione nella gestione delle frontiere, nella lotta contro il terrorismo, la tratta degli esseri umani, il contrabbando di droga ed armi, il riciclaggio del denaro ed i reati finanziari. In materia economica, infine, la cooperazione fra l’Unione ed i suoi vicini mirerà a favorire l’inserimento di tali paesi nel mercato comunitario mediante il ravvicinamento legislativo e regolamentare, la loro partecipazione a numerosi programmi europei ed il miglioramento dei collegamenti fisici fra le aree interessate al fine di promuovere l’apertura dei mercati. La caratteristica fondamentale della politica europea di prossimità sarà la differenziazione dei piani d’azione. Ciascun piano d’azione, concordato fra l’Unione e i paesi vicini interessati, rifletterà lo stato di relazione con ciascun paese, i suoi bisogni e le sue capacità nonché gli interessi rispettivi delle parti, dando luogo ad un approccio diversificato a seconda delle particolari circostanze.
Per quel che riguarda i finanziamenti previsti a sostegno di tale politica, il Documento di strategia prevede l’introduzione nel 2007 di un nuovo strumento finanziario, denominato Strumento europeo di prossimità, che andrà ad aggiungersi ai programmi TACIS e MEDA attualmente operanti.
La politica europea di prossimità verrà pertanto a coesistere con altre forme di cooperazione già esistenti tra l’Unione ed i suoi vicini, in particolare gli Accordi di cooperazione con i Paesi dell’Est europeo ed il Partenariato euromediterraneo, al fine di massimizzarne gli esiti. In tale ottica, appare interessante sottolineare come il Documento di strategia per una politica europea di prossimità non preveda la creazione di nuovi organi o centri regolatori a livello internazionale ma piuttosto si proponga di avvalersi delle importanti iniziative di integrazione regionale e di cooperazione transfontaliera attualmente esistenti, incoraggiando il loro ulteriore sviluppo. Al riguardo, indicativo è il riferimento al Consiglio d’Europa, al Consiglio del Mar Baltico, alla Cooperazione economica del Mar Nero ed al patto di stabilità quali elementi chiave della realizzazione di tali politiche di cooperazione unitamente alle autorità locali e regionali.
L’efficacia di tale nuova modalità di cooperazione tra l’Unione ed i suoi vicini sarà monitorata per ciascun paese da organi istituiti negli accordi di cooperazione e di partenariato e dalla Commissione che periodicamente sarà tenuta a dar conto dei progressi compiuti nel perseguimento delle priorità stabilite in ciascun programma di azione. Alla luce delle relazioni presentate dalla Commissione, l’Unione potrà valutare, congiuntamente ai suoi partner, la congruità dei piani d’azione esistenti e decidere per loro eventuali modifiche.
Il Documento di strategia per la politica europea di prossimità conferma la volontà della Commissione di dare impulso a nuove forme di cooperazione in materie di interesse comune con il fine precipuo di sviluppare condizioni di pace e di stabilità anche oltre i confini dell’Unione. Il prossimo passo spetta ora al Consiglio chiamato ad approvare gli orientamenti contenuti nel documento strategico e a dar così seguito all’iniziativa intrapresa.