LA STRATEGIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA SU INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Archivio > Anno 2004 > Ottobre 2004
di Vittorio CALAPRICE
Il Libro
Bianco sulla governance europea, adottato dalla Commissione europea nel
luglio del 2001, evidenziava tra i suoi punti salienti che “la
democrazia dipende dalla possibilità di tutti di partecipare al
dibattito pubblico. A tale scopo, tutti devono avere accesso a una buona
informazione sulle questioni europee e devono essere in grado di
seguire il processo politico nelle sue varie fasi”.
Tale concetto è chiarito dall’applicazione dei principi dell’apertura e della partecipazione, entrambi enunciati nel Libro bianco. Il principio dell’apertura, prevede che le istituzioni operino e cooperino in modo più ampio possibile, assieme agli Stati membri, e che si adoperino attivamente per spiegare, con un linguaggio accessibile e comprensibile al grande pubblico, che cosa fa l’Unione europea e in che cosa consistano le decisioni che essa adotta. Questo principio riveste particolare importanza per accrescere la fiducia dei cittadini verso istituzioni complesse.
Il principio della partecipazione prevede invece che la qualità e l’efficacia delle politiche dell’Unione dipendano dall’ampia partecipazione che si saprà assicurare lungo tutto il loro percorso. Con una maggiore partecipazione sarà quindi possibile aumentare la fiducia nel risultato finale e nelle istituzioni da cui emanano tali politiche. Tale aspetto è legato al dibattito sulla necessità che le istituzioni adempiano più efficacemente al dovere di informare e comunicare.
Le principali finalità della politica di informazione e comunicazione europea sono state infatti dirette al sostegno di tutti gli strumenti che favorissero un autentico dialogo con il pubblico e colmassero il più possibile la distanza fra l’Unione e i cittadini, garantendo a questi accesso a tutte le informazioni a loro utili.
La Commissione europea ha di recente pubblicato una nuova comunicazione (doc. COM (2004) 196 def.) proprio in materia di informazione e comunicazione europea.
Il documento, dal titolo “L’attuazione della strategia di informazione e di comunicazione dell’Unione europea”, segue la co-municazione della Commissione del 2 luglio 2002 “Una strategia d’informazione e di comunicazione per l’Unione europea” che definiva il quadro di riferimento della comunicazione dell’UE al grande pubblico.
La comunicazione del 2002 prevedeva, al fine di attuare tale strategia, la costituzione di un partenariato con gli Stati membri, formalizzato con la firma di un memorandum di intesa tra questi, Commissione e Parlamento europeo; e definiva 4 temi prioritari di informazione (Allargamento, Futuro dell’Unione, Spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia, Ruolo dell’UE nel mondo).
In relazione a questi temi, per il 2004 la nuova comunicazione conferma la necessità di diffondere, in primo luogo, i temi dell’Allargamento e del Futuro dell’Europa; a partire dal 2005, viene invece prevista una programmazione pluriennale sino al 2009.
Rispetto alle modalità operative per l’attuazione della strategia, la Commissione ribadisce il concetto di partenariato e di decentramento, con il coinvolgimento, quindi, delle regioni e delle autonomie locali nei singoli Stati membri, nonché dei relais e delle reti di informazione e di documentazione dell’UE. La nuova comunicazione va però oltre quanto previsto dalla precedente, prevedendo anche delle tipologie diverse di partenariato con gli Stati membri, identificandone tre tipi: strategico, di gestione, occasionale.
Il partenariato strategico è formalizzato con la firma di un memorandum di intesa, attraverso il quale vengono definiti dei “blocchi di competenze” tra Stato membro e Commissione e viene previsto un finanziamento separato ma complementare. In base a tale tipo di partenariato, il Governo nazionale, la Commissione e il Parlamento europeo concordano un piano di comunicazione comune che prevede azioni finanziate separatamente, ma in maniera complementare, sia dalla Commissione che dal Governo nazionale o regionale.
Il partenariato di gestione consiste invece in un vero e proprio partenariato strutturato tra le parti, con un cofinanziamento per l’attuazione di un piano di comunicazione comune. La scelta di tale sistema presuppone una decisione della Commissione per la delega agli Stati membri, la definizione degli obiettivi e le modalità del controllo. Nel caso della gestione da parte di una rete di soggetti che richiede la designazione di almeno un organismo o ente responsabile, tale designazione dovrà essere fatta dallo Stato membro, che in questo caso interviene soltanto come intermediario.
Infine, il partenariato occasionale prevede un semplice cofinanziamento di azioni gestite direttamente dagli Stati membri. Diversamente dal partenariato di gestione, in questo caso lo Stato membro non può concedere finanziamenti “a cascata” poiché si trova nella posizione di beneficiario.
La Commissione si basa, per la realizzazione delle sue attività d’informazione del cittadino, su una rete di oltre 1.000 centri d’informazione. Si tratta principalmente degli Info-Point Europa e dei Carrefour Centri d’informazione e di animazione rurali, dei Centri di Documentazione Europea e degli altri centri di riferimento universitari (in totale circa 780). Tutte queste reti tendono inoltre ad ampliarsi, essendo infatti circa un centinaio organismi pubblico/privati che si sono candidati spontaneamente a diventare centri d’informazione nel 2004.
A seguito di una valutazione effettuata nel 2003, la Commissione europea ha ribadito, con la comunicazione del 2004, il ruolo chiave per gli IPE ed i Carrefour nello sviluppo della seconda generazione dei moltiplicatori dell’informazione. In vista dell’elaborazione di un nuovo quadro di azione per le reti nell’Europa a 25, la Commissione intende modernizzarne la gestione, proponendo due sistemi alternativi: una gestione diretta e una indiretta. La gestione diretta prevede che, dal 2005, la selezione delle strutture ospitanti dei punti di informazione comunitaria passi attraverso un invito a presentare proposte su base pluriennale (4 anni). Il sistema di gestione indiretta prevede invece che l’attuazione delle attività e la gestione della rete sia decentrata a livello di singolo Stato membro sulla base di una decisione della Commissione europea.
L’insieme di queste strutture, coordinate dalle stesse istituzioni europee, dovrebbe disegnare quindi un nuovo modello di comunicazione sull’Europa con informazioni chiare e adeguate sui principali temi relativi al processo di integrazione rendendo così i cittadini non solo soggetti finali dell’informazione comunitaria ma anche promotori della cittadinanza europea.
Tale concetto è chiarito dall’applicazione dei principi dell’apertura e della partecipazione, entrambi enunciati nel Libro bianco. Il principio dell’apertura, prevede che le istituzioni operino e cooperino in modo più ampio possibile, assieme agli Stati membri, e che si adoperino attivamente per spiegare, con un linguaggio accessibile e comprensibile al grande pubblico, che cosa fa l’Unione europea e in che cosa consistano le decisioni che essa adotta. Questo principio riveste particolare importanza per accrescere la fiducia dei cittadini verso istituzioni complesse.
Il principio della partecipazione prevede invece che la qualità e l’efficacia delle politiche dell’Unione dipendano dall’ampia partecipazione che si saprà assicurare lungo tutto il loro percorso. Con una maggiore partecipazione sarà quindi possibile aumentare la fiducia nel risultato finale e nelle istituzioni da cui emanano tali politiche. Tale aspetto è legato al dibattito sulla necessità che le istituzioni adempiano più efficacemente al dovere di informare e comunicare.
Le principali finalità della politica di informazione e comunicazione europea sono state infatti dirette al sostegno di tutti gli strumenti che favorissero un autentico dialogo con il pubblico e colmassero il più possibile la distanza fra l’Unione e i cittadini, garantendo a questi accesso a tutte le informazioni a loro utili.
La Commissione europea ha di recente pubblicato una nuova comunicazione (doc. COM (2004) 196 def.) proprio in materia di informazione e comunicazione europea.
Il documento, dal titolo “L’attuazione della strategia di informazione e di comunicazione dell’Unione europea”, segue la co-municazione della Commissione del 2 luglio 2002 “Una strategia d’informazione e di comunicazione per l’Unione europea” che definiva il quadro di riferimento della comunicazione dell’UE al grande pubblico.
La comunicazione del 2002 prevedeva, al fine di attuare tale strategia, la costituzione di un partenariato con gli Stati membri, formalizzato con la firma di un memorandum di intesa tra questi, Commissione e Parlamento europeo; e definiva 4 temi prioritari di informazione (Allargamento, Futuro dell’Unione, Spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia, Ruolo dell’UE nel mondo).
In relazione a questi temi, per il 2004 la nuova comunicazione conferma la necessità di diffondere, in primo luogo, i temi dell’Allargamento e del Futuro dell’Europa; a partire dal 2005, viene invece prevista una programmazione pluriennale sino al 2009.
Rispetto alle modalità operative per l’attuazione della strategia, la Commissione ribadisce il concetto di partenariato e di decentramento, con il coinvolgimento, quindi, delle regioni e delle autonomie locali nei singoli Stati membri, nonché dei relais e delle reti di informazione e di documentazione dell’UE. La nuova comunicazione va però oltre quanto previsto dalla precedente, prevedendo anche delle tipologie diverse di partenariato con gli Stati membri, identificandone tre tipi: strategico, di gestione, occasionale.
Il partenariato strategico è formalizzato con la firma di un memorandum di intesa, attraverso il quale vengono definiti dei “blocchi di competenze” tra Stato membro e Commissione e viene previsto un finanziamento separato ma complementare. In base a tale tipo di partenariato, il Governo nazionale, la Commissione e il Parlamento europeo concordano un piano di comunicazione comune che prevede azioni finanziate separatamente, ma in maniera complementare, sia dalla Commissione che dal Governo nazionale o regionale.
Il partenariato di gestione consiste invece in un vero e proprio partenariato strutturato tra le parti, con un cofinanziamento per l’attuazione di un piano di comunicazione comune. La scelta di tale sistema presuppone una decisione della Commissione per la delega agli Stati membri, la definizione degli obiettivi e le modalità del controllo. Nel caso della gestione da parte di una rete di soggetti che richiede la designazione di almeno un organismo o ente responsabile, tale designazione dovrà essere fatta dallo Stato membro, che in questo caso interviene soltanto come intermediario.
Infine, il partenariato occasionale prevede un semplice cofinanziamento di azioni gestite direttamente dagli Stati membri. Diversamente dal partenariato di gestione, in questo caso lo Stato membro non può concedere finanziamenti “a cascata” poiché si trova nella posizione di beneficiario.
La Commissione si basa, per la realizzazione delle sue attività d’informazione del cittadino, su una rete di oltre 1.000 centri d’informazione. Si tratta principalmente degli Info-Point Europa e dei Carrefour Centri d’informazione e di animazione rurali, dei Centri di Documentazione Europea e degli altri centri di riferimento universitari (in totale circa 780). Tutte queste reti tendono inoltre ad ampliarsi, essendo infatti circa un centinaio organismi pubblico/privati che si sono candidati spontaneamente a diventare centri d’informazione nel 2004.
A seguito di una valutazione effettuata nel 2003, la Commissione europea ha ribadito, con la comunicazione del 2004, il ruolo chiave per gli IPE ed i Carrefour nello sviluppo della seconda generazione dei moltiplicatori dell’informazione. In vista dell’elaborazione di un nuovo quadro di azione per le reti nell’Europa a 25, la Commissione intende modernizzarne la gestione, proponendo due sistemi alternativi: una gestione diretta e una indiretta. La gestione diretta prevede che, dal 2005, la selezione delle strutture ospitanti dei punti di informazione comunitaria passi attraverso un invito a presentare proposte su base pluriennale (4 anni). Il sistema di gestione indiretta prevede invece che l’attuazione delle attività e la gestione della rete sia decentrata a livello di singolo Stato membro sulla base di una decisione della Commissione europea.
L’insieme di queste strutture, coordinate dalle stesse istituzioni europee, dovrebbe disegnare quindi un nuovo modello di comunicazione sull’Europa con informazioni chiare e adeguate sui principali temi relativi al processo di integrazione rendendo così i cittadini non solo soggetti finali dell’informazione comunitaria ma anche promotori della cittadinanza europea.