LE INIZIATIVE EUROPEE PER LA PRESERVAZIONE DEL PATRIMONIO IDRICO MONDIALE
Archivio > Anno 2004 > Ottobre 2004
L'acqua
costituisce da sempre la risorsa fondamentale per la vita sul nostro
pianeta. Causa di prosperità o di grandi distruzioni, essa ha segnato la
nascita ed il declino di importanti civiltà. Le prime forme di impiego
razionale di tale risorsa in agricoltura, mediante complessi sistemi di
irrigazione risalenti già al IV secolo a.c., hanno, infatti, comportato
la nascita di fiorenti organizzazioni sociali caratterizzate dalla
specializzazione economica e dal commercio. Ancora oggi, l’acqua
costituisce il bene fondamentale e speranza ultima di vita per intere
popolazioni. Nel corso degli ultimi cinquanta anni, tuttavia, si è
assistito ad un progressivo depauperamento di tale fondamentale risorsa
dando luogo ad una crisi che ha ormai assunto dimensioni planetarie.
Secondo l’UNEP, Agenzia specializzata delle Nazioni Unite in materia
ambientale, il volume totale delle risorse idriche del pianeta ammonta
attualmente a circa 1400 milioni di chilometri cubici di cui, però,
soltanto il 2,5% sono utilizzabili a fini alimentari, igienici e
produttivi in quanto derivanti da laghi e fiumi. In tale situazione, più
di un miliardo di persone al mondo non hanno accesso all’acqua potabile
e circa due miliardi e mezzo di persone mancano di adeguate condizioni
sanitarie. Ogni giorno circa seimila bambini muoiono per malattie legate
ad insalubri condizioni sanitarie ed igieniche e circa la metà dei
ricoveri a livello mondiale riguardano persone affette da malattie
legate alla mancanza di acqua. In prospettiva, tali dati potrebbero
addirittura peggiorare dato che fenomeni quali l’inquinamento globale,
il cambiamento climatico, la deforestazione, la desertificazione, per
citare solo alcuni degli effetti perversi dell’incontrollato sviluppo
economico - industriale, unitamente ad una crescita demografica senza
precedenti nella storia dell’uomo, rendono tale «risorsa esauribile» un
bene scarso la cui protezione e valorizzazione costituisce priorità
fondamentale da perseguire nei prossimi decenni.
A livello internazionale, già nel 1987 la Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, meglio nota come Commissione Brundtland, elaborando il concetto di «sviluppo sostenibile» ha individuato l’acqua quale questione chiave fra le problematiche ambientali aventi carattere globale. Successiva-mente, durante la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, svoltasi a Rio nel 1992, le problematiche attinenti a tale fondamentale risorsa sono state oggetto di ampie discussioni che hanno portato all’inserimento nell’Agenda 21, documento allegato alla Dichiarazione finale della Convenzione, di un apposito capitolo dedicato a tale importante problematica.
In detto ambito, nel 1995 sono stati creati il Partenariato globale per l’acqua ed il Consiglio mondiale per le risorse idriche aventi il compito di sensibilizzare e coinvolgere governi, agenzie internazionali, società civile e settore privato nella promozione di politiche volte alla protezione e valorizzazione del patrimonio idrico mondiale. Tali iniziative hanno già visto la realizzazione di due forum mondiali sul tema, il primo organizzato a Marrakech nel 1997 ed il secondo all’Aja nel 2000.
La Conferenza internazionale sull’acqua dolce, svoltasi nel dicembre 2001 a Bonn, ha proseguito questa opera di sensibilizzazione incaricando i circa settecento partecipanti a livello internazionale a preparare iniziative in vista del Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a Johannesburg nel settembre 2002. In questa sede, i rappresentanti dei diversi Stati partecipanti si sono posti l’ambizioso obiettivo di ridurre sensibilmente gli effetti nefasti derivanti dalla mancanza di acqua entro il 2015, fornendo servizi essenziali ad un numero crescente di persone ed indicando una cifra giornaliera di incremento oscillante fra i duecentomila ed i quattrocentomila nuovi soggetti.
In tale quadro internazionale, l’Unione europea si è fatta promotrice di importanti iniziative sia di carattere interno sia a livello internazionale. Ai sensi dell’art. 174 del Trattato CE la Comunità è competente, in materia ambientale, a perseguire «una utilizzazione accorta e razionale delle risorse na-turali» ed a promuovere sul piano internazionale «misure destinate a risolvere i problemi ambientali a livello regionale e mondiale».
Sul piano interno, il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno, così, adottato la «Direttiva quadro sull’acqua» entrata in vigore il 22 dicembre 2000. La direttiva si pone l’obiettivo di proteggere le acque emerse e sotterranee all’interno del territorio comunitario, mediante un uso sostenibile, bilanciato ed equo delle risorse idriche, la riduzione significativa dell’inquinamento, ed il rispetto degli impegni assunti a livello internazionale.
Sul piano internazionale, l’Unione europea, oltre ad aver attivamente contribuito alla realizzazione dei Vertici di Rio e di Johannesburg, ha concluso numerosi accordi implicanti impegni in materia di risorse idriche. A tal proposito, particolare rilievo assume la Convenzione di Lomè, successivamente sostituita dall’Accordo di Cotonou, stipulata con i Paesi ACP – Africa, Caraibi, Pacifico – al fine di promuovere lo sviluppo economico di dette zone. Tra gli obiettivi perseguiti da tali accordi, infatti, vi è la realizzazione di un equilibrio sostenibile fra obiettivi economici, gestione razionale dell’ambiente e rafforzamento delle risorse umane e naturali. In tale contesto, il Fondo europeo per lo sviluppo (FES) ha devoluto importanti risorse finanziarie, circa 700 milioni di euro, ai paesi ACP al fine di promuovere interventi con effetti a lungo termine sulla conservazione delle foreste, l’educazione igienica e una più efficiente gestione idrica.
Simili iniziative sono state realizzate per lo sviluppo idrico anche in altre parti del mondo come Asia, America Latina, Paesi dell’Europa centrale ed orientale, area del Mediterraneo e numerosi Stati di nuova indipendenza. A tal riguardo rilevano, in particolare, i Programmi Tacis e Meda che hanno finora erogato rispettivamente 120 milioni di euro e 170 milioni di euro per le iniziative nell’Est europeo e nell’area mediterranea. Considere-vole è anche l’impegno finanziario assunto in materia dalla Banca europea per gli investimenti che nel corso dell’ultimo decennio ha stanziato circa 2 miliardi di euro per progetti da realizzarsi in diverse parti del mondo.
L’impegno dell’Unione per la preservazione delle risorse idriche mondiali non si esaurisce, tuttavia, nella previsione di seppur cospicui aiuti finanziari. In tale settore, infatti, la ricerca scientifica assume una particolare rilevanza al fine di individuare e correggere le cause del depauperamento di tale fondamentale risorsa. Proprio per questa ragione, a partire dal 1994 i Programmi quadro per la ricerca, aventi validità quinquennale, prevedono una apposita struttura incaricata della cooperazione internazionale in materia di ricerca scientifica. Tale cooperazione coinvolge i paesi che figurano quali beneficiari degli aiuti finanziari - ossia ACP, Asia, America latina, area mediterranea, balcani occidentali – e ha finora realizzato numerosi progetti riguardanti la gestione sostenibile e la qualità delle acque. Attualmente, il Sesto Programma quadro, che copre il periodo 2002 – 2006, ha stanziato 315 milioni di euro per misure specifiche a sostegno della cooperazione scientifica. Inoltre, altri 285 milioni di euro sono disponibili per agevolare l’attiva partecipazione di gruppi di esperti provenienti dai paesi terzi partner dell’Unione e consentire un più facile accesso alle conoscenze scientifiche maturate in ambito comunitario. La protezione del patrimonio idrico è anche al centro di altre priorità tematiche quali «lo sviluppo sostenibile, il cambiamento climatico globale e gli ecosistemi», «l’aeronautica e lo spazio» e «il monitoraggio globale per la sicurezza e l’ambiente». La deperibilità delle risorse idriche a livello mondiale viene infatti aggravata dalle fondamentali questioni che minacciano il futuro del nostro pianeta. Per questo è necessario un cambiamento di mentalità che comporti un approccio trasversale per affrontare le diverse problematiche attinenti alle risorse idriche. Per tale ragione, la Commissione europea ha inteso promuovere una nuova iniziativa intitolata L’acqua per la vita – la cooperazione internazionale: dalla conoscenza all’azione tesa a perseguire gli obiettivi di sviluppo individuati sul piano convenzionale mediante una gestione integrata delle risorse idriche, caratterizzata da una forte partecipazione pubblica ed una maggiore trasparenza ed affidabilità a livello mondiale. Tale iniziativa mira a sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica ed il settore scientifico sulle problematiche connesse alla emergenza idrica mondiale. La mobilitazione del mondo scientifico, degli attori pubblici e privati e delle organizzazioni non governative su tale fondamentale problematica, unitamente alla creazione di partnership con regioni e paesi di altre parti del mondo, è, infatti, elemento essenziale per realizzare gli obiettivi di sviluppo per il nuovo millennio.
A livello internazionale, già nel 1987 la Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, meglio nota come Commissione Brundtland, elaborando il concetto di «sviluppo sostenibile» ha individuato l’acqua quale questione chiave fra le problematiche ambientali aventi carattere globale. Successiva-mente, durante la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, svoltasi a Rio nel 1992, le problematiche attinenti a tale fondamentale risorsa sono state oggetto di ampie discussioni che hanno portato all’inserimento nell’Agenda 21, documento allegato alla Dichiarazione finale della Convenzione, di un apposito capitolo dedicato a tale importante problematica.
In detto ambito, nel 1995 sono stati creati il Partenariato globale per l’acqua ed il Consiglio mondiale per le risorse idriche aventi il compito di sensibilizzare e coinvolgere governi, agenzie internazionali, società civile e settore privato nella promozione di politiche volte alla protezione e valorizzazione del patrimonio idrico mondiale. Tali iniziative hanno già visto la realizzazione di due forum mondiali sul tema, il primo organizzato a Marrakech nel 1997 ed il secondo all’Aja nel 2000.
La Conferenza internazionale sull’acqua dolce, svoltasi nel dicembre 2001 a Bonn, ha proseguito questa opera di sensibilizzazione incaricando i circa settecento partecipanti a livello internazionale a preparare iniziative in vista del Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, tenutosi a Johannesburg nel settembre 2002. In questa sede, i rappresentanti dei diversi Stati partecipanti si sono posti l’ambizioso obiettivo di ridurre sensibilmente gli effetti nefasti derivanti dalla mancanza di acqua entro il 2015, fornendo servizi essenziali ad un numero crescente di persone ed indicando una cifra giornaliera di incremento oscillante fra i duecentomila ed i quattrocentomila nuovi soggetti.
In tale quadro internazionale, l’Unione europea si è fatta promotrice di importanti iniziative sia di carattere interno sia a livello internazionale. Ai sensi dell’art. 174 del Trattato CE la Comunità è competente, in materia ambientale, a perseguire «una utilizzazione accorta e razionale delle risorse na-turali» ed a promuovere sul piano internazionale «misure destinate a risolvere i problemi ambientali a livello regionale e mondiale».
Sul piano interno, il Parlamento europeo ed il Consiglio hanno, così, adottato la «Direttiva quadro sull’acqua» entrata in vigore il 22 dicembre 2000. La direttiva si pone l’obiettivo di proteggere le acque emerse e sotterranee all’interno del territorio comunitario, mediante un uso sostenibile, bilanciato ed equo delle risorse idriche, la riduzione significativa dell’inquinamento, ed il rispetto degli impegni assunti a livello internazionale.
Sul piano internazionale, l’Unione europea, oltre ad aver attivamente contribuito alla realizzazione dei Vertici di Rio e di Johannesburg, ha concluso numerosi accordi implicanti impegni in materia di risorse idriche. A tal proposito, particolare rilievo assume la Convenzione di Lomè, successivamente sostituita dall’Accordo di Cotonou, stipulata con i Paesi ACP – Africa, Caraibi, Pacifico – al fine di promuovere lo sviluppo economico di dette zone. Tra gli obiettivi perseguiti da tali accordi, infatti, vi è la realizzazione di un equilibrio sostenibile fra obiettivi economici, gestione razionale dell’ambiente e rafforzamento delle risorse umane e naturali. In tale contesto, il Fondo europeo per lo sviluppo (FES) ha devoluto importanti risorse finanziarie, circa 700 milioni di euro, ai paesi ACP al fine di promuovere interventi con effetti a lungo termine sulla conservazione delle foreste, l’educazione igienica e una più efficiente gestione idrica.
Simili iniziative sono state realizzate per lo sviluppo idrico anche in altre parti del mondo come Asia, America Latina, Paesi dell’Europa centrale ed orientale, area del Mediterraneo e numerosi Stati di nuova indipendenza. A tal riguardo rilevano, in particolare, i Programmi Tacis e Meda che hanno finora erogato rispettivamente 120 milioni di euro e 170 milioni di euro per le iniziative nell’Est europeo e nell’area mediterranea. Considere-vole è anche l’impegno finanziario assunto in materia dalla Banca europea per gli investimenti che nel corso dell’ultimo decennio ha stanziato circa 2 miliardi di euro per progetti da realizzarsi in diverse parti del mondo.
L’impegno dell’Unione per la preservazione delle risorse idriche mondiali non si esaurisce, tuttavia, nella previsione di seppur cospicui aiuti finanziari. In tale settore, infatti, la ricerca scientifica assume una particolare rilevanza al fine di individuare e correggere le cause del depauperamento di tale fondamentale risorsa. Proprio per questa ragione, a partire dal 1994 i Programmi quadro per la ricerca, aventi validità quinquennale, prevedono una apposita struttura incaricata della cooperazione internazionale in materia di ricerca scientifica. Tale cooperazione coinvolge i paesi che figurano quali beneficiari degli aiuti finanziari - ossia ACP, Asia, America latina, area mediterranea, balcani occidentali – e ha finora realizzato numerosi progetti riguardanti la gestione sostenibile e la qualità delle acque. Attualmente, il Sesto Programma quadro, che copre il periodo 2002 – 2006, ha stanziato 315 milioni di euro per misure specifiche a sostegno della cooperazione scientifica. Inoltre, altri 285 milioni di euro sono disponibili per agevolare l’attiva partecipazione di gruppi di esperti provenienti dai paesi terzi partner dell’Unione e consentire un più facile accesso alle conoscenze scientifiche maturate in ambito comunitario. La protezione del patrimonio idrico è anche al centro di altre priorità tematiche quali «lo sviluppo sostenibile, il cambiamento climatico globale e gli ecosistemi», «l’aeronautica e lo spazio» e «il monitoraggio globale per la sicurezza e l’ambiente». La deperibilità delle risorse idriche a livello mondiale viene infatti aggravata dalle fondamentali questioni che minacciano il futuro del nostro pianeta. Per questo è necessario un cambiamento di mentalità che comporti un approccio trasversale per affrontare le diverse problematiche attinenti alle risorse idriche. Per tale ragione, la Commissione europea ha inteso promuovere una nuova iniziativa intitolata L’acqua per la vita – la cooperazione internazionale: dalla conoscenza all’azione tesa a perseguire gli obiettivi di sviluppo individuati sul piano convenzionale mediante una gestione integrata delle risorse idriche, caratterizzata da una forte partecipazione pubblica ed una maggiore trasparenza ed affidabilità a livello mondiale. Tale iniziativa mira a sensibilizzare ed informare l’opinione pubblica ed il settore scientifico sulle problematiche connesse alla emergenza idrica mondiale. La mobilitazione del mondo scientifico, degli attori pubblici e privati e delle organizzazioni non governative su tale fondamentale problematica, unitamente alla creazione di partnership con regioni e paesi di altre parti del mondo, è, infatti, elemento essenziale per realizzare gli obiettivi di sviluppo per il nuovo millennio.