DOPO IL FORUM E LO STATUTO LA PUGLIA REGIONE D'EUROPA INVESTE SUI GIOVANI
Archivio > Anno 2004 > Marzo 2004
di Mario DE CRISTOFARO (Presidente del Consiglio Regionale della Puglia)
Nel dare il
"bentornato" alla rivista, rinnovata nella veste grafica, nel salutare
con simpatia l’intero corpo redazionale e, naturalmente, tutti i
lettori, mi sembra opportuno cogliere l’occasione per una riflessione
sul ruolo della nostra Regione, in un momento particolare della storia
di questo continente.
Tanto vale, infatti, sia per il presente della Comunità Europea, alla vigilia dell’allargamento, che per il futuro dell’area mediterranea, verso la quale la Puglia si orienta per storia e vocazione, non solo per effetto della posizione geografica.
Da questo versante arrivano i segnali meno confortanti. È in atto, non possiamo ignorarlo, un confronto tra Oriente ed Occidente che non nasconde insidie.
Anche la nostra regione sta facendo i conti con una fase di sospensione delle relazioni che si andavano sempre più intensificando con i Paesi dell’Africa del Nord e del Medio Oriente.
Appare evidente come le gravissime contingenze storiche avviate dall’11 settembre abbiano frenato lo sforzo della Puglia di recitare una parte di rilievo nella costruzione di una realtà integrata del mediterraneo. Un luogo di incontro di soggetti di pari dignità, senza differenze di credo religioso e politico, dove anzi venissero valorizzate appieno le diversità, come fattori di crescita reciproca.
Quando stavamo per mettere a frutto anni di costante recupero, esercitando una presenza di rispetto sul piano delle relazioni internazionali e comunitarie finalmente aperte dalle nuove dinamiche nel rapporto Stato-Regioni, il feroce attentato alle Torri Gemelle ha cambiato radicalmente uno scenario che si stava aprendo sempre di più alla collaborazione, tra occidente e oriente del bacino mediterraneo.
La minaccia del terrorismo, l’odio etnico mascherato da fondamentalismo, ma anche le devastanti conseguenze del conflitto iracheno scatenato dal presidente americano Bush, hanno destabilizzato il processo di pacificazione e di crescita delle istituzioni democratiche che nei paesi musulmani stava avendo progressivamente la meglio sulle sacche conservatrici. La radicalizzazione dello scontro sta mettendo in seria difficoltà le migliori volontà progressiste.
Intanto, abbiamo pagato un prezzo carissimo: l’Italia non ha dimenticato i ragazzi caduti a Nassiriya e la Puglia piange ancora con la famiglia del caporale di Trepuzzi, Alessandro Carrisi.
Se sul piano euromediterraneo le note sono dolenti, da quello strettamente europeo arrivano segnali di raffreddamento della tensione positiva animata intorno alla redazione della nuova costituzione continentale, che tutti attendevano già per il 2003. Il rallentamento del processo costituente tra i Paesi dell’Unione rischia di vanificare il lavoro svolto dalla nostra Regione, che ha voluto invece dare un contributo di proposte e di sensibilità al processo di revisione statutaria.
Proprio l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, nell’ambito delle azioni previste dal piano di comunicazione istituzionale e su mandato unitario dell’Assemblea, si è fatto promotore nel primo semestre 2003 di un Forum pugliese istituzione per la Convenzione sul futuro dell’Europa.
Procedendo a tappe serrate e nel pieno rispetto dei tempi prefissati, il 10 giugno 2003 ha varato il documento della Puglia, prendendo atto con soddisfazione dell’ampio coinvolgimento della realtà regionale nel dibattito.
Abbiamo considerato l’approvazione del Trattato sull’Unione come un momento decisivo del processo di integrazione europea e di crescita della comunità dei Paesi continentali. L’obiettivo è di rafforzare l’Europa unita come soggetto politico autorevole, promotore di un’azione mondiale tesa a costruire la pace e la sicurezza, a debellare il terrorismo, anche a rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite, esigenza fondamentale, questa, in un momento di grande imbarazzo dell’azione comune di questo alto consesso.
Solo un’Europa forte, determinata al raggiungimento di obiettivi comuni, potrà garantire al vecchio continente di rispondere alle sfide del terzo millennio. E solo se i suoi valori e i suoi ideali saranno condivisi, a partire dai giovani, che devono essere i motori dell’Unione.
Alle nuove leve, infatti, si rivolgono gli interventi esterni del Consiglio regionale. È sui loro sentimenti sulla sensibilità di autentici cittadini europei che contraddistingue le nuove generazioni che facciamo affidamento nel concorrere a promuovere un’importante iniziativa come quella del “Polo Euromediterraneo” Jean Monnet, unica azione cofinanziata in Italia dall’U.E. tra quelle proposte dalle università italiane.
Patrocinata dal Senato della Repubblica, con capofila l’Università di Lecce, si avvale della collaborazione degli atenei pugliesi, della Comunità delle Università del Mediterraneo e dell’Istituto regionale di ricerca educativa.
Per il Consiglio regionale è la biblioteca multimediale “Teca del Mediterraneo” ad essere protagonista di un ruolo di iniziativa e di collaborazione, che punta a diffondere tra i ragazzi i contenuti della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, approvata a Nizza del dicembre 2000.
Non a caso, il contributo del Forum pugliese ha sollecitato l’inserimento integrale della Carta nella nuova Costituzione Europea, per dare piena efficacia giuridica ai valori fondamentali della persona di cui l’Unione è portatrice. Diritti centrati sulla pace, che richiamano le radici storiche dell’Europa e l’affermazione dei principi di solidarietà, pluralismo e sussidiarietà che sostengono la costruzione dell’Europa moderna.
Sono gli stessi principi, mi piace segnalarlo, che ispirano il nuovo Statuto che la Puglia, prima tra le Regioni italiane, ha adottato nelle prime settimane del 2004, segnando un prestigioso risultato, che ci ha posto all’avanguardia del movimento nazionale di revisione statutaria.
Tanto vale, infatti, sia per il presente della Comunità Europea, alla vigilia dell’allargamento, che per il futuro dell’area mediterranea, verso la quale la Puglia si orienta per storia e vocazione, non solo per effetto della posizione geografica.
Da questo versante arrivano i segnali meno confortanti. È in atto, non possiamo ignorarlo, un confronto tra Oriente ed Occidente che non nasconde insidie.
Anche la nostra regione sta facendo i conti con una fase di sospensione delle relazioni che si andavano sempre più intensificando con i Paesi dell’Africa del Nord e del Medio Oriente.
Appare evidente come le gravissime contingenze storiche avviate dall’11 settembre abbiano frenato lo sforzo della Puglia di recitare una parte di rilievo nella costruzione di una realtà integrata del mediterraneo. Un luogo di incontro di soggetti di pari dignità, senza differenze di credo religioso e politico, dove anzi venissero valorizzate appieno le diversità, come fattori di crescita reciproca.
Quando stavamo per mettere a frutto anni di costante recupero, esercitando una presenza di rispetto sul piano delle relazioni internazionali e comunitarie finalmente aperte dalle nuove dinamiche nel rapporto Stato-Regioni, il feroce attentato alle Torri Gemelle ha cambiato radicalmente uno scenario che si stava aprendo sempre di più alla collaborazione, tra occidente e oriente del bacino mediterraneo.
La minaccia del terrorismo, l’odio etnico mascherato da fondamentalismo, ma anche le devastanti conseguenze del conflitto iracheno scatenato dal presidente americano Bush, hanno destabilizzato il processo di pacificazione e di crescita delle istituzioni democratiche che nei paesi musulmani stava avendo progressivamente la meglio sulle sacche conservatrici. La radicalizzazione dello scontro sta mettendo in seria difficoltà le migliori volontà progressiste.
Intanto, abbiamo pagato un prezzo carissimo: l’Italia non ha dimenticato i ragazzi caduti a Nassiriya e la Puglia piange ancora con la famiglia del caporale di Trepuzzi, Alessandro Carrisi.
Se sul piano euromediterraneo le note sono dolenti, da quello strettamente europeo arrivano segnali di raffreddamento della tensione positiva animata intorno alla redazione della nuova costituzione continentale, che tutti attendevano già per il 2003. Il rallentamento del processo costituente tra i Paesi dell’Unione rischia di vanificare il lavoro svolto dalla nostra Regione, che ha voluto invece dare un contributo di proposte e di sensibilità al processo di revisione statutaria.
Proprio l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, nell’ambito delle azioni previste dal piano di comunicazione istituzionale e su mandato unitario dell’Assemblea, si è fatto promotore nel primo semestre 2003 di un Forum pugliese istituzione per la Convenzione sul futuro dell’Europa.
Procedendo a tappe serrate e nel pieno rispetto dei tempi prefissati, il 10 giugno 2003 ha varato il documento della Puglia, prendendo atto con soddisfazione dell’ampio coinvolgimento della realtà regionale nel dibattito.
Abbiamo considerato l’approvazione del Trattato sull’Unione come un momento decisivo del processo di integrazione europea e di crescita della comunità dei Paesi continentali. L’obiettivo è di rafforzare l’Europa unita come soggetto politico autorevole, promotore di un’azione mondiale tesa a costruire la pace e la sicurezza, a debellare il terrorismo, anche a rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite, esigenza fondamentale, questa, in un momento di grande imbarazzo dell’azione comune di questo alto consesso.
Solo un’Europa forte, determinata al raggiungimento di obiettivi comuni, potrà garantire al vecchio continente di rispondere alle sfide del terzo millennio. E solo se i suoi valori e i suoi ideali saranno condivisi, a partire dai giovani, che devono essere i motori dell’Unione.
Alle nuove leve, infatti, si rivolgono gli interventi esterni del Consiglio regionale. È sui loro sentimenti sulla sensibilità di autentici cittadini europei che contraddistingue le nuove generazioni che facciamo affidamento nel concorrere a promuovere un’importante iniziativa come quella del “Polo Euromediterraneo” Jean Monnet, unica azione cofinanziata in Italia dall’U.E. tra quelle proposte dalle università italiane.
Patrocinata dal Senato della Repubblica, con capofila l’Università di Lecce, si avvale della collaborazione degli atenei pugliesi, della Comunità delle Università del Mediterraneo e dell’Istituto regionale di ricerca educativa.
Per il Consiglio regionale è la biblioteca multimediale “Teca del Mediterraneo” ad essere protagonista di un ruolo di iniziativa e di collaborazione, che punta a diffondere tra i ragazzi i contenuti della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, approvata a Nizza del dicembre 2000.
Non a caso, il contributo del Forum pugliese ha sollecitato l’inserimento integrale della Carta nella nuova Costituzione Europea, per dare piena efficacia giuridica ai valori fondamentali della persona di cui l’Unione è portatrice. Diritti centrati sulla pace, che richiamano le radici storiche dell’Europa e l’affermazione dei principi di solidarietà, pluralismo e sussidiarietà che sostengono la costruzione dell’Europa moderna.
Sono gli stessi principi, mi piace segnalarlo, che ispirano il nuovo Statuto che la Puglia, prima tra le Regioni italiane, ha adottato nelle prime settimane del 2004, segnando un prestigioso risultato, che ci ha posto all’avanguardia del movimento nazionale di revisione statutaria.