LA NONA CONFERENZA DELLE CITTA’ GEMELLATE DEL MEDITERRANEO
Archivio > Anno 2002 > Maggio 2002
di Franco PUNZI (Vice Presidente nazionale AICCRE)
La nona Conferenza delle Città gemellate del Mediterraneo, svoltasi a
Taranto dal 20 al 22 marzo scorso, ha registrato la presenza di circa
300 rappresentanti di Comuni, Province e Regioni dell’Italia, Grecia,
Spagna, Portogallo, Cipro, Malta, Francia, ecc.
Una conferenza contigua a fatti ed eventi traumatici, con i temi trattati, ha dimostrato la validità dell’iniziativa. Inizialmente si doveva svolgere ad ottobre, venne rinviata, per motivi prudenziali, in seguito all’attentato alle Twin Towers di New York e si è aperta a poche ore di distanza dal drammatico assassinio del prof. Biagi a Bologna. Di pace e di pacificazione, dunque, si è parlato, di pace hanno voluto parlare gli Amministratori locali del Mediterraneo, un mare grande, ricco di storia, ricco di passato, ma anche di futuro. Quel futuro che diventa di grande preoccupazione quando si fa riferimento al Medio Oriente. Quel mare dove Fenici e Cartaginesi stesero le reti commerciali, spingendosi fino a lambire rotte e terre all’epoca nemmeno immaginate; quel mare dove si scontrarono popoli di devastante potenza militare dai Greci ai Romani, dall’Islam al dopo Bisanzio, alle flotte delle repubbliche marinare, quel mare le cui sponde oggi sono abitate da oltre 140 milioni di persone.
Se tutti insieme riusciremo a costruire la lingua comune della buona volontà, molti traguardi che oggi sembrano lontani potrebbero essere raggiunti, sconfiggendo le rapacità piccole e grandi, i veleni che distillano la sconfinata miopia dei nostri cuori, la totale anoressia dei nostri sentimenti.
La strada giusta, è stato ribadito nelle varie sessioni di lavoro della Conferenza, è quella del dialogo tra i popoli, dialogo interculturale ed interreligioso. Quando non c’è dialogo c’è chiusura, contrasto, rissa, arroccamento sulle proprie posizioni, c’è guerra. Dal dialogo nasce la tolleranza, il rispetto per l’altro, la condivisione delle altrui idee e, quindi, l’integrazione.
L’Europa dei popoli deve costruire questa coscienza e la può costruire con le realtà locali che meglio interpretano il pensiero della gente e quindi incoraggiano la scoperta di chi ci circonda e favoriscono il processo dell’integrazione che porta ai gemellaggi. L’Europa economica è stata realizzata attraverso la moneta unica, grossa conquista dopo 50 anni, oggi si deve realizzare l’Europa politica creando una nuova coscienza basata sui principi di giustizia sociale, solidarietà ed umanità.
L’appuntamento di Taranto ha mobilitato ed impegnato su qualificate relazioni e dibattito approfondito Amministratori Locali desiderosi di recitare un ruolo propositivo in una fase storica molto confusa, in un Mediterraneo ancora ricco di contraddizioni e di realtà diverse, di un’Europa debole nelle istituzioni perché priva di una Costituzione e di regole certe, ma alla vigilia di scelte legislative che potrebbero agevolare il percorso sia per l’ampliamento agli altri Paesi, sia per lo snellimento delle procedure e dei ruoli sovranazionali e locali.
Una mobilitazione che parte dalla base, secondo il principio della sussidiarietà, e arriva al vertice, a differenza di quanto avveniva finora. Europa federale che rispetti le peculiarità di ciascuno, ma che trovi la sintesi delle varie realtà nella convergenza delle strategie mondiali. Quindi, dopo nove edizioni, la Conferenza sui gemellaggi trova la sua attualità nella necessità della costruzione di un rapporto duraturo tra realtà diverse che si integrano e si sviluppano nella cultura e nell’economia e si realizzano nella pace e nel progresso.
Alla cultura della violenza e della guerra gli Amministratori del Mediterraneo rispondono con l’impegno e la volontà dello stare insieme e di mobilitarsi perché ai giovani venga assicurato lavoro, giustizia e pace. È questo il messaggio che è partito da Taranto in direzione delle popolazioni che ancora soffrono l’arroganza del potere economico, strategico e religioso!
Una conferenza contigua a fatti ed eventi traumatici, con i temi trattati, ha dimostrato la validità dell’iniziativa. Inizialmente si doveva svolgere ad ottobre, venne rinviata, per motivi prudenziali, in seguito all’attentato alle Twin Towers di New York e si è aperta a poche ore di distanza dal drammatico assassinio del prof. Biagi a Bologna. Di pace e di pacificazione, dunque, si è parlato, di pace hanno voluto parlare gli Amministratori locali del Mediterraneo, un mare grande, ricco di storia, ricco di passato, ma anche di futuro. Quel futuro che diventa di grande preoccupazione quando si fa riferimento al Medio Oriente. Quel mare dove Fenici e Cartaginesi stesero le reti commerciali, spingendosi fino a lambire rotte e terre all’epoca nemmeno immaginate; quel mare dove si scontrarono popoli di devastante potenza militare dai Greci ai Romani, dall’Islam al dopo Bisanzio, alle flotte delle repubbliche marinare, quel mare le cui sponde oggi sono abitate da oltre 140 milioni di persone.
Se tutti insieme riusciremo a costruire la lingua comune della buona volontà, molti traguardi che oggi sembrano lontani potrebbero essere raggiunti, sconfiggendo le rapacità piccole e grandi, i veleni che distillano la sconfinata miopia dei nostri cuori, la totale anoressia dei nostri sentimenti.
La strada giusta, è stato ribadito nelle varie sessioni di lavoro della Conferenza, è quella del dialogo tra i popoli, dialogo interculturale ed interreligioso. Quando non c’è dialogo c’è chiusura, contrasto, rissa, arroccamento sulle proprie posizioni, c’è guerra. Dal dialogo nasce la tolleranza, il rispetto per l’altro, la condivisione delle altrui idee e, quindi, l’integrazione.
L’Europa dei popoli deve costruire questa coscienza e la può costruire con le realtà locali che meglio interpretano il pensiero della gente e quindi incoraggiano la scoperta di chi ci circonda e favoriscono il processo dell’integrazione che porta ai gemellaggi. L’Europa economica è stata realizzata attraverso la moneta unica, grossa conquista dopo 50 anni, oggi si deve realizzare l’Europa politica creando una nuova coscienza basata sui principi di giustizia sociale, solidarietà ed umanità.
L’appuntamento di Taranto ha mobilitato ed impegnato su qualificate relazioni e dibattito approfondito Amministratori Locali desiderosi di recitare un ruolo propositivo in una fase storica molto confusa, in un Mediterraneo ancora ricco di contraddizioni e di realtà diverse, di un’Europa debole nelle istituzioni perché priva di una Costituzione e di regole certe, ma alla vigilia di scelte legislative che potrebbero agevolare il percorso sia per l’ampliamento agli altri Paesi, sia per lo snellimento delle procedure e dei ruoli sovranazionali e locali.
Una mobilitazione che parte dalla base, secondo il principio della sussidiarietà, e arriva al vertice, a differenza di quanto avveniva finora. Europa federale che rispetti le peculiarità di ciascuno, ma che trovi la sintesi delle varie realtà nella convergenza delle strategie mondiali. Quindi, dopo nove edizioni, la Conferenza sui gemellaggi trova la sua attualità nella necessità della costruzione di un rapporto duraturo tra realtà diverse che si integrano e si sviluppano nella cultura e nell’economia e si realizzano nella pace e nel progresso.
Alla cultura della violenza e della guerra gli Amministratori del Mediterraneo rispondono con l’impegno e la volontà dello stare insieme e di mobilitarsi perché ai giovani venga assicurato lavoro, giustizia e pace. È questo il messaggio che è partito da Taranto in direzione delle popolazioni che ancora soffrono l’arroganza del potere economico, strategico e religioso!