L'EUROPA DELLE IDEE E DEI VALORI
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L’unità
europea ha costituito l’obiettivo politico dell’Italia riemersa nel
Dopoguerra dal “sonno della ragione” della dittatura. Basti pensare
all’impegno prima di De Gasperi e di Moro per fondare un comunità
europea fondata sulla democrazia, sulla collaborazione e sulla
solidarietà.
L’allargamento dell’Unione Europea a nuovi Paesi rappresenta il segnale tangibile della fondatezza di quella intuizione politica. E su questa strada occorre continuare per creare un’Europa che abbia sempre più un comunanza di idee e valori. E che, quindi, sia in grado di svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiere politico internazionale.
Per il Mezzogiorno l’Europa “più larga” rappresenta una sfida ed una opportunità.
Certo, l’ingresso di aree deboli porterà ad una ridefinizione dei fondi strutturali europei, ed alcune regioni del Sud potrebbero perdere i finanziamenti assegnati alle Regioni dell’Obiettivo 1. Ma questa eventualità deve spingere il Mezzogiorno ad utilizzare meglio i finanziamenti per innescare il circolo virtuoso dello sviluppo.
L’apertura di nuovi mercati di milioni di consumatori rappresenta altresì una grossa opportunità per il sistema economico meridionale che dovrà essere in grado di vincere questa sfida. Abbiamo risorse e talento che possono permettere al Mezzogiorno e alla Puglia di potere svolgere un ruolo di primo piano. Non dobbiamo solo difenderci, ma dobbiamo portare la nostra sfida anche sui mercati dell’Est per vendere la qualità dei nostri prodotti.
Ma oltre al terreno economico, la “nuova Europa” apre le porte ad una nuova stagione di scambi culturali che rappresentano il fondamento dell’ “identità” europea. E’ un terreno, questo, difficile in una fase in cui i particolarismi e fondamentalismi sembrano avere la meglio. Ma è questa la strada da percorrere.
È l’obiettivo a cui puntare per fondare l’Europa delle idee e dei valori, e non solo quella dei mercati.
L’allargamento dell’Unione Europea a nuovi Paesi rappresenta il segnale tangibile della fondatezza di quella intuizione politica. E su questa strada occorre continuare per creare un’Europa che abbia sempre più un comunanza di idee e valori. E che, quindi, sia in grado di svolgere un ruolo di primo piano nello scacchiere politico internazionale.
Per il Mezzogiorno l’Europa “più larga” rappresenta una sfida ed una opportunità.
Certo, l’ingresso di aree deboli porterà ad una ridefinizione dei fondi strutturali europei, ed alcune regioni del Sud potrebbero perdere i finanziamenti assegnati alle Regioni dell’Obiettivo 1. Ma questa eventualità deve spingere il Mezzogiorno ad utilizzare meglio i finanziamenti per innescare il circolo virtuoso dello sviluppo.
L’apertura di nuovi mercati di milioni di consumatori rappresenta altresì una grossa opportunità per il sistema economico meridionale che dovrà essere in grado di vincere questa sfida. Abbiamo risorse e talento che possono permettere al Mezzogiorno e alla Puglia di potere svolgere un ruolo di primo piano. Non dobbiamo solo difenderci, ma dobbiamo portare la nostra sfida anche sui mercati dell’Est per vendere la qualità dei nostri prodotti.
Ma oltre al terreno economico, la “nuova Europa” apre le porte ad una nuova stagione di scambi culturali che rappresentano il fondamento dell’ “identità” europea. E’ un terreno, questo, difficile in una fase in cui i particolarismi e fondamentalismi sembrano avere la meglio. Ma è questa la strada da percorrere.
È l’obiettivo a cui puntare per fondare l’Europa delle idee e dei valori, e non solo quella dei mercati.