Il convegno su "La Costituzione Europea e i giovani"
Archivio > Anno 2002 > Dicembre 2002
di Vittorio Calaprice (Movimento Federalista Europeo)
Davanti
ad un pubblico di oltre duecento persone si è tenuto nell’aula Aldo
Moro della facoltà di Giurisprudenza il 14 novembre un convegno dal
titolo “La Convenzione europea ed i giovani” organizzato congiuntamente
dall’antenna di Bari dell’Aegee (Association des Etats Généraux des
Etudiants de l’Europe) e dal Movimento Federalista Europeo con il
patrocinio dall’Osservatorio sulla Convenzione europea presso il
Dipartimento per le Politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio
dei Ministri e l’assistenza del Segretariato tecnico del Consiglio
Regionale della Puglia per la Convenzione europea.
A presiedere i lavori il professore Ennio Triggiani che - salutando con favore l’iniziativa - ha sottolineato il grande impegno con cui istituzioni europee e società civile stanno lavorando in questi mesi “dentro e fuori” la Convenzione per ridisegnare il volto di una nuova Europa. Rivolgendosi ai molti giovani presenti ha invitato loro ad essere in sintonia con i valori dell’europeismo e di sentirsi i protagonisti di questa Unione europea che “allargandosi adesso ad ulteriori dieci Stati compie una storica riunificazione dimostrando che la sua forza risieda proprio nel suo pluralismo culturale inserito in un quadro istituzionale unitario”.
È stato Fabio Rascia – a nome dell’Aegee di Bari - ad intervenire successivamente per ricordare il ruolo che l’Associazione degli Stati Generali degli Studenti dell’Europa svolge in tutte le principali città europee al fine di aggregare studenti e consentire loro esperienze di confronto e dibattito con altri giovani impegnati in medesime iniziative europee. Questo stesso convegno rientra difatti in un progetto più ampio denominato “100 dibattiti in 100 università” che tra ottobre e novembre ha coinvolto un network di università europee – coordinate dall’Aegee Europe - chiamate a partecipare al dibattito sul futuro dell’Europa.
Subito dopo Vittorio Calaprice - nel portare i saluti del Movimento Federalista Europeo - ha evidenziato il periodo particolarmento denso di avvenimenti vissuto dai cittadini europei proprio in questi giorni. Il “sì” al referendum irlandese per il Trattato di Nizza e la prima bozza di “Costituzione europea” presentata nella Convenzione sono due eventi che hanno impresso una forte accelerazione al processo di integrazione europea. “In questa fase il ruolo dei federalisti è tutto rivolto a che l’Unione europea si trasformi in una Federazione di Stati e di cittadini fondata su una Costituzione federale europea approvata successivamente da un referendum da tenersi in tutta Europa”.
Si è dunque aperta la discussione con la relazione della professoressa Gabriella Carella, ordinario di Diritto internazionale, che ha svolto un’ampia panoramica sui lavori della Convenzione ed una approfondita analisi delle questioni giuridiche emerse dal dibattito nelle prime sessioni plenarie.
“Siamo di fronte ad una complessiva rifondazione dell’Europa” - ha esordito la docente nella prima parte del suo intervento – “che si sta sviluppando attraverso una estensione in senso sia orizzontale, con l’allargamento ai paesi dell’Est delle Istituzioni comunitarie, sia verticale con il rafforzamento delle competenze politiche di queste ultime”.
Nel prosieguo dell’analisi si è messo in evidenza come le classiche negoziazioni intergovernative che hanno caratterizzato le passate riforme istituzionali sono state carenti di rappresentatività democratica: “ecco perché una riflessione politica più approfondita ha imposto di utilizzare lo strumento della Convenzione che pur non avendo un vero potere decisionale finale rappresenta tuttavia un’importante novità nel processo di integrazione europea”.
“È uno strumento già utilizzato per la redazione della Carta dei diritti fondamentali anche se con notevoli differenze: infatti nella prima Convenzione non erano rappresentati i Paesi candidati e si lavorò con una competenza ristretta alla semplice codificazione del diritto esistente”.
La Convenzione sull’avvenire dell’Europa apertasi a Bruxelles nel febbraio di quest’anno ha invece il compito di dare più spazio ai cittadini europei, acquisendo al dibattito tutte le componenti del quadro istituzionale europeo (Consiglio, Commissione, Parlamenti nazionali ed europeo).
Permangono tuttavia dei limiti: l’assenza dei rappresentanti delle Regioni (c’è solo un osservatore del Comitato delle Regioni) come anche delle federazioni dei partiti europei.
Se vi è stato un maggiore coinvolgimento delle espressioni della società civile (sin dall’inizio riunite in un apposito Forum) tuttavia non siamo ancora alla rappresentanza del démos europeo ma di sue varie articolazioni.
Il timore è che questo metodo appaia solo un “paravento” per le decisioni finali che verranno successivamente prese dai Governi durante la Conferenza intergovernativa.
Per questo sarà preferibile la decisione su di un testo unitario di “Costituzione”: è la via vincente per esercitare la massima pressione possibile sui lavori della CIG.
Anche nell’analisi della struttura della futura costituzione (la “bozza Giscard d’Estaing”) sono emerse una serie di perplessità. Se in essa da un lato viene sancita la doppia cittadinanza nazionale e comunitaria dall’altro appare ancora indefinita la scelta tra una tendenza federalista del sistema comunitario (con il rafforzamento del ruolo del Presidente della Commissione) ed una tendenza intergovernativa (laddove si opterà per il rafforzamento del Consiglio).
L’introduzione poi di una nuova assemblea denominata “Congresso dei popoli” è vista come una inutile complicazione del sistema istituzionale.
Sullo sfondo rimane quindi il pericolo di un ridimensionamento del ruolo della società civile a fronte di “resistenze intergovernative” superabili solo attraverso una incisiva pressione dei cittadini. In particolare i giovani potranno spezzare le persistenti logiche “vetero-nazionalistiche”.
È stata poi la volta di Silvana Cavallo intervenuta a nome del Segretariato tecnico del Consiglio Regionale della Puglia per la Convenzione europea, una struttura nata al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica a livello regionale sui lavori della Convenzione.
L’azione dell’ufficio si articolerà attraverso vari strumenti: il Forum permanente regionale, coordinato da un Comitato, un sito internet, un opuscolo contenente la documentazione principale sulla Convenzione, un ciclo di convegni presso le tre università di Bari, Foggia e Lecce.
Il Forum si riunirà due volte, la prima per l’insediamento e la seconda per la seduta conclusiva in forma allargata alle rappresentanze sociali, culturali, sindacali, partitiche, economiche. In questa seduta prenderà corpo e sarà approvato un documento finale da sottoporre alla Convenzione sull’avvenire dell’Europa. Un’attenzione particolare verrà mostrata anche verso il mondo giovanile.
Ha preso poi la parola Samuele Pii, in qualità di Presidente nazionale dei Giovani federalisti europei ma anche di componente della “Convenzione europea dei giovani” che a Bruxelles, nel luglio scorso, ha visto riuniti 210 ragazzi di 28 Paesi europei per discutere delle principali tematiche giovanili in Europa, sintetizzate poi in una “Dichiarazione finale” distribuita ai partecipanti al convegno. Nel portare la propria testimonianza si è rivolto ai giovani presenti in aula esaltando il ruolo che la politica e la democrazia stanno assumendo nel processo di integrazione europea. Riflettendo sul valore della pace iscritto nei trattati fondamentali (sin da quello della CECA) ha osservato come paradossalmente non sia più ricordata nella “bozza Giscard D’Estaing”. Nel rimarcare la funzione della democrazia a livello sovrannazionale ha ricordato come dopo l’elezione diretta del Parlamento europeo e la nascita dell’Euro il tema della Costituzione europea sarà al centro dell’azione dei federalisti soprattutto in vista di un possibile ed auspicabile referendum europeo da tenersi contestualmente alle elezioni per il Parlamento europeo del 2004.
Anche l’intervento di Salvatore Greco, Presidente della Commissione consiliare “Politiche comunitarie” della Regione Puglia, è stato tutto incentrato sul ruolo dei giovani e sulla partecipazione alla vita pubblica: istruzione, cultura, formazione professionale, sono i temi cruciali sui quali si sta sviluppando l’impegno della Regione Puglia nel contribuire alla creazione della futura classe dirigente favorendo nel proprio territorio l’integrazione socio-culturale dei giovani.
“Nella mia esperienza politica a Bruxelles come componente della Convenzione Giovani ed in Puglia come consigliere regionale osservo con piacere che i giovani non hanno perduto il senso della democrazia e quanto invece essi vogliano sentirsi protagonisti in questa Europa intesa sempre più come spazio di libertà e di opportunità”, ha affermato nel suo discorso.
È toccato a Francesco Tufarelli a nome del Dipartimento politiche comunitarie trarre le conclusioni di questa giornata. Si è soffermato sul ruolo che l’Osservatorio sulla Convenzione europea – aperto presso il Dipartimento per le Politiche comunitarie – sta svolgendo nell’organizzare in Italia il dibattito sull’avvenire dell’Europa fungendo da filtro tra istituzioni e società civile attraverso l’individuazione di precisi target di pubblico (specialisti di diritto comunitario, funzionari ministeriali ed europei, mondo accademico, giovani) verso i quali rivolgere un servizio informativo il più efficace possibile.
Un’importante iniziativa sarà la Convenzione dei giovani italiani per l’avvenire dell’Europa che vedrà riuniti a Roma dal 10 al 12 gennaio del prossimo anno 207 giovani italiani che daranno poi vita ad un forum sulle questioni giovanili. Al riguardo è stata descritta la procedura di selezione (per informazioni vedasi il sito www.politichecomunitarie.it ).
Alcune considerazioni sono state svolte in chiusura dei lavori relative sia alla proposta emersa durante il dibattito di sottoporre la futura ”Costituzione” a referendum europeo sia al concetto di pace inteso come sintesi dei valori europei, obiettivo fondamentale dell’azione dell’Unione europea e filo conduttore ideale di questa “giornata europea” di riflessione.
A presiedere i lavori il professore Ennio Triggiani che - salutando con favore l’iniziativa - ha sottolineato il grande impegno con cui istituzioni europee e società civile stanno lavorando in questi mesi “dentro e fuori” la Convenzione per ridisegnare il volto di una nuova Europa. Rivolgendosi ai molti giovani presenti ha invitato loro ad essere in sintonia con i valori dell’europeismo e di sentirsi i protagonisti di questa Unione europea che “allargandosi adesso ad ulteriori dieci Stati compie una storica riunificazione dimostrando che la sua forza risieda proprio nel suo pluralismo culturale inserito in un quadro istituzionale unitario”.
È stato Fabio Rascia – a nome dell’Aegee di Bari - ad intervenire successivamente per ricordare il ruolo che l’Associazione degli Stati Generali degli Studenti dell’Europa svolge in tutte le principali città europee al fine di aggregare studenti e consentire loro esperienze di confronto e dibattito con altri giovani impegnati in medesime iniziative europee. Questo stesso convegno rientra difatti in un progetto più ampio denominato “100 dibattiti in 100 università” che tra ottobre e novembre ha coinvolto un network di università europee – coordinate dall’Aegee Europe - chiamate a partecipare al dibattito sul futuro dell’Europa.
Subito dopo Vittorio Calaprice - nel portare i saluti del Movimento Federalista Europeo - ha evidenziato il periodo particolarmento denso di avvenimenti vissuto dai cittadini europei proprio in questi giorni. Il “sì” al referendum irlandese per il Trattato di Nizza e la prima bozza di “Costituzione europea” presentata nella Convenzione sono due eventi che hanno impresso una forte accelerazione al processo di integrazione europea. “In questa fase il ruolo dei federalisti è tutto rivolto a che l’Unione europea si trasformi in una Federazione di Stati e di cittadini fondata su una Costituzione federale europea approvata successivamente da un referendum da tenersi in tutta Europa”.
Si è dunque aperta la discussione con la relazione della professoressa Gabriella Carella, ordinario di Diritto internazionale, che ha svolto un’ampia panoramica sui lavori della Convenzione ed una approfondita analisi delle questioni giuridiche emerse dal dibattito nelle prime sessioni plenarie.
“Siamo di fronte ad una complessiva rifondazione dell’Europa” - ha esordito la docente nella prima parte del suo intervento – “che si sta sviluppando attraverso una estensione in senso sia orizzontale, con l’allargamento ai paesi dell’Est delle Istituzioni comunitarie, sia verticale con il rafforzamento delle competenze politiche di queste ultime”.
Nel prosieguo dell’analisi si è messo in evidenza come le classiche negoziazioni intergovernative che hanno caratterizzato le passate riforme istituzionali sono state carenti di rappresentatività democratica: “ecco perché una riflessione politica più approfondita ha imposto di utilizzare lo strumento della Convenzione che pur non avendo un vero potere decisionale finale rappresenta tuttavia un’importante novità nel processo di integrazione europea”.
“È uno strumento già utilizzato per la redazione della Carta dei diritti fondamentali anche se con notevoli differenze: infatti nella prima Convenzione non erano rappresentati i Paesi candidati e si lavorò con una competenza ristretta alla semplice codificazione del diritto esistente”.
La Convenzione sull’avvenire dell’Europa apertasi a Bruxelles nel febbraio di quest’anno ha invece il compito di dare più spazio ai cittadini europei, acquisendo al dibattito tutte le componenti del quadro istituzionale europeo (Consiglio, Commissione, Parlamenti nazionali ed europeo).
Permangono tuttavia dei limiti: l’assenza dei rappresentanti delle Regioni (c’è solo un osservatore del Comitato delle Regioni) come anche delle federazioni dei partiti europei.
Se vi è stato un maggiore coinvolgimento delle espressioni della società civile (sin dall’inizio riunite in un apposito Forum) tuttavia non siamo ancora alla rappresentanza del démos europeo ma di sue varie articolazioni.
Il timore è che questo metodo appaia solo un “paravento” per le decisioni finali che verranno successivamente prese dai Governi durante la Conferenza intergovernativa.
Per questo sarà preferibile la decisione su di un testo unitario di “Costituzione”: è la via vincente per esercitare la massima pressione possibile sui lavori della CIG.
Anche nell’analisi della struttura della futura costituzione (la “bozza Giscard d’Estaing”) sono emerse una serie di perplessità. Se in essa da un lato viene sancita la doppia cittadinanza nazionale e comunitaria dall’altro appare ancora indefinita la scelta tra una tendenza federalista del sistema comunitario (con il rafforzamento del ruolo del Presidente della Commissione) ed una tendenza intergovernativa (laddove si opterà per il rafforzamento del Consiglio).
L’introduzione poi di una nuova assemblea denominata “Congresso dei popoli” è vista come una inutile complicazione del sistema istituzionale.
Sullo sfondo rimane quindi il pericolo di un ridimensionamento del ruolo della società civile a fronte di “resistenze intergovernative” superabili solo attraverso una incisiva pressione dei cittadini. In particolare i giovani potranno spezzare le persistenti logiche “vetero-nazionalistiche”.
È stata poi la volta di Silvana Cavallo intervenuta a nome del Segretariato tecnico del Consiglio Regionale della Puglia per la Convenzione europea, una struttura nata al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica a livello regionale sui lavori della Convenzione.
L’azione dell’ufficio si articolerà attraverso vari strumenti: il Forum permanente regionale, coordinato da un Comitato, un sito internet, un opuscolo contenente la documentazione principale sulla Convenzione, un ciclo di convegni presso le tre università di Bari, Foggia e Lecce.
Il Forum si riunirà due volte, la prima per l’insediamento e la seconda per la seduta conclusiva in forma allargata alle rappresentanze sociali, culturali, sindacali, partitiche, economiche. In questa seduta prenderà corpo e sarà approvato un documento finale da sottoporre alla Convenzione sull’avvenire dell’Europa. Un’attenzione particolare verrà mostrata anche verso il mondo giovanile.
Ha preso poi la parola Samuele Pii, in qualità di Presidente nazionale dei Giovani federalisti europei ma anche di componente della “Convenzione europea dei giovani” che a Bruxelles, nel luglio scorso, ha visto riuniti 210 ragazzi di 28 Paesi europei per discutere delle principali tematiche giovanili in Europa, sintetizzate poi in una “Dichiarazione finale” distribuita ai partecipanti al convegno. Nel portare la propria testimonianza si è rivolto ai giovani presenti in aula esaltando il ruolo che la politica e la democrazia stanno assumendo nel processo di integrazione europea. Riflettendo sul valore della pace iscritto nei trattati fondamentali (sin da quello della CECA) ha osservato come paradossalmente non sia più ricordata nella “bozza Giscard D’Estaing”. Nel rimarcare la funzione della democrazia a livello sovrannazionale ha ricordato come dopo l’elezione diretta del Parlamento europeo e la nascita dell’Euro il tema della Costituzione europea sarà al centro dell’azione dei federalisti soprattutto in vista di un possibile ed auspicabile referendum europeo da tenersi contestualmente alle elezioni per il Parlamento europeo del 2004.
Anche l’intervento di Salvatore Greco, Presidente della Commissione consiliare “Politiche comunitarie” della Regione Puglia, è stato tutto incentrato sul ruolo dei giovani e sulla partecipazione alla vita pubblica: istruzione, cultura, formazione professionale, sono i temi cruciali sui quali si sta sviluppando l’impegno della Regione Puglia nel contribuire alla creazione della futura classe dirigente favorendo nel proprio territorio l’integrazione socio-culturale dei giovani.
“Nella mia esperienza politica a Bruxelles come componente della Convenzione Giovani ed in Puglia come consigliere regionale osservo con piacere che i giovani non hanno perduto il senso della democrazia e quanto invece essi vogliano sentirsi protagonisti in questa Europa intesa sempre più come spazio di libertà e di opportunità”, ha affermato nel suo discorso.
È toccato a Francesco Tufarelli a nome del Dipartimento politiche comunitarie trarre le conclusioni di questa giornata. Si è soffermato sul ruolo che l’Osservatorio sulla Convenzione europea – aperto presso il Dipartimento per le Politiche comunitarie – sta svolgendo nell’organizzare in Italia il dibattito sull’avvenire dell’Europa fungendo da filtro tra istituzioni e società civile attraverso l’individuazione di precisi target di pubblico (specialisti di diritto comunitario, funzionari ministeriali ed europei, mondo accademico, giovani) verso i quali rivolgere un servizio informativo il più efficace possibile.
Un’importante iniziativa sarà la Convenzione dei giovani italiani per l’avvenire dell’Europa che vedrà riuniti a Roma dal 10 al 12 gennaio del prossimo anno 207 giovani italiani che daranno poi vita ad un forum sulle questioni giovanili. Al riguardo è stata descritta la procedura di selezione (per informazioni vedasi il sito www.politichecomunitarie.it ).
Alcune considerazioni sono state svolte in chiusura dei lavori relative sia alla proposta emersa durante il dibattito di sottoporre la futura ”Costituzione” a referendum europeo sia al concetto di pace inteso come sintesi dei valori europei, obiettivo fondamentale dell’azione dell’Unione europea e filo conduttore ideale di questa “giornata europea” di riflessione.