LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA PER IL COMPLETAMENTO DEL MERCATO COMUNE DELL'ENERGIA
Archivio > Anno 2007 > Ottobre 2007
di Teresa Maria MOSCHETTA
La
realizzazione del mercato comune dell’energia costituisce ormai da
alcuni anni un obiettivo prioritario della politica di integrazione
economica a livello comunitario. Il processo di creazione di un mercato
comune del gas e della energia elettrica è stato avviato circa dieci
anni fa con l’adozione delle prime direttive in materia.
Gli obiettivi posti dalla normativa attualmente in vigore riguardano la realizzazione della separazione giuridica e funzionale delle operazioni di trasmissione di rete dalle attività di produzione e fornitura di energia – il c.d. unbundling – nonché la creazione di autorità indipendenti nazionali deputate a regolare e controllare l’effettivo funzionamento di mercati concorrenziali del gas e dell’energia elettrica. I risultati finora raggiunti, tuttavia, non hanno soddisfatto le aspettative dato che permangono ancora numerosi problemi legati in particolare ad una eccessiva frammentazione dei mercati lungo i confini nazionali, alla presenza di una diffusa integrazione verticale delle imprese ed a mercati nazionali ancora troppo poco concorrenziali.
La persistenza di tali criticità ha indotto le istituzioni comunitarie a dedicare sempre maggiore attenzione al completamento di un mercato comune del gas e della elettricità. Il Consiglio europeo di Court Hampton del 2005 ha auspicato l’elaborazione di una politica comune per l’integrazione dei mercati della energia e tale auspicio ha trovato una prima risposta con la pubblicazione del Libro verde della Commissione europea sullo sviluppo di una coerente politica energetica per l’Europa.
La Commissione europea ha successivamente avviato inchieste e consultazioni con i diversi gruppi di interesse avvalendosi anche del lavoro svolto dai due Forum di Firenze e Madrid dedicati rispettivamente alla regolazione della energia elettrica e del gas naturale che hanno visto periodicamente riuniti i ministri dei governi nazionali, le autorità regolatorie nazionali, i rappresentanti della stessa Commissione, gli operatori dei sistemi di trasmissione, i fornitori, i sindacati e gli utilizzatori della rete di trasmissione al fine di discutere i problemi ancora irrisolti.
Un ulteriore tassello nel processo di revisione della politica energetica europea è stato posto dalla Comunicazione della Commissione del 10 gennaio 2007, intitolata “Una politica energetica per l’Europa”, in cui è stata sottolineata l’importanza di portare a compimento il mercato interno della elettricità e del gas naturale in tempi brevi. Sulla stessa lunghezza d’onda, il Consiglio europeo di primavera ha richiesto alla Commissione di proporre ulteriori misure per portare a compimento la realizzazione di un mercato realmente concorrenziale.
Il 19 settembre 2007 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure contenuto nelle proposte di direttive che andranno ad emendare le attuali direttive 2003/54/CE e 2003/55/CE sul mercato della energia elettrica e sul mercato del gas naturale al fine di giungere in tempi brevi alla creazione di un mercato europeo del gas e dell’elettricità.
La prima misura prevede la realizzazione di una separazione effettiva delle attività di produzione e fornitura dalle attività di gestione delle reti di trasmissione. Gli Stati membri, infatti, hanno adottato in maniera disomogenea le direttive sul mercato del gas naturale e della elettricità permettendo in alcuni casi la creazione di imprese di produzione e fornitura e di imprese di gestione delle reti di trasmissione integrate verticalmente.
Il legame esistente tra tali imprese determina una serie di inconvenienti. Gli operatori del sistema di trasmissione di imprese integrate verticalmente tendono infatti a privilegiare le imprese affiliate determinando un serio deficit di informazione per i nuovi competitors. Gli investimenti all’interno delle società fortemente integrate inoltre risultano spesso distorti, dato che l’impresa dominante non ha nessun interesse a migliorare la rete, giacché questo favorirebbe principalmente le imprese concorrenti. Una separazione formale e sostanziale degli operatori di trasmissione garantirebbe invece le stesse garanzie d’accesso alle reti per tutte le imprese di distribuzione, consentendo quei miglioramenti tecnologici necessari a garantire una più efficiente gestione e, in ultima analisi, tariffe più basse per gli utenti.
La proposta della Commissione pone in capo agli Stati membri l’obbligo di assicurare che le imprese che detengono la proprietà del sistema di trasmissione non esercitino direttamente o indirettamente alcuna forma di controllo sulle imprese che svolgano qualsiasi funzione di produzione e di fornitura. Le imprese integrate verticalmente, pertanto, dovranno vendere le quote azionarie relative alle gestioni delle reti di trasmissione ad imprese che rispettino il requisito dell’unbundling oppure dovranno proporre allo Stato di appartenenza la designazione di un operatore di sistema indipendente per la gestione delle reti. La prima soluzione viene considerata maggiormente funzionale alla realizzazione di un mercato realmente concorrenziale nei settori del gas naturale e della elettricità.
Il nuovo regime di separazione dovrà applicarsi tanto alle imprese comunitarie quanto alle imprese di Paesi terzi. Unica eccezione prevista riguarda la possibilità di prevedere deroghe temporanee per agevolare la costruzione di nuove infrastrutture. Le imprese che vorranno acquistare partecipazioni azionarie in imprese di produzione e fornitura oppure in imprese di gestione delle reti dovranno ottenere dalla autorità di regolazione nazionale una apposita certificazione che attesti l’effettivo rispetto del requisito dell’unbundling.
Anche le autorità di regolazione nazionali sono oggetto di proposte dettagliate miranti ad accrescerne l’indipendenza ed i poteri, in modo da rendere la loro funzione ancora più efficiente. Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il rafforzamento della loro cooperazione. Al riguardo, la Commissione ha proposto l’adozione di un regolamento comunitario che istituisca una Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia (Acer) quale meccanismo indipendente volto a favorire lo scambio di informazioni e l’adozione di decisioni a livello europeo.
Scartata l’opzione di assegnare queste funzioni alla Commissione stessa, il progetto prevede che l’Acer svolga a livello comunitario le funzioni abitualmente svolte dai regolatori nazionali a livello statale. In particolare, accanto a un forte ruolo consultivo a favore della Commissione europea, l’Acer dovrà fornire un quadro normativo in cui i regolatori nazionali possano cooperare e, inoltre, svolgere un’attività di fissazione di nuovi codici comportamentali e di monitoraggio dell’attività degli operatori di trasporto. Alla nuova agenzia saranno infine attribuiti rilevanti poteri amministrativi, che andranno dalla possibilità di adottare provvedimenti specifici relativi a singole imprese fino a giungere alla previsione di regimi regolatori applicabili alle infrastrutture che percorrono più di uno Stato membro. Nonostante l’accentuata indipendenza dell’Acer, garantita principalmente dalla personalità giuridica, dall’autonomia di bilancio, dal personale competente e dal management indipendente, il ruolo della Commissione continuerà ad essere rilevante, visto che i po-teri più strettamente politici rimarranno in capo ad essa, vera guardiana del processo di integrazione comunitario, così come l’effettivo potere provvedimentale.
Una ulteriore proposta della Commissione europea riguarda la realizzazione di una stretta cooperazione tra gli operatori dei si-stemi di trasmissione, visto che l’attuale regime si è rivelato insufficiente, dando luogo in questi anni a numerosi problemi relativi all’approvvigionamento e ad ormai non più sporadici black-outs. Per ovviare a questi inconvenienti, la Commissione europea ha proposto che vengano stilati veri e propri “codici” tecnici, siano adottati programmi di investimento comuni e vengano avviate attività di interesse comune nel settore della ricerca e dell’innovazione. L’adozione delle misure proposte dalla Commissione al fine di garantire una maggiore trasparenza ed un più agevole accesso dei clienti ai diversi fornitori, dovrebbero risultare funzionali alla realizzazione di un mercato concorrenziale della energia elettrica e del gas foriero di una crescita economica ecologicamente sostenibile. Non tutti gli Stati membri, tuttavia, hanno manifestato un orientamento conforme. Il dibattito è ancora aperto anche se la Commissione intende giungere ad un accordo definitivo entro la fine del 2009.
Gli obiettivi posti dalla normativa attualmente in vigore riguardano la realizzazione della separazione giuridica e funzionale delle operazioni di trasmissione di rete dalle attività di produzione e fornitura di energia – il c.d. unbundling – nonché la creazione di autorità indipendenti nazionali deputate a regolare e controllare l’effettivo funzionamento di mercati concorrenziali del gas e dell’energia elettrica. I risultati finora raggiunti, tuttavia, non hanno soddisfatto le aspettative dato che permangono ancora numerosi problemi legati in particolare ad una eccessiva frammentazione dei mercati lungo i confini nazionali, alla presenza di una diffusa integrazione verticale delle imprese ed a mercati nazionali ancora troppo poco concorrenziali.
La persistenza di tali criticità ha indotto le istituzioni comunitarie a dedicare sempre maggiore attenzione al completamento di un mercato comune del gas e della elettricità. Il Consiglio europeo di Court Hampton del 2005 ha auspicato l’elaborazione di una politica comune per l’integrazione dei mercati della energia e tale auspicio ha trovato una prima risposta con la pubblicazione del Libro verde della Commissione europea sullo sviluppo di una coerente politica energetica per l’Europa.
La Commissione europea ha successivamente avviato inchieste e consultazioni con i diversi gruppi di interesse avvalendosi anche del lavoro svolto dai due Forum di Firenze e Madrid dedicati rispettivamente alla regolazione della energia elettrica e del gas naturale che hanno visto periodicamente riuniti i ministri dei governi nazionali, le autorità regolatorie nazionali, i rappresentanti della stessa Commissione, gli operatori dei sistemi di trasmissione, i fornitori, i sindacati e gli utilizzatori della rete di trasmissione al fine di discutere i problemi ancora irrisolti.
Un ulteriore tassello nel processo di revisione della politica energetica europea è stato posto dalla Comunicazione della Commissione del 10 gennaio 2007, intitolata “Una politica energetica per l’Europa”, in cui è stata sottolineata l’importanza di portare a compimento il mercato interno della elettricità e del gas naturale in tempi brevi. Sulla stessa lunghezza d’onda, il Consiglio europeo di primavera ha richiesto alla Commissione di proporre ulteriori misure per portare a compimento la realizzazione di un mercato realmente concorrenziale.
Il 19 settembre 2007 la Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure contenuto nelle proposte di direttive che andranno ad emendare le attuali direttive 2003/54/CE e 2003/55/CE sul mercato della energia elettrica e sul mercato del gas naturale al fine di giungere in tempi brevi alla creazione di un mercato europeo del gas e dell’elettricità.
La prima misura prevede la realizzazione di una separazione effettiva delle attività di produzione e fornitura dalle attività di gestione delle reti di trasmissione. Gli Stati membri, infatti, hanno adottato in maniera disomogenea le direttive sul mercato del gas naturale e della elettricità permettendo in alcuni casi la creazione di imprese di produzione e fornitura e di imprese di gestione delle reti di trasmissione integrate verticalmente.
Il legame esistente tra tali imprese determina una serie di inconvenienti. Gli operatori del sistema di trasmissione di imprese integrate verticalmente tendono infatti a privilegiare le imprese affiliate determinando un serio deficit di informazione per i nuovi competitors. Gli investimenti all’interno delle società fortemente integrate inoltre risultano spesso distorti, dato che l’impresa dominante non ha nessun interesse a migliorare la rete, giacché questo favorirebbe principalmente le imprese concorrenti. Una separazione formale e sostanziale degli operatori di trasmissione garantirebbe invece le stesse garanzie d’accesso alle reti per tutte le imprese di distribuzione, consentendo quei miglioramenti tecnologici necessari a garantire una più efficiente gestione e, in ultima analisi, tariffe più basse per gli utenti.
La proposta della Commissione pone in capo agli Stati membri l’obbligo di assicurare che le imprese che detengono la proprietà del sistema di trasmissione non esercitino direttamente o indirettamente alcuna forma di controllo sulle imprese che svolgano qualsiasi funzione di produzione e di fornitura. Le imprese integrate verticalmente, pertanto, dovranno vendere le quote azionarie relative alle gestioni delle reti di trasmissione ad imprese che rispettino il requisito dell’unbundling oppure dovranno proporre allo Stato di appartenenza la designazione di un operatore di sistema indipendente per la gestione delle reti. La prima soluzione viene considerata maggiormente funzionale alla realizzazione di un mercato realmente concorrenziale nei settori del gas naturale e della elettricità.
Il nuovo regime di separazione dovrà applicarsi tanto alle imprese comunitarie quanto alle imprese di Paesi terzi. Unica eccezione prevista riguarda la possibilità di prevedere deroghe temporanee per agevolare la costruzione di nuove infrastrutture. Le imprese che vorranno acquistare partecipazioni azionarie in imprese di produzione e fornitura oppure in imprese di gestione delle reti dovranno ottenere dalla autorità di regolazione nazionale una apposita certificazione che attesti l’effettivo rispetto del requisito dell’unbundling.
Anche le autorità di regolazione nazionali sono oggetto di proposte dettagliate miranti ad accrescerne l’indipendenza ed i poteri, in modo da rendere la loro funzione ancora più efficiente. Un aspetto particolarmente rilevante riguarda il rafforzamento della loro cooperazione. Al riguardo, la Commissione ha proposto l’adozione di un regolamento comunitario che istituisca una Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia (Acer) quale meccanismo indipendente volto a favorire lo scambio di informazioni e l’adozione di decisioni a livello europeo.
Scartata l’opzione di assegnare queste funzioni alla Commissione stessa, il progetto prevede che l’Acer svolga a livello comunitario le funzioni abitualmente svolte dai regolatori nazionali a livello statale. In particolare, accanto a un forte ruolo consultivo a favore della Commissione europea, l’Acer dovrà fornire un quadro normativo in cui i regolatori nazionali possano cooperare e, inoltre, svolgere un’attività di fissazione di nuovi codici comportamentali e di monitoraggio dell’attività degli operatori di trasporto. Alla nuova agenzia saranno infine attribuiti rilevanti poteri amministrativi, che andranno dalla possibilità di adottare provvedimenti specifici relativi a singole imprese fino a giungere alla previsione di regimi regolatori applicabili alle infrastrutture che percorrono più di uno Stato membro. Nonostante l’accentuata indipendenza dell’Acer, garantita principalmente dalla personalità giuridica, dall’autonomia di bilancio, dal personale competente e dal management indipendente, il ruolo della Commissione continuerà ad essere rilevante, visto che i po-teri più strettamente politici rimarranno in capo ad essa, vera guardiana del processo di integrazione comunitario, così come l’effettivo potere provvedimentale.
Una ulteriore proposta della Commissione europea riguarda la realizzazione di una stretta cooperazione tra gli operatori dei si-stemi di trasmissione, visto che l’attuale regime si è rivelato insufficiente, dando luogo in questi anni a numerosi problemi relativi all’approvvigionamento e ad ormai non più sporadici black-outs. Per ovviare a questi inconvenienti, la Commissione europea ha proposto che vengano stilati veri e propri “codici” tecnici, siano adottati programmi di investimento comuni e vengano avviate attività di interesse comune nel settore della ricerca e dell’innovazione. L’adozione delle misure proposte dalla Commissione al fine di garantire una maggiore trasparenza ed un più agevole accesso dei clienti ai diversi fornitori, dovrebbero risultare funzionali alla realizzazione di un mercato concorrenziale della energia elettrica e del gas foriero di una crescita economica ecologicamente sostenibile. Non tutti gli Stati membri, tuttavia, hanno manifestato un orientamento conforme. Il dibattito è ancora aperto anche se la Commissione intende giungere ad un accordo definitivo entro la fine del 2009.